Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Andiamo alla scoperta di Mompeo, un piccolo comune immerso nella natura che non è solo da visitare ma da scoprire, vivere e gustare.
DOVE SI TROVA? – Il comune di Mompeo sorge a 457 metri sul livello del mare sulle propaggini meridionali dei Monti Sabini, con i suoi circa 500 abitanti si estende per una superficie di 10.89 km quadrati. A presentare il comune è l’ex sindaco, Silvana Forniti: “Mompeo, è un paese da conoscere, una realtà da scoprire, un insieme di preziosi elementi storici, culturali, paesaggistici, culinari da vivere e da gustare – così ho voluto aprire il mio libro sul territorio -. Mompeo è immerso nella natura e avvolto dalle montagne, infatti si trova proteso a Sud verso il Monte Soratte e l’incantevole vallata che lo circonda e a Nord verso il Monte Terminillo. Mompeo fa parte della Sabina, ma si distingue per la sua storia appassionante, legata alle nobili famiglie, soprattutto i Naro, che lo hanno reso il paese tra i più belli della Provincia”.
QUANDO NASCE? – Il territorio di Mompeo era in antichità abitato certamente dai sabini, collegati con la città di Curi (Cures), che doveva sorgere nei pressi di Corese Terra. Poi, come noto, attraverso varie vicende i sabini si fusero coi romani formando un unico popolo. Anche sulle colline di Mompeo sorsero con il tempo le dimore campestri di romani abbienti. I resti dei monumenti che ancora si vedono testimoniano l’antica esistenza di ville più o meno importanti delle quali non altro resta se non quella parte cui i romani annettevano la maggiore importanza, cioè le conserve d’acqua, gli acquedotti e i locali da bagno. A chi appartenessero queste ville è oscuro. I ruderi, le conserve d’acqua, le tre tombe a torre, testimoniano che nella zona esistevano ville e insediamenti romani databili in epoca imperiale, nel secondo secolo tali costruzioni costeggiano la via che univa Roma a Rieti. Il ritrovamento di un cippo miliare, nel 1956 ha confermato l’esistenza di una via romana tagliata nella viva roccia, lastricata allo stesso modo delle altre grandi consolari ed è certo che la via si innestava nella Salaria a Passo Corese e raggiungeva la vallata dove ora sorge l’Abbazia di Farfa. Dopo l’età imperiale, si rinvengono notizie di Mompeo nell’817 d.C. dal Regesto Farfense, dove si parla del Fundum Pompeianum quale territorio di pertinenza dell’Abbazia Benedettina, confermato in una nota dell’825, e nell’840 in un diploma dell’imperatore Lotario. Di lì a poco, nell’875, l’Abate Giovanni conferisce l’investitura feudale dei suoi domini ad un tale Francone, che fa edificare la sua fortezza su di un colle, ovvero l’attuale zona del centro storico. Fino al 1870 Mompeo fu territorio dello Stato Pontificio, Provincia della Sabina, Distretto di Poggio Mirteto; durante il Regno d’Italia fu aggregato alla provincia di Perugia, Circondario di Rieti, fino a diventare nel 1927 Comune della nuova Provincia di Rieti. Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno, cantone di Poggio Mirteto (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, cantone di Poggio Mirteto, come comunità dipendente da Salisano (1810-1814). Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Mompeo tornò inizialmente luogo baronale dei Patrizi, ma già 1817 divenne governo di secondo ordine dipendente dal governo di Fara, delegazione di Rieti e distretto di Poggio Mirteto, con le comunità appodiate di Casaprota e Salisano. Nel riparto territoriale del 1827 Mompeo risulta comunità dipendete dalla podesteria di Salisano, mentre in quello del 1831, è di nuovo ente autonomo nell’ambito del distretto di Fara. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, avvenuta nel 1860, il comune entrò a far parte della provincia di Perugia, dal 1923 appartenne alla provincia di Roma finché nel 1927 fu incluso nella neoistituita provincia di Rieti.
