“Si è svolta oggi una festa privata organizzata da Acea S.p.a. presso le sorgenti del Peschiera. Rinfresco, musica, gazebo e persino un ombrellone piazzato sopra il monumento in ricordo degli operai rimasti vittime durante i lavori di realizzazione dell’acquedotto (sigh!). Ovviamente, marchio del Gruppo Acea ovunque, anche sulle mascherine anti-covid delle guardie armate posizionate ai cancelli a difesa della privacy degli invitati”: lo scrive Postribù Rieti.
“Così, è bastato scattare una foto da lontano al momento conviviale che tre guardie private di Acea sono balzate per aggredire un socio dell’associazione Postribù che si è visto minacciato e rincorso lungo la strada comunale antistante e costretto a chiedere l’intervento dei Carabinieri. Ma chi erano gli invitati? Quale interesse avevano a non farsi riconoscere? E perché le guardie armate avevano ordine di impedire con la forza di fare riprese anche fuori dall’area di loro competenza? Qual era il vero motivo della festa? Forse l’inaugurazione del progetto di raddoppio dell’acquedotto che sottrarrà altri 4 metri cubi di acqua al Velino quando le perdite ammontano a circa 10 metri cubi?” dice Postribù.
“Non è una novità che le sorgenti del Peschiera, come quelle de Le Capore, fossero ormai da decenni esclusiva proprietà di Acea S.p.a., ma da quando nel giugno 2019 la Regione Lazio ha trovato il coraggio di rinnovare a Roma Capitale e, “per essa”, ad Acea Ato2 S.p.a. una concessione scaduta addirittura 24 anni fa (per Le Capore mai esistita), il livello di prepotenza con cui la multinazionale gestisce il sistema acquedottistico Peschiera-Le Capore è cresciuto e con esso il disastro ambientale in atto, nonché l’umiliazione nei confronti di cittadini, Sindaci e dell’intero territorio reatino” conclude Postribù.
Foto: Postribù ©