(di Christian Diociaiuti) “Domenico Pompili è il nuovo Vescovo di Rieti: alle 17.45 ha ricevuto la Mitra, l’anello ed il bastone pastorale” con queste parole il 5 settembre 2015 RietiLife ha accolto Domenico Pompili, da 5 anni alla guida della Chiesa Reatina.
Fu un giorno di festa che RietiLife ha raccontato continuando “questo atto formale sancisce, insieme alla presa di possesso della cattedra, il passaggio di consegne da Delio Lucarelli. Grande applauso in cattedrale, a San Domenico ed anche in piazza Cesare Battisti dove tanti fedeli stanno seguendo l’emozionante cerimonia grazie ai maxischermi. Pompili sorride mentre riceve l’abbraccio dei Vescovi partecipanti alla cerimonia. Attesa trepidante dei fedeli a San Domenico, che riceveranno Pompili al termine dell’investitura”.
Da allora, dopo esser sceso dalla sua 500L bianca a Porta Romana, accolto dai bimbi, da fedeli e dai reatini in generale in un clima di festa, Pompili ha dovuto misurarsi con le difficoltà di questa terra. Le difficoltà economiche accentuate da una crisi iniziata ben prima di quella mondiale generale; e poi il terremoto di Amatrice, la pandemia. Difficoltà grandissime che, unite a tanti altri e quotidiani ostacoli, rendono più difficile la vita di tutti noi. E magari scoraggiano anche lo sguardo verso l’Alto. Di chi crede e non crede.
Che il vescovo sia pastore di un ampio raggruppamento di anime spalmate su un così vasto e difficile territorio, lo sappiamo per definizione. E la sua “missione” religiosa non si può discutere. Almeno non qui, non ora. Ma sul suo ruolo politico si può porre l’accento già ora. Ha guidato il Papa – letteralmente per mano, ricordate l’immagine della discesa della scalinata di Greccio il 2 dicembre 2019? – così tante volte nei nostri territori, prima tra le rovine di Amatrice, poi tra i giovani, tra le suore di Santa Filippa e ancora a Greccio per riaccendere il valore del presepe – da segnare un vero e proprio record. Sede papale a parte, quante volte un Pontefice è stato qui? Solo un Francesco di divina memoria ha passato così tanto tempo in questa Valle, più di un altro Francesco fortemente a contatto con Dio, come Bergoglio. E su San Francesco, sul Presepe, Pompili ha puntato: nato a Roma, vissuto nel sud del Lazio, per primo tra le istituzioni che contano ha capito che la portata del messaggio francescano può essere qualcosa di più per questo territorio.
Di Pompili non possono esser dimenticate le omelie, soprattutto nei momenti più difficili: quelli del lutto, delle macerie, della ricostruzione che non parte. Il vescovo – tra le numerose iniziative attivate nel tempo e per diversi aspetti – ha preso il megafono del territorio. L’ultima volta per il quarto anniversario del sisma di Amatrice-Accumoli-Arquata. Una frustata dritta a chi ha promesso e fatto poco. Né la prima né l’ultima tirata d’orecchie d’un uomo, un pastore, un’istituzione al suo quinto anno a Rieti. Auguri.
Foto (archivio): RietiLife © 5 settembre 2015: Pompili vescovo di Rieti, città in festa