Disponibile anche a Rieti il francobollo appartenente alla serie tematica “il Senso civico” dedicato al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nel centenario della nascita.
Il francobollo, emesso dal Ministero dello Sviluppo economico il 27.09.2020, è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. con una tiratura di quattrocentomila esemplari relativo al valore della tariffa B.
La vignetta, della bozzettista Maria Carmela Perrini, raffigura un ritratto del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa in primo piano su uno scorcio di Saluzzo, sua città natale, che focalizza l’Antico Palazzo Comunale e l’attigua Torre Civica; suggella la vignetta, in alto a sinistra una fascia tricolore. Completano il francobollo la legenda “GEN CARLO ALBERTO DALLA CHIESA”, le date “1920-1982” la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. Foglio: ventotto esemplari.
Carlo Alberto Dalla Chiesa nacque a Saluzzo il 27 settembre 1920. Figlio di un Capitano dei Reali Carabinieri in servizio nella cittadina subalpina, dove trascorse i primi cinque anni della sua vita.
Iniziata la carriera militare nel 1941 quale sottotenente di fanteria, entrò a far parte dell’Arma nel 1942 .
Dopo l’armistizio non esitò a schierarsi nelle file della Resistenza e dal giugno 1944 ricoprì importanti incarichi nella Roma appena liberata.
La carriera all’interno dell’Arma dei Carabinieri lo vide agire in diversi luoghi del Paese, permettendogli di maturare quell’esperienza che gli fu fondamentale quando fu protagonista, negli anni ’70, della lotta contro le Brigate Rosse, e ancor di più quando, dal 1982, venne nominato Prefetto di Palermo.
Continuava così la sua lotta contro la mafia, compito nel quale già aveva ben meritato due volte: la prima nel 1949-’50 allorché partì volontario per la Sicilia insanguinata dalle cosche e dal bandito Giuliano; la seconda per il lungo periodo (1966-1973) trascorso al comando della Legione Carabinieri di Palermo, quando gettò le basi per una conoscenza sistematica del fenomeno mafioso e denunciò nei suoi rapporti alla Commissione parlamentare antimafia le collusioni tra mafia e politica.
Il 3 settembre 1982, pochi mesi dopo il ritorno in Sicilia e la nomina a Prefetto di Palermo fu assassinato da un commando mafioso a Palermo; morirono assieme a lui la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta.
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