La chiusura di piazze e vie da disporre per contrastare il contagio da Covid potrà tradursi in restrizioni che valgono “solo in determinati giorni della settimana”, quelli “caratterizzati da un più intenso afflusso di persone”: lo scrive il Viminale, a integrazione del recente Dpcm (leggi). “In ragione dell’esigenza di contenere gli effetti della misura proporzionalmente a quanto ritenuto necessario a conseguire gli obiettivi del Dpcm, il provvedimento potrà anche disporre una chiusura parziale delle strade o delle piazze, restringendo, cioè, l’accesso senza interdirlo totalmente, con il contingentamento degli ingressi”.
Informare con ” adeguati mezzi comunicativi”, sia le associazioni di categoria, sia la cittadinanza interessata, della chiusura di piazze e vie – chiede la circolare del Viminale – La misura va “tempestivamente anticipata” visto che dovrà essere “consentito comunque il libero accesso a esercizi commerciali e ad abitazioni private, e il conseguente deflusso” si legge nella circolare del Viminale, il quale aggiunge che dovrà essere attuata con ordinanze del sindaco la chiusura di strade o piazze per arginare la diffusione del Covid, ma occorrerà valutare con “le competenti strutture di prevenzione sanitari” gli spazi urbani a maggior rischio assembramento. E l’attuazione di questo intervento “richiederà poi la più ampia collaborazione tra sindaco e prefetto”.
La definizione della forza pubblica, da impiegare nell’espletamento dei servizi di chiusura delle piazze e delle strade decisa dall’ultimo Dpm, dovrà essere “oggetto di apposita riunione tecnica di coordinamento che i Questori organizzeranno con le Forze dell’ordine e gli altri attori della sicurezza territoriale, anche ai fini dell’individuazione delle aliquote di polizia locale che integreranno il dispositivo”. E’ quanto prevede la circolare inviata dal ministero dell’Interno ai Prefetti. L’attuazione di queste misure potrà “beneficiare del concorso di unità militari, laddove presenti nell’ambito dell’operazione Strade Sicure, anche all’esito di una rimodulazione del piano d’impiego delle forze già in disponibilità” aggiungono dal Ministero.
Evitare altri “comportamenti elusivi” sui limiti orari degli esercizi pubblici introdotti con il Dpcm del 13 ottobre del 2020. È con questo spirito che si è ora ” opportunamente” stabilito “che l’attività degli esercizi pubblici è consentita dalle ore 5 alle ore 24 con consumazione al tavolo, e dalle ore 5 alle ore 18 (e non più alle ore 21) in assenza di consumo al tavolo” sottolinea la Circolare del Viminale ribadendo però che “resta naturalmente fermo quanto si è già avuto modo di precisare in ordine al consentito margine di ‘sforamento’ dei suddetti limiti di orario”. Il messaggio è che non sarà sanzionato chi sfora di poco questo limite, come già avviene a chi si allarga al massimo di una manciata di minuti.
Inoltre se alcune “Regioni, in considerazione dell’andamento epidemiologico, dovessero adottare proprie ordinanze contenenti un regime più severo, si procederà a fornire indicazioni specifiche per i Prefetti delle province interessate”.
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