“La vicenda emersa in questi giorni in ordine al pignoramento dei beni immobili di proprietà del comune di Rieti impone alcune considerazioni e riflessioni. Il coordinamento provinciale di ItaliaViva non può tacere su vicende così gravi e condivide i sentimenti della comunità del capoluogo”: lo scrive il Coordinamento di ItaliaViva provincia di Rieti.
“ItaliaViva vuole contribuire a chiarire questa incresciosa situazione che una amministrazione orientata al bene della comunità avrebbe potuto evitare e poteva facilmente risparmiare a una cittadinanza in ansia per l’emergenza economica per un possibile o potenziale ritorno della pandemia del Covid19. Vogliamo chiarire tre aspetti: la gestione della procedura avviata davanti agli organi giudiziari, le responsabilità delle amministrazioni succedutesi negli anni alla guida dell’Ente, e infine la mancata comunicazione alla cittadinanza di fatti potenzialmente rilevanti per la stessa. Va sottolineato che la bagarre di scontro politico impressa al caso dalle opposte fazioni che hanno governato l’ente evidenzia uno scarso senso di equilibrio tendenzialmente a vantaggio delle singole forze politiche ma in danno delle esigenze di chiarezza dovuta ai cittadini. E’ innegabile che la vicenda rappresenta una brutta pagina per la città di Rieti dove incapacità amministrative si mescolano ad una insufficiente sensibilità sulla tutela del bene comune” dicono.
“La debitoria reclamata dalla società Quadrifoglio nasce almeno due giunte fa. La stessa rappresentava uno strumento per massicce azioni di clientelismo politico alle quali evidentemente la Quadrifoglio si è generosamente prestata. La giunta guidata da Petrangeli con la chiusura del Manni ha interrotto la luna di miele e ha dato mano libera alla società piemontese di rivendicare formalmente le sue pretese , ma al tempo stesso non ha avuto la lucidità o la forza per chiudere in via transattiva la partita, di fatto non ponendo fine alla transazione ha dato il via al un braccio di ferro tra l’ente e la cooperativa. Questo mancato/omesso ‘accordo’ era l’unica possibilità stante la mancanza di un contratto formalmente stipulato, condizione questa inderogabile per le amministrazioni pubbliche. La giunta Cicchetti, aldilà dell’essere colpevole per non aver tentato un accordo per chiudere alle migliori condizioni il rapporto con la Quadrifoglio anche in costanza di un giudizio, è responsabile per aver fatto trovare l’opinione pubblica davanti allo spettro di una svendita postpignoramento di alcuni beni. Questo, prima di avere un valore economico sono dei simboli legati indissolubilmente a una comunità cittadina e crediamo che per questo il Sindaco debba chiedere scusa ai cittadini” dice IV.
“Aldilà di questi aspetti inerenti le schermaglie politiche poco edificanti e dell’embargo comunicativo di fatti per loro natura pubblici, crediamo che dobbiamo ricondurre realisticamente la vicenda nel suo perimetro di rischiosità perché i cittadini hanno il diritto di conoscere questo dato. E’ evidente che nella peggiore delle ipotesi, salvo vittorie in appello, l’amministrazione dovrà saldare una posizione debitoria relativa a prestazioni effettuate nel corso probabilmente di un decennio e riteniamo che, alla luce dell’allentamento della morsa finanziaria dipendente dai benefici ascrivibili alla sospensione dei mutui post-sisma, nonché ad altre misure di cui il comune sta beneficiando, la giunta Cicchetti avrà’ minori difficoltà della giunta precedente. Questa considerazione di stampo freddamente amministrativo intende rassicurare i cittadini rispetto a sorprendenti dichiarazioni di tipo terroristico che i cittadini impegnati nelle difficoltà della vita quotidiana non meritano e che lasciano intendere ipotesi non veritiere, ferme restando le responsabilità del Sindaco più sopra richiamate, di annientamento dei simboli della Città. A questo punto il Sindaco pro-tempore, ha il dovere di fare assoluta chiarezza sulla vicenda perché i costi di questa operazione, sicuramente maggiori rispetto al valore “commerciale” delle prestazioni, hanno una genesi, come già osservato, nell’assenza di posizioni forti e dirimenti da parte delle componenti politiche, ma anche nell’inerzia della struttura burocratica che nei fatti è riuscita ad irretire il corpo amministrativo al riparo dalle luci della ribalta” dice IV.
“Chiediamo quindi al sindaco Cicchetti un comportamento chiaro e risolutivo nell’individuare i dirigenti, in servizio o non più tali all’interno dell’amministrazione, che hanno impedito o quantomeno ostacolato la conclusione in bonis del rapporto con la Quadrifoglio disattendendo in toto gli obblighi contrattuali a loro carico. Il sindaco Cicchetti, che probabilmente ha la quota di partecipazione minore alla creazione del debito, ha questi improrogabili doveri per affrancarsi dalle pesanti accuse ricevute, estese fino alla richiesta di dimissioni, e ripristinare in capo ad ogni cittadino il diritto di sentirsi “comproprietario” dei simboli insopprimibili della Città” conclude.
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