Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Considerato a pieno titolo come uno dei borghi sabini del Lazio più belli, è una meta perfetta per conoscere meglio il meraviglioso territorio di cui fa parte: la Sabina.
DOVE SI TROVA? – Torri in Sabina è un borgo situato a 275 metri sul livello del mare che ricopre una superficie di 26,31 km quadrati. A presentare il comune il sindaco, Michele Concezzi: “Torri in Sabina è un borgo di circa 1300 abitanti che vede i suoi albori intorno al 1200. L’economia è prevalentemente agricolo-artigianale, olio in primis. Il territorio è costituito da 2 paesi abitati, Torri e Rocchette, e un castello, rocchettine, disabitato dai primi anni 60. In quest’ultimo è stata girata una importante scena de “Il nome della rosa”. Sicuramente da non perdere se si visita il nostro comune è la Chiesa principale di Torri che conserva al proprio interno importanti reperti, il borgo di Rocchette paese natale di un notevole pittore del ‘600 del quale, oltre la casa dove è nato, si possono ammirare le tele all’interno della Chiesa. Non molto distante da Rocchette è bello visitare l’eremo di San Sebastiano. E tornando verso torri, dopo una tappa al tipico castello di rocchettine, si giunge a Vescovio dove è possibile ammirare il santuario della Madonna della Lode in stile romanico che è risalente al 1200 con notevoli affreschi. Accanto al santuario sorge la città romana del II secolo d.C. dal nome Forum Novum, già citata da Virgilio e Plinio. Imperdibile è anche una visita al museo degli antichi mestieri. Nel post pandemia si è visto un consistente interesse da parte di originari e persone che cercano un rifugio sicuro. Permangono altresì i problemi cronici dei piccoli borghi e soprattutto si soffre dei pochi investimenti nella manutenzione stradale e infrastrutture varie.
QUANDO NASCE? – Le prime menzioni di Torri in Sabina in epoca medievale risalgono al 747, quando un “casalis Turris” compare nel Regesto di Farfa tra le donazioni fatte all’Abbazia dal duca di Spoleto; conferme di questa donazione si ripetono nel 817 da parte del Papa Stefano IV, nel 840 da parte dell’imperatore Lotario I e nel 1084 da parte di Enrico IV. La fondazione del castello tuttavia sembrerebbe essere piuttosto tarda e la prima attestazione certa della sua esistenza risale al 1298. Intorno alla metà del XIV secolo Torri si trovava sotto il controllo diretto della Santa Sede, come risulta dal registro del cardinale Albornoz (1364). Nel 1368 il feudo pervenne agli Orsini, grazie alla concessione fatta da Urbano V a Buccio e Francesco di Giordano Orsini. Fino al 1477 non vi furono ulteriori passaggi proprietari del paese fin quando proprio nel 1477 il cardinale Latino Orsini – con i fratelli Roberto e Napoleone – restituirono il possedimento al pontefice Sisto IV che da parte sua lo assegnò al figlio legittimo del cardinale stesso, Paolo Orsini. La signoria degli Orsini perdurò sino al 1698 quando, in seguito alla morte di Flavio Orsini, il feudo fu devoluto alla Santa Sede; nonostante ciò, Anna de la Tremouille, moglie di Flavio Orsini, ottenne il permesso di conservare il feudo fino alla sua morte, avvenuta nel 1728: da allora in poi Torri rimase proprietà della Camera Apostolica. Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno, cantone di Magliano (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, come capoluogo di cantone. Con la Restaurazione e la riforma del 1816/1817, Torri entrò a far parte della provincia Sabina, delegazione di Rieti, distretto di Poggio Mirteto, come governo di secondo ordine nell’ambito del governo di Calvi (1817); nel riparto territoriale del 1827 risulta podesteria del distretto e governo di Poggio Mirteto, con le comunità appodiate di Montasola, Vacone, Rocchette e Rocchettine, mentre nel successivo riparto del 1831 è governo di secondo ordine dipendente da Poggio Mirteto. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, avvenuta nel 1860, il comune fu assegnato alla provincia Perugia, nel 1923 passò sotto la provincia di Roma fino al 1927 allorché entrò a far parte della neoistituita provincia di Rieti. L’originaria denominazione di Torri nel 1863 fu modificata in “Torri in Sabina”.
COSA VEDERE? – Torri in Sabina ha una forte impronta medioevale che comporta l’avere nel territorio un continuo susseguirsi di architetture religiose, militari e di importanti siti archeologici. Lasciano senza fiato gli scorci dai quali è possibile ammirare le distese di ulivi tipici del territorio sabinese. Il luogo più caratteristico e imperdibile del paese è la Chiesa di Santa Maria a Vescovio, stupendo esempio di edificio romanico conserva intatte le caratteristiche del sec. XII e che si erge dove si trovava Forum Novum, l’antica città romana. Al suo interno, sono conservati stupendi affreschi risalenti allo stesso secolo di costruzione dell’edificio: la chiesa è uno tra i più noti e importanti monumenti della Sabina perché fu l’antica Cattedrale dei Sabini. La chiesa principale del paese è quella di San Giovanni Battista, un punto di ritrovo della comunità cristiana del comune: questa conserva un manufatto del VI sec. riutilizzato come fonte battesimale, una tela di Vincenzo Camuccini (XIX sec.) e importanti tele di storia Umbra. Per tutti gli appassionati di storia dell’Arte, la Chiesa di San Salvatore a Rocchette, restaurata nel 1701, offre la visione dei dipinti di Girolamo Troppa, artista seicentesco che ebbe nel borgo le sue origini e che è presente con le sue opere in molte chiese e palazzi di Roma e del Lazio ed è esposto nei musei di Copenaghen, Londra, New York. Se si vuole far visita a Torri in Sabina non si può che fare tappa anche a uno dei più interessanti siti archeologici presenti in questo territorio, ovvero quello del Forum Novum, che ricorda come, in epoca augustea, questo territorio fosse al massimo del suo splendore. Due insediamenti fortificati medievali, denominati Rocchette e Rocchettine, le cui prime notizie risalgono al XIV secolo, appartenuti entrambi alla famiglia dei Savelli. Oggi Rocchette è trasformato in centro abitato, mentre Rocchettine è in stato di abbandono dall’inizio degli anni ’50. Al suo interno la chiesa di San Lorenzo, da poco restaurata, aperta al pubblico solo il 10 agosto e visitabile su richiesta.
QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Il più grande appuntamento del paese è certamente Torna a Rivivere, manifestazione che si svolge dal 1995 e che viene ogni anno organizzata dalla ProLoco locale, è uno splendido momento per non perdere la degustazione dei prodotti del territorio. Caratteristica peculiare della festa è l’apertura delle cantine del paese nonché una visita che porta con sé tradizione e cultura andando alla scoperta di ogni angolo del comune. Molto sentita dagli abitanti è anche la festa del Santo Patrono: San Giovanni Battista che si svolge il 24 giugno e con la quale prende il via Torna a Rivivere.
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