Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Un comune il cui nome è già leggenda, tutto da scoprire, ammirare e gustare: questo e molto altro è Salisano.
DOVE SI TROVA? – Salisano è uno dei paesi più caratteristici della Sabina, il suo territorio, che sorge a 460 metri sul livello del mare sulle propaggini dei monti Sabini, si affaccia sulla valle del Farfa. A far da cornice al borgo la catena montuosa del Tancia. Il comune si estende su una superficie di 17,6 km quadrati e contata 550 residenti. Il nome del comune deriva, secondo la tradizione, dal fatto che l’unica via d’accesso al paese metteva a dura prova la resistenza fisica delle persone che intendevano raggiungerlo e poteva quindi essere percorsa esclusivamente da chi era fisicamente sano.
QUANDO NASCE? – Già insediamento romano, dove sorgevano numerose ville di età imperiale, Salisano compare in epoca medievale nell’ 840 quando è citato in un diploma di Lotario I tra i possedimenti dell’Abbazia di Farfa. Attorno alla prima metà dell’XI secolo fu feudo dei Baronisci dai quali lo recuperò l’abate Berardo nel 1052. Nel corso del secolo la proprietà si arricchì di diverse donazioni di cui l’Abazia ebbe in seguito ratifica dall’imperatore Enrico V nel 1118, da Urbano VI nel 1262 e da Benedetto XII nel 1339. La situazione rimase invariata per più di un secolo, ancora nel 1450 l’abate commendatario Giovanbattista Orsini aggiungeva al feudo di Salisano il castello diruto di Fatucchio per venire incontro alle esigenze dei monaci. Nel 1500 la signoria di Salisano passò agli Orsini che poi la concessero in premio a Galeotto Ferreoli, il quale per loro interessamento si era dato all’avvocatura ed aveva vinto numerose cause importanti; la donazione venne confermata nel 1532 da Clemente VII. Ferreoli fu un signore dispotico e violento solito ad ogni tipo di abuso nei confronti della popolazione: la cittadinanza non lo tollerò a lungo e nel 1542 fu ucciso durante un’insurrezione. Dal 1545 in poi il castello e il feudo passarono sotto il diretto controllo della Reverenda Camera Apostolica; i cittadini non vennero puniti per la loro ribellione, ed anzi con breve del 4 giugno 1545 furono autorizzati alla demolizione del palazzo baronale, simbolo dell’arroganza dell’antico signore. Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno, cantone di Poggio Mirteto (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, cantone di Poggio Mirteto (1810-1814) con alle dipendenze Mompeo e Castel San Pietro. Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Salisano fu inizialmente sede di governo, poi nel 1817 divenne appodiato di Mompeo, dipendente dal governo di Fara, delegazione di Rieti e distretto di Poggio Mirteto. Nel riparto territoriale del 1827 Salisano con Rocca Baldesca risulta podesteria, con le comunità dipendenti di Castel San Pietro, Mompeo e Casaprota, mentre in quello del 1831, è governo nell’ambito del distretto di Fara. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, avvenuta nel 1860, il comune entrò a far parte della provincia di Perugia, dal 1923 appartenne alla provincia di Roma finché nel 1927 fu incluso nella neoistituita provincia di Rieti
COSA VEDERE? – Oltre al caratteristico centro storico medievale, a Salisano possiamo ammirare la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, posta nel centro storico del paese, e che fu edificata intorno all’VIII secolo. Originariamente era intitolata soltanto a San Pietro. Oggi si presenta con una facciata semplice e gradevole, in stile neoclassico, sulla quale svettano due campanili. La sua attuale struttura esterna risale a un importante lavoro di restauro avvenuto intorno al 1700; anticamente, infatti, la chiesa era dotata di un’unica torre campanaria con orologio. Della facciata originale, rimane solo il portale del 1400 ed un piccolo stemma in pietra con le due chiavi decussate. L’orologio che oggi è posto al centro della trabeazione non è più quello originale, poiché quest’ultimo venne danneggiato da un fulmine nel 1680. La chiesa conserva al suo interno numerose opere di artisti locali. Di notevole interesse artistico, una tavola del XV secolo raffigurante la Madonna con il Bambino e Santi, in stile bizantineggiante. Sono inoltre custodite le reliquie di Santa Giulia, dono alla città da parte del Monsignor Mattei nel 1750. Due anni più tardi, a seguito di quest’evento, la comunità decise di elevare Santa Giulia a protettrice di Salisano. Il castello di Rocca Baldesca è certamente uno dei maggiori luoghi di interesse del comune, questo con molta probabilità stato costruito come avamposto di guardia di Salisano prima che il paese diventasse castello (1050). Rocca Baldesca è certamente tra i più scenografici castelli scomparsi della Sabina, si trova sulla cima di un rilievo (a quota 238 metri s.l.m.) tra i letti di due torrenti – il Fosso di Rasciano ed il Fosso Salisano – che gettano le loro acque nel fiume Farfa poco distante. Le sue rovine – dominate dal torrione pentagonale di cui restano in piedi tre lati – lasciano intuire come si trattasse di una fortificazione ampia la quale, nel tempo, era andata raccogliendo al suo interno anche la popolazione civile. È proprio il torrione che caratterizza Rocca Baldesca: infatti spunta fuori in mezzo al bosco che ha inghiottito tutto il resto, in posizione elevata, perfettamente visibile dalla strada tutte curve che dalla pianura sale verso Salisano. Nel comune sono inoltre possibili magnifiche escursioni nei dintorni permettono di raggiungere la cima del Monte Ode (964 m.) attraverso verdissimi prati e le sorprendenti Pozze del Diavolo tra cascatelle e giochi d’acqua. Il sentiero alla destra del Fosso dei Cipressi conduce fino alla Cipresseta Monumentale, uno straordinario bosco di cipressi il cui impianto originario risale a centinaia di anni fa. Degno di nota un tratto di acquedotto ipogeo di epoca romana scoperto in località Monte Cese dal Gruppo Speleologico Vespertilio: un cunicolo idraulico in parte sotterraneo ancora attivo e perfettamente conservato, che presenta strettissime analogie costruttive con altri importanti sistemi idraulici presenti in Sabina. Merita inoltre una visita il Convento francescano di San Diego che venne costruito nel 1559 e terminato dopo tre anni. Questo è stato restaurato dalle Suore Francescane Missionarie di Maria. Tra la documentazione comunale sono disponibili tutti i contratti di affitto a partire dal 1868. Da un punto di vista tecnico è interessante una cisterna sotterranea sotto del chiostro, costruita prima del convento nel 1575 da maestranze lombarde.
QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Il comune di Salisano è certamente conosciuto per la tradizionale sagra dei piatti tipici che nel 2019 aveva raggiunto la 40esima edizione e che si tiene di solito intorno alla metà di agosto. Durante la pandemia la sagra non si è potuta svolgere ma si riprenderà nel 2021 con il tradizionale menù che prevede maccheroni a fezze (pomodoro o persa), cicerchiole con ceci, fagioli con le cotiche, salsicce e pancetta, pizzette con la mentuccia e ciambellini di magro. Altrettanto importante è l’Estate Salisanese, una settimana di eventi e sagre per riscoprire i sapori delle tradizione e accogliere turisti. Molto cara alla popolazione è infine il 22 agosto la festa in onore di Santa Giulia, patrona del comune, che si festeggia con la messa e la banda comunale