(di Christian Diociaiuti) Un futuro da scrivere, la D, il ricorso per fare i playout di C, i contatti di Curci, i tifosi scoraggiati per non dire atterriti. L’estate del Rieti è di nuovo un travaglio. Certi da qualche giorno della retrocessione in D, ripartono le “audizioni” per il successore di Curci – intenzionato a uscire al 100% – mentre c’è da slegarsi dal passato, tra ricorsi e pendenze che incidono sulle trattative. Le indiscrezioni conteggerebbero un’esposizione di circa un milione, in cui sono inclusi i pagamenti a dipendenti e fornitori, calciatori ma anche servizi e utenze. Non poco in una stagione che non è neanche terminata appieno.
LA PISTA LOMBARDA E DEL REGNO – Riccardo Curci, unico proprietario del Rieti, vuole uscire. Del tutto. Lasciarsi alle spalle 5 anni di successi, sconfitte, sacrifici ed esborsi. Sul suo tavolo, secondo quanto a disposizione di RietiLife, una pista che porta in Lombardia, con imprenditori con cui è stato già intrapreso un discorso. Altri dettagli non sono disponibili e questo già fa drizzare le antenne. Perché chi segue le vicende del Rieti non dimentica la vendita ai greci e a Italdiesel. E la voglia è di sapere subito nomi, cognomi, obiettivi e sostenibilità del progetto è tanta. A scanso di equivoci. Si è arenata la trattativa “domestica” con l’imprenditore campano Carmine Del Regno, prima “sostenitore” e poi nel cda del Rieti calcio dal dopo-Italdiesel; Del Regno nelle scorse settimane è stato poi protagonista di un’uscita da ruoli dirigenziali del club. Prima del patatrac l’accordo tra Curci e Del Regno prevedeva di sostenere i costi del fine stagione suddividendo l’impegno di spesa nelle percentuali 70% (Del Regno) e 30% (Curci). Accordo che avrebbe permesso di far confluire il club, nella sua totalità, nelle mani di Del Regno (pare sostenuto da altri imprenditori). Ma il lockdown ha cambiato i piani (e pure le spese). E Curci quel 30% ora non vuol metterlo. Facendo inabissare, così, la trattativa con lo stesso Del Regno (che nel frattempo ha visto il figlio Agostino firmare un contratto pro con la Salernitana).
UN REATINO – Nel ventaglio dei contatti per il futuro del Reti nelle ultime ore si è inserito Tito Capriccioli, patron dell’Amatrice dei miracoli, quella squadra che in pieno periodo post-terremoto è balzata dalla Terza categoria alla Promozione. “C’è stato un contatto – dice Capriccioli, titolare di una rivendita edile nel cuore di Amatrice, davanti al parco in cui c’è la stele dedicata alle vittime del sisma – la prossima settimana una persona che mi rappresenta dovrebbe vedere il legale di Curci. Io posso investire, sono in grado di fare una Serie D dignitosa e non certo una C di vertice – dice, chiaro, Capriccioli – ma investo solo se c’è serenità”. Capriccioli, insomma, vuol vedere bene la situazione del Rieti calcio, l’esposizione di un club che attualmente può vantare come valore il solo titolo di Serie D. Ma l’Amatrice che fine farebbe? “Resta – dice Capriccioli, con un passato anche nel rugby – La mia idea è avviare una simbiosi, uno scambio tra le due realtà. Col Rieti che gioca a Rieti e l’Amatrice al Tilesi. Abbiamo un bel campo, utile per i ritiri, i raduni, per i nostri giovani e la scuola calcio. Sia quelli del capoluogo che della mia Amatrice. Vorrei qualcosa di più reatino, vorrei coinvolgere quanto più possibile il nostro territorio. Ma ovviamente bisogna capire la fattibilità e la situazione del Rieti. Altrimenti amici come prima, non credo si sia perso tempo da entrambe le parti”.
I TIFOSI – Sui social i tifosi mostrano tutto il loro scoramento a margine di due anni difficili, tra tanti bassi e alti praticamente nulli. “Non siamo schiavi della categoria – fanno sapere – e lo diciamo chiaramente: il fallimento non è un problema se serve per dare credibilità e stabilità al nostro calcio, come accaduto in altre piazze simili alla nostra e più grandi. Chiunque sia il presidente, Rieti torni ad essere una società pulita. Preferiamo la prima categoria come L’Aquila e che settore giovanile, impiantistica e pagamento dei fornitori siano un vanto e non un problema. Che sia una società che possa girare per alberghi, ristoranti e per l’Italia senza essere offesa. Vogliamo una società che non abbia le ombre di quelli che ci hanno fatto retrocedere quest’anno e anche Curci deve uscire allo scoperto e ci faccia capire cosa vuol fare. Chiederemo in tutte le sedi necessarie chiarezza, trasparenza, rispetto”.
RICORSO – L’iter del ricorso del Rieti per partecipare ai playout domani vivrà una fase importante. Ma che abbia esito positivo per gli amarantocelesti rimane molto difficile. Insomma, la D è praticamente una certezza. Si legge sul sito del Coni: “L’udienza di discussione afferente ai ricorsi contro la FIGC avverso i CC.UU. n. 208/A e n. 209/A della FIGC (Serie B e Lega Pro) si terrà venerdì 19 giugno 2020, a partire dalle ore 15.30, dinanzi alle Sezioni Unite del Collegio di Garanzia. Il Collegio sarà composto dal Presidente, Franco Frattini, e dai componenti Mario Sanino, Manuela Sinigoi, Massimo Zaccheo, Dante D’Alessio. Tenuto conto della natura esclusivamente cartolare del procedimento e di quanto disposto dall’art. 4, comma 2, dell’apposito Regolamento; considerato che le argomentazioni giuridiche avanzate sono state trattate e sviluppate in maniera estremamente chiara, dettagliata ed esauriente; valutata l’importanza e la delicatezza delle relative questioni e la presentazione di apposita istanza di discussione orale; tutto quanto premesso e considerato, il Presidente del Collegio di Garanzia accorderà alle Parti una breve esposizione orale attraverso collegamento telematico mediante la piattaforma Microsoft Teams. Considerata, da ultimo, l’affinità di alcune argomentazioni e questioni dedotte, l’esposizione orale terrà conto anche di questa circostanza al fine di evitare esposizioni ripetitive”.
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