Al via a Parigi il processo per diffamazione intentato dal comune di Amatrice contro Charlie Hebdo per le due vignette sul terremoto dell’agosto 2016. Dopo una querela in Italia a settembre 2016, il settimanale satirico francese venne denunciato anche in Francia, nel novembre successivo, per “ingiuria” e “diffamazione”.
Le due vignette, pubblicate il 31 agosto dello stesso anno, provocarono una valanga di proteste, scrive Ansa: nella prima, “Sisma all’italiana”, si vedevano tre vittime del terremoto definite come “penne al pomodoro”, “penne gratinate” e “lasagne”, tutti feriti o sepolti dalle macerie. L’ambasciata di Francia a Roma aveva specificato che “il disegno di Charlie Hebdo non rappresenta in nulla la posizione della Francia”. La seconda vignetta, qualche giorno dopo, mostrava una vittima agonizzante sotto le macerie, che dice “Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!”.
Come riporta Ansa, secondo l’avvocato francese, Yassine Maharsi, il sindaco e il Comune di Amatrice ritengono entrambe le vignette offensive “verso le vittime e verso gli italiani in generale”. Da parte sua, il giornale duramente colpito dall’attentato jihadista del 2015 si è sempre difeso invocando la libertà di espressione e di satira.
Scrive l’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi: “È iniziato in Francia il processo a Charlie Hebdo per le due porcate travestite da vignette che pubblicarono dopo la tragedia del terremoto a fine agosto del 2016, mentre noi con le mani ancora scavavamo per tirare fuori i morti dalla terra ad Amatrice. Li ho denunciati da sindaco perché non potevo e non posso permettere a nessuno di scherzare su una tragedia che ha devastato la nostra Nazione e che le popolazioni del Centro Italia stanno ancora pagando. Sui morti non si può scherzare, non dovrebbe farlo nessuno, nemmeno i francesi. Spero vengano condannati e paghino per quell’infamia”.
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