COSA VEDERE? – Tantissime le attrattive del comune, in paese si entra dalla “Porta” che è un po’ il simbolo di Mompeo, questa fu costruita in pietra nella seconda metà del 1600 è sormontata dal grande stemma dei Naro. Il largo antistante è adornato da una bella balaustra sempre in pietra, con stemmi scolpiti. Affacciandosi ad essa si gode un vasto panorama con in fondo il Soratte. Appena entrati in paese, a circa 300 metri dalla Porta di ingresso, in fondo ad uno stradone in forte pendio, sorge sopra uno sperone di calcare, proprio ove la collina precipita verso sud la Chiesa di S. Carlo. La facciata della Chiesa, rivolta verso il paese, è molto semplice ed armoniosa: una porta centrale, due finestre laterali con inferriata ed un’altra sopra il marcapiano in pietra ove è scolpita l’epigrafe dedicatoria con la data di costruzione. La facciata terminava con un frontone, che seguiva l’andamento del tetto a schiena d’asino, sopra al quale si eleva un semplice campaniletto a vela. La Chiesa è ormai sconsacrata ed ospita l’Auditorium San Carlo. Di grande importanza per il paese è certamente il castello Orsini Naro, il cui primo nucleo fu edificato nell’anno 877 da un certo Francone con il consenso dell’Abate di Farfa. Quando divenne signore feudatario di Mompeo Simeotto Orsini, furono eseguiti importanti lavori di ampliamento del castello. Il feudo rimase in possesso degli Orsini almeno fino al 1559, quando gli abitanti restaurarono la chiesa parrocchiale dedicata alla natività durante la signoria di Alessandro e Virginia Orsini. Quando nel 1635 Mompeo fu eretto in marchesato, il castello fu acquistato dai marchesi Capponi di Firenze, che a loro volta lo cedettero, il 15 maggio del 1646, alla nobile famiglia romana dei Naro. Durante il governo di Bernardino Naro, la vecchia fortezza degli Orsini venne quasi del tutto ristrutturata e soltanto due torri rimasero indenni. Al suo posto fu edificato un Palazzo Baronale di notevole rilevanza dal punto di vista monumentale, del quale esiste una descrizione del Piazza che lo paragona al castello incantato di Armida. Bernardino Naro e suo figlio Fabrizio non si limitarono ad abbellire solo il Castello, si occuparono anche dell’intero paese: vennero costruite fontane, aperti nuovi viali e creati giardini, abbelliti da basi di colonne sormontate da sfere marmoree che ancora oggi sono sparse per tutto Mompeo. Fecero costruire una maestosa porta d’accesso in travertino, sormontata dal grande stemma della famiglia e la bella balaustra antistante, ristrutturarono e riorganizzarono urbanisticamente l’abitato, le cui vie furono lastricate ed articolate al servizio del nuovo palazzo baronale che divenne il polo unico ed unificatore di Mompeo. Dal 1995 il Palazzo Baronale è proprietà del Comune di Mompeo ed ha ricevuto un completo recupero architettonico. L’interno è assai vasto con cortile e loggiato. Alcune sale sono affrescate dal pittore sabino Vincenzo Manenti e dal pittore aretino Salvi Castellucci. Le uniche due torri di difesa rimaste dell’antica fortezza sono sul lato sinistro della facciata e quella a destra dell’ingresso di campagna, detto “l’Asprona” dal 2017 all’interno è situato l’Osservatorio Astronomico pubblico “Orso Mario Corbino”. La Chiesa parrocchiale di Mompeo, di cui non si può certo mancare una visita, Natività di Maria Santissima, di grande valore artistico è la decorazione della cupola ellittica dovuta ancora al Manenti che presenta una colomba in stucco dalla quale si irradiano raggi dorati verso le immagini del quattro evangelisti; la firma del Manenti si deduce anche nei tondi che ornano la volta della cappella del Crocifisso e nella tela raffigurante la Madonna del Rosario attorniata dai quindici misteri conservata nella prima cappella sul lato sinistro della chiesa. Nella cappella che segue sullo stesso lato sono invece custodite alcune delle reliquie donate dai Naro, tra queste un prezioso busto in ottone ed argento raffigurante il santo patrono di Mompeo, Sant’Egidio, realizzato dall’Algardi, che Fabrizio Naro donò nel 1660. La semplice facciata della Chiesa è della prima metà del secolo scorso.
QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Questa domenica, 16 agosto, si terrà la prima gara estemporanea di pittura per bambini e ragazzi di scuole elementari e medie dal titolo “Il paese con i tuoi occhi”, l’evento inizierà alle 9.30 e proseguirà fino alle ore 13.00, ora di consegna dei disegni. Una giuria qualificata composta da artisti ed esperti d’arte procederà dunque alla selezione delle opere e premierà i vincitori alle 17.00 nella sala del Castello. Il 24 agosto in paese si tiene la Festa dei Santi Patroni Sant’Egidio e San Vincenzo. Si tratta della festa sicuramente più importante per il paese: ancora oggi si tramanda la tradizione di aprire ufficialmente i festeggiamenti con l’uscita della “mazzetta”, una piccola immagine in argento del Santo, nel giorno di venerdì; a questa secolare usanza si è innestata negli ultimi anni una veglia notturna con la banda musicale e musicanti “provetti”. Segue la mattina del sabato, la “sveglia”, di nuovo con la banda musicale e con sparo di mortaretti, e più tardi, la distribuzione delle “pagnottelle” benedette. Di grande importanza in paese è la festa per Sant’Antonio Abate che un tempo era caratterizzata dalla benedizione degli animali da cortile e degli attrezzi agricoli ma ora, data l’esiguità degli operatori nel settore, i festeggiamenti si aprono con la benedizione dei mezzi agricoli e degli animali domestici. Segue poi la distribuzione delle ciambelle benedette e una processione con fiaccolata che dopo la messa solenne, si snoda per le vie del paese.