Italia Viva Rieti: “Riattivare riflettori sull’opera e figura di Nazzareno Strampelli. Investire su scienza, cultura e giustizia”

Sabato 11 luglio 2020 , presso la sede dell’Università Agraria di Corese Terra di Fara Sabina, si  è svolto un webinar dal tema ‘Nazzareno Strampelli la visione della rivoluzione verde’ patrocinato dall’Istituto  CESAB ( Centro Ricerche in Scienze Ambientali e Biotecnologie ) . Il webinar  gratuito è il primo di una serie di tre che si svolgeranno in autunno. Lo staff dell’Istituto sotto lo stimolo del Prof.re Enrico Martinoli e del Presidente Prof.re Ercole Amato,  insieme al lavoro scientifico di molti ricercatori e l’opera di insigni scienziati nel campo della genetica applicata in agricoltura, stanno cercando di stimolare l’opinione pubblica e le istituzioni  per riattivare e riaccendere i riflettori sull’opera e la figura di Nazzareno Strampelli e l’ex istituto Strampelli di Campomoro di proprietà del comune di Rieti.

 L’obiettivo è di riportare la ricerca proprio nel  luogo dove ha avuto inizio una delle più importanti rivoluzioni scientifiche , la ‘ Prima Rivoluzione Verde ‘ quella iniziata da Strampelli a Rieti. La bella valle Santa  scelta per la sua opera anche da S. Francesco d’Assisi, è tosta, gagliarda, ballerina per la sua sismicità . La sua estrema bellezza è frutto del  perenne lavoro fatto di fatica e sacrifici delle  generazioni che si sono susseguite nella storia di questa terra. Durante questo lungo processo della vita,  piante e uomini si sono adattati e hanno trovato il modo per ricamare paesaggi antropici meravigliosi e incantevoli. La storia della Rivoluzione Verde comincia qui a Rieti per opera di un uomo, Nazzareno Strampelli che lascia la sua vita ‘agita’ della sua comunità e si trasferisce a Rieti comunità  a volte anche ostile,  comunque palesemente non sempre riconoscente della sua grande opera offerta a Rieti  e a tutta l ’Umanità.

Da  due chicchi di grano ‘Noè e Rieti ‘  lo scienziato effettua il primo incrocio tra un chicco giapponese e uno reatino. Dà inizio a una nuova fase della civilizzazione iniziata  con la domesticazione  delle piante e degli animali circa dodicimila  anni fa. La  genetica applicata nasce a Rieti, una storia d’amore infinita che ha come fine quello di sfamare il mondo. Investire in scienza, in cultura e in giustizia verso gli uomini , le piante gli animali e le cose del mondo che ci circondano .Questo il messaggio del webinar. Il mondo accademico già  da anni ha volto la sua ricerca verso l’opera del  grande scienziato,  che per varie vicissitudini storiche e personali non ha avuto il giusto riconoscimento che meritava. Oggi però dobbiamo fare uno sforzo collettivo, per tre motivi principali.

“Uno sicuramente è quello di fare un’opera di giustizia storica nel riconoscere e rivendicare il primato dell’opera scientifica  dello Strampelli oggi universalmente riconosciuto. L’altro è continuare  quello di sviluppare la ricerca strategica  in agricoltura nel luogo dove ha avuto inizio,  e infine , il terzo è quello di riappropriarci culturalmente  del patrimonio scientifico e storico che Strampelli  ci ha lasciato , arricchendo   così ’l’identità’ del nostro territorio e della nostra comunità  della sua preziosa opera  rendendoci unici in questo campo nel mondo. Nel 2022 ricorre l’ottantesimo  anniversario  della morte del grande scienziato cha ha voluto riposare nel nostro cimitero. Tutti, i cittadini e le istituzioni dobbiamo prendere coscienza dell’occasione che abbiamo per operare con giustizia e lungimiranza. La pandemia del Covid19  ha spalancato un tempo nuovo dove niente sarà come prima, ci impone di non sprecare tempo e risorse, e ci dà la possibilità di poter rimediare a errori e omissioni del passato” ha detto Susanna Barina, Coordinatrice di Italiaviva della Provincia di Rieti.

Per continuare : “Se ieri abbiamo partecipato al webinar  del CESAB , è per dare un umile contributo per realizzare un grande progetto che ha bisogno della forza di tutti. Peccato che anche ieri pur essendo stato invitato per tempo, il Comune di Rieti era assente ingiustificato. Rieti ha bisogno di investimenti e innovazione per ripotare nell’Istituto di Campomoro  una ricerca strategica  che ha obiettivi grandi come quella di Strampelli che permise  di sfamare milioni di persone in tutto il modo e innescare  il più grande sviluppo economico del novecento che l’umanità ha mai sperimentato prima nei suoi secoli di civilizzazione. Il trauma subito dalla pandemia del Covid19 con il relativo lockdown , ha fatto toccare e vedere che i cambiamenti climatici sono sopratutto opera di un approccio economico non sostenibile. Il disastro  ambientale e i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti”.

“La pandemia ci ha costretto  ad arrestare un sistema economico  per circa il 65% e in poco tempo la natura ne ha approfittato per rigenerarsi. Una cosa impensabile  prima , ma tra la vita e la morte  responsabilmente, abbiamo scelto di rinchiuderci in casa e aspettare che passasse la nottata. Il trauma però ci ha fatto vedere chiaro alcune cose , tra queste oltre all’importanza dei Valori della nostra civiltà, abbiamo compreso il  ruolo dell’agricoltura  e della qualità del nostro  cibo. La Ministra Bellanova la chiamata la ‘Filiera della Vita’ una definizione evocativa e strategica , L’agricoltura gioca un ruolo centrale per rilanciare l’economia nazionale e locale di questo territorio” ha ribadito Barina.

Per concludere: “Per questo chiediamo agli esperti  e alle istituzioni un progetto  di ricerca che possa soddisfare queste esigenze di verità,  economicità e sostenibilità. In un momento storico come questo di risorse scarse bisogna fare  rete e scelte coraggiose. Lavorare in squadra per affrontare  le grandi sfide del futuro  e tra queste l’aumento della popolazione che si stima arriverà a  Nove  miliardi di persone entro pochi anni . C’è bisogno di un’altra Rivoluzione Verde  scientifica e pacifica, basata sulla genomica  per affrontare le sfide insidiose dell’epidemie e dei cambiamenti climatici. Pensiamo che la strada iniziata da Strampelli sia importante da ripercorrere  con un grande progetto che possa aumentare la quantità  di cibo senza aumentare suolo e acqua. Perché no  riportando  di nuovo la ricerca a Rieti dove storicamente ha avuto inizio?”

Foto: RietiLife ©

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