Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Oggi andiamo alla scoperta di Monte San Giovanni, un borgo immerso nella natura con tanta storia e tradizione che fanno ancora da padroni nell’incantevole paese medievale.
DOVE SI TROVA? Monte San Giovanni in Sabina sorge a 728 metri sul livello del mare su un costone dei monti Sabini. Il suo territorio, in cui abitano circa 680 persone, si estende per una superficie di 30 km quadrati e dista da Rieti circa 19 km. A presentare il paese è tutta la giunta comunale: il sindaco, Salvatore Mei, il vicesindaco, Stefano Capparella e l’assessore Alessandro Trecci che spiegano: “Monte San Giovanni è un piccolo paese situato sul Monte Tancia, con abitanti accoglienti e ospitali che rendono sempre allegra la visita al nostro comune. Una volta che se ne varca la soglia si resta sempre incantati dai paesaggi che lo caratterizzano. Il borgo medioevale permette una stupenda immersione nella storia e si respira aria d’altri tempi, a tutto questo fa da sfondo la natura incontaminata che permette splendide passeggiate. La Torre che guarda dall’alto l’intero territorio comunale è il simbolo del nostro colorato comune e ne rappresenta l’antico potere signorile mentre quella che fu l’antica cinta muraria è stata in parte assorbita nell’espansione dell’abitato ma delimita ancora oggi lo spazio fisico dell’antico castello. Nonostante il delicato periodo che stiamo vivendo, anche oggi vogliamo volgere un invito a tutti coloro che vogliano passare a trovarci per godere delle bellezze del nostro territorio: siamo tutti pronti ad accogliervi!”.
QUANDO NASCE? La prima notizia dell’esistenza del castello di Monte San Giovanni è abbastanza tarda ed è contenuta in un contratto di vendita del 1240: in questo anno infatti, anche se la data non è molto precisa, Giovanna de Radolfis, ultima discendente della consorteria del Camponeschi, i grandi colonizzatori delle aree in quota dei Monti Sabini, vendette a Napoleone Orsini i castelli di Poggio Perugino, di Monte San Giovanni, di Montenero e delle Macchi. Quando gli Orsini acquistarono tutta questa area l’insediamento era ormai completato. L’opera di conquista agraria e di riorganizzazione territoriale era stata compiuta dai Camponeschi, una consorteria di cui conosciamo poco o nulla, ma che era stata particolarmente attiva tra X e XII secolo. Restano dunque nell’ombra, almeno per le fonti scritte, i dettagli della fondazione di Monte San Giovanni e del castello delle Macchie, anche se non sembra inverosimile fissarne la nascita in periodi non molto lontani da quelli dei castelli vicini tra il 953 e poco dopo l’anno 1000. Monte San Giovanni divenne poi gradualmente il centro principale degli Orsini in questa zona e poco alla volta la potente famiglia baronale romana estese il suo dominio ad un gran numero di altri castelli. Monte San Giovanni rimase in possesso degli Orsini fino agli inizi del XVII secolo, quando il castello tornò alla camera apostolica, che nella seconda metà del Settecento ne concesse in enfiteusi i beni camerali dapprima ad Adriano Antoniazzi Tomassi e successivamente ad Antonio Flavi.
