Una storia bellissima viene riportata da Il Corriere della Sera. Riguarda il sisma di Amatrice un amore nato tra due operatori dei soccorsi.
(dal Corriere della Sera) «Era un mercoledì. Io e la mia famiglia lì abbiamo perso tutto: non solo la casa, anche tutti i nostri oggetti. I desideri, le speranze, alcuni amici. Quella scossa in una notte ci portò via ogni cosa. Se ci ripenso, mi rivedo disperata: il cellulare in mano, nessuna notizia dei miei parenti che abitavano in centro. Non funzionavano neanche i telefoni, per ore abbiamo pensato che fossero morti». Amatrice, agosto 2016. Maria Pia ora guarda un campo e le sembra di rivedere la sua tenda che non c’è più. Per mesi, dopo il terremoto, lei e i suoi genitori hanno vissuto lì. In quei giorni concitati, dall’altra parte dell’Italia, Alessandro si mette uno zaino in spalla e parte. Bergamasco, lo si sente dalla voce, impiegato da una vita ma in prima linea nel sociale. Vola ad Amatrice.
«Galeotto fu quel giorno in tenda alla Caritas!», scherza Maria Pia, che ora sorride perché può farlo. «Io e la mia famiglia andavamo lì ogni giorno a prendere qualcosa da mangiare e Alessandro c’era sempre. Avevo poca voglia di sorridere. Però, all’improvviso, ci siamo ritrovati a guardarci negli occhi». Qualche giorno dopo ad Alessandro assegnano un container a 200 metri da casa di Maria Pia. «Ricordo di averne parlato con mia madre Liliana, quella che il terrore del terremoto lo ha subito di più», racconta lei, operatrice di Save the Children. «Le ho detto: “Mamma, mi sono innamorata”. E così, dal giorno dopo, Alessandro ha cominciato a passare da noi in tenda la mattina a fare colazione, prima di andare al lavoro. Poi ci siamo ritrovati fianco a fianco nel progetto di nuovi centri estivi per i più piccoli, a vivere le nostre giornate insieme. Il destino, o chissà…».
Ora Maria Pia vive in una casa prefabbricata, la sua abitazione è ancora inagibile. Finita la sua missione, Alessandro è tornato a Bergamo. Si sono rivisti domenica, lui e Maria Pia. In una chiesetta di legno si sono guardati negli occhi e si sono detti «sì». Un matrimonio che arriva quattro anni dopo quel primo bacio. C’erano tutti: gli amici, i genitori, i colleghi volontari, quelli che c’erano anche allora. Maria Pia e Alessandro sono emozionati: «Siamo felici di aver onorato quella promessa», dice lei. «Se ho un rammarico, è quello di non aver visto una delle mie migliori amiche fra i primi banchi della chiesa. Se ne è andata quella notte del 2016 e sono sicura che sarebbe stata felice di vedermi così». All’orizzonte, nella vita degli sposi, ci sono nuovi progetti, uno su tutti: allargare la famiglia. «Se pensiamo a dei figli? Certo. Racconteremo anche a loro la nostra storia…». In viaggio per la luna di miele si parla un po’ di tutto: impegni, piani, scadenze. Verrà il tempo dei foglietti adesivi sul frigo, ma ora c’è la festa. Insieme, come quella prima volta, stretti stretti fra le macerie.
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