Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Un comune tra storia, arte, tradizione con imperdibili luoghi da visitare: questo e tanto altro è Borgo Velino.
DOVE SI TROVA? – Borgo Velino si trova a 460 m sul livello del mare nel piccolo tratto di pianura tra Castel Sant’Angelo e Antrodoco, all’imbocco est della Piana di San Vittorino. Nel territorio comunale insiste parte del gruppo montuoso del Monte Nuria. Borgo Velino, con i suoi circa 900 abitanti si estende su una superficie di poco più di 18km quadrati. A presentare il comune è il sindaco Emanuele Berardi: “Se mi venisse chiesto di descrivere con tre parole Borgo Velino direi: storia, natura e cultura. È proprio dalla storia che voglio iniziare. I tesori archeologici e artistici che si conservano lasciano immaginare l’importanza che rivestiva durante Roma imperiale. Lo straordinario ninfeo dei Flavi, la cui maestosità la fa da padrone, fa da cornice ad un giardino pubblico in cui i più piccoli trascorrono le loro giornate immersi nella natura e nella storia. Sorvolando velocemente secoli e secoli di storia direi di soffermarci al XVII, secolo in cui dimorò a “Borghetto”, così chiamato anticamente, il Brigante Pezzola. La sua vita ha lasciato un segno nel nostro paese e per rendergli omaggio è stata riecheggiata ed interpretata dagli abitanti stessi attraverso una rappresentazione storica nella piazza Umberto I, in cui ancora oggi il Palazzo che porta il suo nome mostra la sua bellezza. Ed ecco che vicino alla storia, le tradizioni, le feste e il folclore animano le serate estive con cene in piazza, danze popolari, giochi, come i Campanili sul Velino e il Tresette Animato, ai quali bambini e adulti partecipano calorosamente, per finire con gli spettacoli del Gruppo di Sbandieratori e Musici di Borgo Velino. Nato nel 1974 è un gruppo di giovani e giovanissimi, grazie all’arte della bandiera è diventato il fiore all’occhiello del nostro paese e non solo. Infatti, da anni propongono spettacoli, in vesti medioevali, in piazze d’Italia e in capitali europee. Come ciliegina sulla torta, il famoso marrone. La natura del nostro territorio ci regala questo buonissimo frutto, il re della stagione autunnale e non solo. Storica è la sagra che si svolge presso la Cooperativa Velinia di Borgo Velino, che si occupa della lavorazione e della vendita del marrone e che sta investendo in nuovi metodi di conservazione, così da garantirne l’utilizzo anche dopo mesi dalla raccolta. Proprio sulla vena del rinnovo, ma rimanendo legati alle tradizioni, lo scorso anno alla 45° sagra, organizzata e gestita dalla Cooperativa, è stato dato un nuovo volto attraverso l’evento “7 proloco per 7 menù” che ha riscontrato molto successo. Che dire! Un Borgo in cui la storia si sposa perfettamente con le tradizioni; tradizioni che si rinnovano negli anni arricchendosi di nuovi interessi e nuove aspettative. Colgo l’occasione per ringraziare il gruppo comunale Protezione Civile di Borgo Velino per il supporto e la disponibilità che offre in ogni occasione ed ha offerto durante il lockdown. Abbiamo molte idee per promuovere e valorizzare al meglio il nostro territorio, per questo mi auguro che presto si torni alla normalità per riviverne i sapori e i profumi”.
QUANDO NASCE? – Borgo Velino ha una storia che parte da molto lontano, il più antico insediamento nel territorio, che potrebbe essere considerato un antenato dell’odierno comune è Viario che, secondo quanto ricostruito, sorse prima di Roma – o addirittura ai tempi dei Pelagi – e fu rifugio a pastori provenienti dalla Sabina. Durante il periodo dei Flavi a Borgo Velino era presente una villa romana, dimora dei famosi imperatori, oggi di quel periodo rimane il Ninfeo dei Flavi, importante monumento del I secolo. Il Ninfeo era sicuramente arricchito di statue e mosaici. Secondo una tradizione ormai consolidata, l’attuale abitato di Borgo Velino, fino al secolo scorso chiamato Borghetto, sarebbe stato fondato nel corso del XIV secolo dagli abitanti del castello di Forca Pretula. La tradizione racconta che a Borgo Velino, all’interno del Convento della Valle, dimorò San Francesco d’Assisi durante i suoi pellegrinaggi attraverso la Sabina. Il convento esisteva, ad ogni modo, già nei 1472, quando Sisto IV tassò per la somma di 3 once e 8 grana i poveri fraticelli del Borghetto.Dal 1472 al 1624, fece parte del distretto di Cittaducale e divenne nel Cinquecento feudo di Margherita d’Austria. Proprio grazie a lei si ebbe un mutamento profondo della comunità di Borghetto, dovuto soprattutto all’eccessivo aggravio fiscale chiesto al feudo e all’introduzione dei Capitoli, ovvero un codice di leggi comportamentali che i Borghettani dovevano tenere nei confronti delle autorità e della cittadinanza stessa. La madama fece redigere uno statuto speciale appositamente per Borghetto. Alla morte di Margherita, avvenuta ad Ortona nel 1586, i suoi feudi passarono, per successione, ai Farnese, ai quali rimasero fino al 1731. Nel giugno del 1863, poco dopo l’Unità d’Italia, il comune cambiò nome da Borghetto a Borgo Velino. Durante l’epoca fascista, Borgo Velino passò dalla provincia dell’Aquila alla neonata provincia di Rieti (1927) mentre l’anno seguente il comune di Borgo Velino fu abolito e reso frazione del comune di Antrodoco. Solo nel dicembre del 1957 Borgo Velino tornò ad essere comune autonomo.
