(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) L’entrata in vigore del mini-lockdown colpisce ancora l’economia in città, già in sofferenza. Una settimana fa sono scesi in piazza i rappresentanti locali di ristorazione e settore alberghiero, ma il mondo economico piange in tutti i sensi. “Con il nuovo Dpcm – spiega Leonardo Tosti, presidente di Confcommercio Lazio Nord, storico commerciante di via Garibaldi – per la ristorazione non è cambiato molto rispetto a pochi giorni fa: c’è sempre una chiusura dalle 18 per bar e ristoranti (consentito domicilio e asporto, ndr). E pure per il non-food, tutto ciò che è extra ristorazione, si prolunga un periodo pesante. Ci sono fortissimi cali di fatturato. Il settore del non food non ha strillato, ma è quello che subisce maggiormente le restrizioni. Difficile tenere i negozi aperti, i costi di gestione sono gli stessi, ma il flusso di clientela è minore. Bisogna fare l’approvvigionamento merce pagando il 22% di iva. Pensate all’abbigliamento: si paga l’iva su forniture che magari resteranno invendute”.
Il settore più colpito? “Quello attorno alle cerimonie – spiega Tosti – e non parlo solo di ristorazione: abbigliamento, bomboniere, tutto”. Ma serve guardare avanti: “Speriamo che il Natale sia la salvezza – aggiunge – ma è difficile fare previsioni. E se le misure prese ora non dovessero bastare? Intanto servono interventi più importanti del Governo. Con la prima ondata eravamo chiusi e prendevamo degli aiuti. Ora siamo aperti con bassi incassi. Servono ristori importanti, sgravi fiscali, un abbattimento dell’iva”.
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