Cento anni fa, era il 9 luglio 1920, nasceva a Rieti Ercole Martelli, uno dei più famosi corridori del ciclismo reatino, soprattutto cicloturistico e dei veterani. Lo ricorda Fabrizio Tomassoni, memoria della città.
Non ebbe la fama di Adolfo Leoni (che stimava infinitamente e che batté, comunque, alcune volte con interminabili volate), ma i suoi momenti di gloria in un ciclismo ancora dal sapore un po’ epico, Ercole Martelli li ebbe.
Certo, i meno giovani lo ricordano particolarmente come impiegato modello del Catasto cittadino, dove per mezzo secolo gestì le pratiche d’ufficio elargendo sorrisi e inchini al cittadino-utente, con la classe di un vero dipendente dello Stato. Ma era la bicicletta la…vera compagna di vita: non se ne separava mai, scalando spessissimo il Pincetto di Rieti per raggiungere il Catasto di largo Pitoni, e transitando poi per le vie cittadine salutando tutti con un rispetto mai di facciata e regalando scatti memorabili, specie se sollecitati da quel Forza Martelli!!!, rimasto nella memoria collettiva.
Ercole era un passista veloce naturale: dopo le iniziali vittoriose gare regionali, da dilettante nazionale di prima categoria inanellò un palmarès di otto vittorie fino alla chiamata alle armi del 1940. Tornato dalla guerra, Martelli piazzò un quarto posto al Giro d’Abruzzo dilettanti del 1947, fu primo classificato fra i reatini nella Torre de’ Passeri-Pescara del 1948, aggiungendo le tante affermazioni nel cittadino Trofeo Sant’Antonio, nel Giro di Contigliano a cronometro per cicloturisti e in diverse gare anche su pista a Terni e L’Aquila (memorabili le sue sfide nel chilometro lanciato con il pistard ternano Renato Perona, medaglia d’oro a Londra 1948 nel tandem, e su strada con i vari Arnaldo Leoni, Santarelli, Bellagamba, Niutta e Costantino Cecilia). Poi il ritiro dalle corse agonistiche ufficiali per transitare tra i cicloturisti, la famiglia (con la moglie Velia e le due figlie Maria Rita e Adriana) e…la bicicletta, sempre con lui: prima dell’arrivo della tappa Isernia-Rieti (Giro d’Italia 1984) tutti ancora lo ricordano sfrecciare su viale Canali in una delle sue volate-braccia-levate-al-cielo, anticipando il vittorioso arrivo dell’elvetico Urs Freuler. Quello stesso viale – mi raccontò – che lo accolse trionfatore solitario nel Giro del Lazio per cicloturisti del 1989, premiato dal grande Raffaele Di Paco, suo amico da sempre. Ercole Martelli fu tutto questo: una delle ultime apparizioni, in occasione dei suoi 80 anni per il riconoscimento alla carriera, assegnatogli dai Veterani dello Sport reatini.
Se ne andò in silenzio nel giorno di Natale del 2008: fu l’ultima volata di un uomo buono, di un atleta che non soleva mai strafare, che propagandò la bicicletta come stile di vita e che a fine corsa, invece del solito trofeo, spesso preferiva un prosciutto, una damigiana di olio o di vino…esempio di sportivo dal volto pulito che Ercole Martelli incarnò e onorò in modo genuino, semplice, umano!
Foto: Tomassoni ©