COSA VEDERE? Passeggiare nel paese di Monte San Giovanni significa perdersi nella sua storia, prettamente medievale, all’occhio, non appena si arriva nel territorio, spunta subito la grande torre che sovrasta dall’alto il comune. Si entra nel paese attraverso la porta-torre dell’antico castello, e tra vicoli e viuzze di aspetto caratteristico, si sale verso la parte più elevata del castello di Monte San Giovanni, una possente torre quadrangolare, ora restaurata e dedicata a ricordo dei caduti di tutte le guerre. La torre rappresenta uno dei segni più caratteristici del comune. Uno dei segni caratterizzanti del Medioevo è la presenza di un numero molto elevato di edifici religiosi. La chiesa di San Sebastiano è la più antica chiesa del territorio di Monte San Giovanni, risale infatti al 1182, oggi questa chiesa è stata restaurata e conserva alcuni affreschi del 1500 ed una Madonna del 1400 conosciuta come “Madonna del Latte”. Oltre alla Chiesa di San Sebastiano, in un registro delle chiese della diocesi reatina redatto nel 1398, sono ricordate anche quelle di S. Giovanni, di S. Pietro, di S. Vittoria e di S. Angelo (restaurata di recente). Con il passare del tempo molte chiese e cappelle presenti nel territorio di Monte San Giovanni furono unite alla Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Evangelista, divenuta progressivamente la più importante del territorio dipendente dal Vescovo di Rieti. La Chiesa di San Giovanni Battista è stata costruita sui resti dell’antica rocca, di fronte alla torre, e conserva oggi dei pregevoli dipinti: una “Vergine con Bambino” del XVI secolo ed un “San Michele Arcangelo” del XVII secolo. Imperdibile è poi una meravigliosa passeggiata fino alla grotta di San Michele che si trova sulle pendici occidentali del monte Tancia, in una parete di roccia calcarea a picco. Qui in uno dei suoi anfratti, fino a due decenni fa quando fu asportata, si poteva osservare nell’oscurità una figura femminile seduta, scolpita rozzamente in una stalattite, molte sono state le suggestioni che questa immagine ha suscitato nel tempo, lasciando ampi varchi all’immaginazione. La statuetta, alta 44 cm e larga tra i 9 ed i 12 cm, è stata spesso identificata con la dea Vacuna, una divinità caratteristica dei Sabini, legata al culto dei boschi e delle acque e che ha lasciato molte tracce sia nelle fonti letterarie, sia nelle epigrafi, sia nei toponimi. Secondo la leggenda agli inizi del IV secolo d.C. un serpente pestifero si era insediato nella grotta e da lì insidiava la vita degli abitanti del luogo. Dio però, sollecitato dalle loro preghiere, decise di porre fine alla sua opera. Testimone del prodigio fu papa Silvestro, rifugiato sul monte Soratte, da quell’episodio ne nacque una chiesa e un monastero. Oggi la grotta di S. Michele conserva ancora tracce consistenti del suo passato. Salendo lungo la scalinata si accede finalmente alla grotta, lasciando in basso i resti delle strutture del monastero che ospitava i monaci. Entrando si nota subito l’altare sovrastato dal ciborio costituito da due colonne, dai rispettivi capitelli che sostengono la copertura a timpano. Il ciborio, voltato nella parte inferiore, è rivestito da due strati di affreschi, di cui l’ultimo e meno pregevole è una ridipintura del precedente. Sulla parete della grotta, verso la finestra che illumina fiocamente l’ambiente, ancora affreschi bassomedievali una Vergine Maria con il Putto, un S. Michele splendente nella sua corazza dorata. Penetrando nell’oscurità sulla sinistra della grotta si apre uno stretto e basso speco sul fondo del quale, fino a un ventennio fa alla luce delle torce elettriche, moderne fiaccole, si poteva scorgere l’immagine della divinità pagana, ricordo di millenni di storia.
QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? Sono tanti gli appuntamenti durante i quali si può conoscere il comune e sono spalmati su tutto l’anno. A gennaio c’è la festa di San Sebastiano, l’ultima domenica di maggio la festa dell’Immaginetta, ad agosto l’ormai tradizionale sagra dei maccheroni a fezze con musica, balli e l’assaggio della tradizionale pietanza della cultura della Sabina. La terza domenica di agosto si tiene la festa di San Generoso Martire. Infine, sul chiudere dell’anno si festeggia il 27 dicembre la festa di San Giovanni Evangelista, Santo patrono del paese.
Foto: Gianluca VANNCELLI ©