Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) A Vacone regna il silenzio e la tranquillità, il tutto magicamente accompagnato da una vista mozzafiato e da un caratteristico borgo di vicoletti in cui il tempo sembra essersi fermato.
DOVE SI TROVA? – Vacone è un piccolo comune collocato a 512 metri sul livello del mare su un costone dei Monti Sabini. Il territorio, che si estende per poco più di 9km quadrati conta circa 235 abitanti. Nel comune di Vacone è situato il ristorante più piccolo del mondo, chiamato “Solo per Due” in quanto ha un solo tavolo per due persone disponibile. La cena in questo locale deve essere prenotata con largo anticipo e personalizzata a piacere, e l’attenzione del personale è dedicata solo ed esclusivamente ai due ospiti presenti. Nel giardino del ristorante sono inoltre visibili le rovine archeologiche di una villa romana che la tradizione identifica come quella appartenuta al poeta latino Quinto Orazio Flacco.
QUANDO NASCE? – Sorto presumibilmente sul luogo della villa romana citata, Vacone è citato per la prima volta nel regesto farfense all’anno 1027, data in cui la nobile longobarda Susanna, con il consenso del marito Attone, donò all’abbazia di Farfa tutto ciò che aveva ereditato dal padre Landolfo e dalla madre Tassia nel castello di Vacone. Agli inizi del XIII secolo il castello cadde in potere di una famiglia nobile romana (Ogdolina), ma la popolazione reagì violentemente all’imposizione del dominio signorile tanto da spingere Papa Gregorio IX a riacquistare i diritti del castello di Vacone: restò sotto il diretto controllo della Chiesa almeno fino al 1278, quando giurò fedeltà a Niccolò III, passò poi agli Orsini, come risulta dal registro del Cardinale Albornoz (1364), dove si fa menzione del governo di Napoleone Orsini. Ulteriori passaggi di proprietà si ebbero nel 1518, quando il feudo fu ereditato da Alberto Pio di Carpi, per poi passare in eredità ai Caetani che a loro volta lo vendettero al conte Gaspare Spada. Il dominio di quest’ultimo su Vacone fu costellato da una serie di vessazioni inflitte agli abitanti, obbligati, tra l’altro, a contribuire alle spese per la costruzione del palazzo baronale; alla sua morte, avvenuta nel 1624, gli successe la vedova Virginia Mattei. Il castello fu poi venduto ai Caccia di Sant’Oreste, dai quali passò al marchese bolognese Angioletti e nel 1658 a Guido Vaini. L’ultimo proprietario di Vacone fu il marchese Antonio Clarelli di Rieti, che il 18 novembre 1816 rinunciò ai suoi diritti feudali sulla proprietà. Durante la parentesi del dominio francese Vacone fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno, cantone di Magliano (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, cantone di Torri (1810-1814). Con la Restaurazione e la riforma del 1816/1817 Vacone, entrò a far parte della provincia Sabina, delegazione di Rieti, distretto di Poggio Mirteto e riebbe una certa autonomia nel 1827, quando risulta comunità soggetta alla podesteria di Torri; nel riparto territoriale del 1831 compare come governo di secondo ordine dipendente da Poggio Mirteto. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, avvenuta nel 1860, il comune fu assegnato alla provincia Perugia, nel 1923 passò sotto la provincia di Roma fino al 1927 quando entrò a far parte della neoistituita provincia di Rieti; dal 1928 perse lo status di comune autonomo, confluendo in Cottanello, status che comunque riacquistò nel 1946.
COSA VEDERE? – Poco prima di entrare nel borgo si trova il fontanile. L’acqua che sgorga qui proviene dalle sorgenti del Collalto ed è un’acqua molto leggera che può essere assaggiata direttamente dal fontanile. Caratteristica è la porta d’ingresso al paese che è sormontata da torrione, unica parte restante delle antiche mura del castello, in cima alla torre si trova un orologio e sopra l’arco della porta è ancora visibile lo stemma in pietra dell’ultima famiglia feudataria di Vacone: i Marini Clarelli. Varcata la porta del paese che conduce al borgo vecchio di Vacone, subito sulla destra, alla fine del primo tratto di scalinata, si trova la cosiddetta Terrazza della Sabina, una balconata che getta lo sguardo su un panorama mozzafiato da cui è possibile ammirare il monte Soratte, i Monti Cimini e, in una giornata limpida scorgere anche Roma. Da visitare è certamente anche la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Evangelista che fu costruita nel XII secolo sulle rovine del tempio dedicato alla dea Vacuna (Fanum Putre Vacunae) e ristrutturata nel XVIII secolo. Il culto della dea sabina Vacuna, da cui deriva il nome del paese di Vacone, venne introdotto da Numa Pompilio, re di origine sabina, ed era particolarmente sentito dai romani. Infatti, la divinità era considerata la protettrice di coloro i quali si dedicavano agli ozi della campagna al fine di ritemprare lo spirito e rinvigorire le forze. Una sorta di protettrice, quindi, dei villeggianti ante litteram. Il Castello di Vacone, visitabile solo dall’esterno, è una delle bellezze del borgo, pare risalire all’anno 1000 o addirittura precedente. Infatti, le prime notizie certe dell’esistenza di questo forte risalgono al 1027. Passato di mano più volte, l’ultimo proprietario era della famiglia Marini Clarelli, che rinunciò a ogni diritto feudale sull’intero borgo di Vacone nel 1816. All’interno del giardino del castello, più alto del castello stesso, è visibile il leccio plurisecolare di Vacone, uno degli alberi monumentali della Sabina. L’itinerario si conclude raggiungendo il Pago, il magico bosco sacro, già cantato da Plinio. Gli abitanti di Vacone sono particolarmente legati a questo luogo che è, ancora oggi, lo scenario di molte delle feste del paese.
QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – A giugno il tradizionale appuntamento in paese è con “Sacra Vacunae”, una rievocazione storica in costume, dedicata al mito della Dea Vacuna e ai fasti dell’antica Roma. Un’occasione per riscoprire e degustare pietanze ottenute da ricette ispirate dall’antica Roma, ma anche prelibatezze gastronomiche attuali. La notte di San Lorenzo il borgo si anima con “Vacone sotto le stelle”: una serata in cui quattro piazze del Borgo Medievale diventano altrettanti Restaurants all’aperto pensati per gustare prelibate ricette allietate dalle melodie di canti popolari. Si svolge poi a fine ottobre la Festa d’Autunno, il momento ideale sia per visitare Vacone che per riscoprire gli antichi sapori della cucina Sabina. In questa occasione si possono assaggiare i piatti tipici di stagione: polenta, salsicce, castagne, vino novello, fregnacce alla sabinese, strozzapreti, il tutto nella magica cornice del bosco Pago, colorato dai caldi colori autunnali.