“Oggi più che mai sentiamo l’importanza e la necessità del nostro impegno nel combattere ogni forma di discriminazione e violenza. I soprusi non si fermano, le prevaricazioni aumentano e diviene fondamentale la nostra lotta per i diritti e la libertà delle donne. Noi continuiamo a lottare grazie alle nostre operatrici, alle nostre volontarie del servizio civile, grazie al sostegno della Regione Lazio”: lo scrive Capit Rieti per Nido di Ana.
“Essere e definirsi Centro Antiviolenza è un impegno quotidiano che va al di là di post e propagande. Nasciamo dalle mobilitazioni femministe degli anni ’70 e ’80, da associazioni e donne con valori comuni, su cui prima di tutto si basa il nostro operato ed in secondo luogo le linee guida nazionali e regionali divenute utili per determinare un Centro Antiviolenza. Oggi, grazie alla lotta dell’associazione Capit Rieti, non solo la provincia di Rieti è inserita nella mappatura nazionale del 1522 (https://www.1522.eu/), partecipa all’osservatorio regionale e alla raccolta dati dell’ISTAT sulla violenza contro le donne (così da avere dati del fenomeno nella nostra provincia) ma è parte attiva della rete dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio della Regione Lazio” dice Capit.
“In questo periodo difficile, che ci ha messo tutte e tutti a dura prova, le donne del Centro Antiviolenza ‘Il nido di Ana’ hanno continuato a lottare garantendo la loro presenza e la loro professionalità; offrendo un’attività maggiore (dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 18:00) poiché credono in questo cambiamento e vogliono garantire a tutte le donne la possibilità di decidere cosa fare della propria vita combattendo quotidianamente ogni forma di violenza e prevaricazione. Noi ci siamo” dice Capit.
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