COSA VEDERE? – Sono tanti i luoghi da visitare in questo splendido territorio, imperdibile è certamente la Chiesa di S. Matteo Apostolo, costruita nel XVIII secolo, che con la sua imponente mole, troneggia nel cuore del centro storico di Borgo Velino. All’aspetto decisamente vetusto dell’esterno, si contrappone lo splendido apparato del decoro interno. La chiesa si sviluppa su pianta centrale ricoperta dall’originale pavimento policromo in mattonelle esagonali. L’unica navata è suddivisa ai lati da cappelle, tra le quali spicca quella dedicata a Sant’Antonio da Padova. In corrispondenza del presbiterio, l’imponente altare maggiore è sormontato da una grande cupola riccamente decorata. Nei giardini pubblici del borgo, certamente di notevole interesse, si trova uno straordinario edificio che presumibilmente è un ninfeo monumentale, pertinente ad una villa rustica romana, che serviva ad accogliere i Flavi. La struttura ha dimensioni notevoli che ben lasciano immaginare la grandiosità architettonica dell’intero edificio: è lunga circa 31 metri ed alta 6 metri. Come gran parte dei monumenti risalenti a quest’epoca, la costruzione è in laterizio, scandita da tre grandi ambienti coperti con volta a botte, inframmezzati da nicchie. Uscendo dal Borgo impossibile perdersi una visita ai resti del Cassero o torre che in tempi antichi era una struttura difensiva poligonale, quasi certamente ottagonale, alta presumibilmente tra i 12 e i 15 metri. Attualmente restano solo quattro lati della struttura originaria e precisamente le parti poste sui fronti sud ed est che sono stati oggetto di un parzialmente restaurato negli ultimi anni. Poco fuori dall’abitato imperdibile anche la chiesa dei Santi Dionigi, Rustico e Eleuterio, meglio conosciuta come chiesa di Sant’Antonio: la costruzione che si trova sulla riva sinistra del fiume Velino, è databile al sec. XII ma conserva elementi ornamentali del VII e VIII secolo, ovvero frammenti scultorei murati in facciata tra i quali una lastra con dedica alle ninfe di Diana. Probabilmente la chiesa dei Santi Dionigi, Rustico e Eleuterio sorge sui resti di un antico tempio dedicato alla dea della caccia. Il maggior storico dell’arte reatina, Cesare Verani, attribuisce l’opera a Dionisio Cappelli di Amatrice e la fa risalire agli anni 1511-22, confutando le ipotesi della Mortari che vuole gli affreschi di pittori viterbesi. Gli affreschi della chiesa di S. Antonio sono presso il museo civico di Borgo Velino.
QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Il sindaco ci spiega poi, riguardo gli eventi che contraddistinguono il folklore del paese, che quest’anno “nonostante le misure restrittive da Covid-19, il nostro comune si è impegnato a mantenere la programmazione del ‘Cunti e Racconti Velino festival’, appuntamenti di spettacoli che fanno riscoprire le proprie radici e la propria cultura, la cui prima tappa è stata lo scorso 27 giugno”. E aggiunge che “Da ricordare sono i festeggiamenti religiosi e civili che si svolgono la quarta settimana di settembre in onore di Maria SS del Santo Amore, la cui immagine è trasportata dalle donne del paese nel momento della processione. È ormai una tradizione il concerto del sabato sera per chiudere in bellezza con lo spettacolo pirotecnico su base musicale. Purtroppo per quest’anno non posso darvi un appuntamento certo!”. Imperdibile poi è anche la sagra del Marrone che lo scorso anno ha festeggiato le 45esima edizione: Borgovelino e i paesi limitrofi, infatti, sono circondati da splendidi castagneti che producono i tipici marroni antrodocani.