“La Direzione Aziendale della Asl di Rieti comunica la positività al Covid-19 di 3 medici, 2 coordinatori e 3 infermieri dell’Unità di Medicina Fast dell’ospedale de’ Lellis di Rieti. Si precisa che si tratta di tutti cluster esterni alla struttura nosocomiale e che gli stessi sono stati isolati presso il proprio domicilio e come da procedura, attivati i protocolli previsti dal caso. L’attività, all’interno dell’Unità operativa, non ha subito variazioni se non per ciò che concerne gli ingressi dei familiari dei degenti, al momento sospesi”: lo dice Asl.
“La seguente nota – aggiunge Asl – precede inusualmente il bollettino sanitario giornaliero, all’interno del quale sarebbero state specificate anche tali positività, a causa di alcune notizie diffuse in queste ore, senza l’opportuno approfondimento e verifica con l’Organo di sanità pubblica. Notizie in cui si evidenziano peraltro insinuazioni in merito alla gestione delle misure di sicurezza adottate all’interno dell’ospedale e in particolare del reparto, che stanno suscitando, evidentemente era questo l’obiettivo, una tensione inutile e dannosa nella popolazione, prodotta soltanto per alimentare malessere e distruttività”.
“In un momento in cui si registra, anche in provincia di Rieti, un robusto innalzamento della curva dei contagi e la possibile disposizione di nuove misure di prevenzione e contenimento, la Direzione aziendale giudica la modalità con cui tali notizie sono state diffuse un atto scriteriato che sconfina nel procurato allarme. Purtroppo, anche gli operatori sanitari, pagano in prima persona i comportamenti individuali non conformi alle misure di prevenzione e sicurezza emanate da più soggetti istituzionali. Misure di prevenzione e sicurezza individuale che in questi mesi l’Azienda ha più volte evidenziato e sollecitato, condannando duramente quei comportamenti individuali che anche nella Asl reatina, hanno messo a dura prova il contenimento dei contagi. Come abbiamo più volte ribadito, l’unico modo per contenere il virus è rispettare tali misure: per noi stessi, per i nostri cari, per le persone fragili e non ultimo per gli operatori sanitari, che da mesi ormai stanno svolgendo un lavoro eccezionale nella lotta contro il coronavirus”.
“Si è consapevoli che non bloccare tutte le attività sanitarie sia in questo momento un maggior carico di lavoro per tutti gli operatori in campo. Ma non possiamo non garantire le cure a chi ne ha bisogno, né pensare che per colpa di chi non ha adottato conformemente le misure di protezione individuale, si blocchino ancora una volta tutti i servizi e non si eroghino le prestazioni. Faremo di tutto e questo lo diciamo a sostegno degli operatori, per acquisire ulteriori risorse umane e professionali, come peraltro abbiamo e stiamo facendo costantemente; ma chiedere di nuovo il blocco delle attività rischierebbe di creare vere disuguaglianze di salute nella popolazione e di rinuncia alle cure per i più fragili e vulnerabili. Questo non possiamo permettercelo. Se dovesse ulteriormente crescere il pericolo di contagi, allora procederemo con misure più restrittive, ma ad oggi chi ha bisogno di cure deve potersi rivolgere con fiducia ai Servizi sia ospedalieri che territoriali, anche se con tutte le dovute accortezze riguardo alla sicurezza e alla prevenzione dei contagi”.
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