Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Un paese speciale quello che visiteremo oggi, immerso nel verde della natura ma con tantissimo da ammirare e una storia tutta da raccontare.
DOVE SI TROVA? – Orvinio è un comune di 387 abitanti situato a 840 metri sul livello del mare, sulle propaggini settentrionali dei monti Lucretili, si trova a circa 40 km da Rieti e si espande su una superficie che copre quasi 25 km quadrati. A presentare il comune sono il sindaco, Alfredo Simeoni, e il vicesindaco Luca Cervelli: “Orvinio è un suggestivo e minuscolo borgo medievale, circondato da boschi, che domina un panorama mozzafiato su un paesaggio incontaminato di rara bellezza. Una volta arrivati è impossibile non restarne affascinati e non desiderare di tornarci. Una tavolozza di colori e sapori che si rispecchiano nel fascino del Giardino delle Orchidee, nei sentieri naturalistici del Parco e dei suoi panorami, nei nidi di aquile e nei prodotti tipici di allevamento e agricoltura che regalano piatti genuini e saporiti, celebrati nelle numerose sagre in ogni stagione dell’anno. Orvinio inoltre custodisce ricchezze artistiche di grande pregio, grazie alle sue splendide chiese impreziosite dagli affreschi del pittore Vincenzo Manenti, qui nato nel 1600, e alle opere dell’incisore settecentesco Girolamo Frezza. Numerose le meraviglie disseminate sul territorio e le leggende che le avvolgono. Ma il segreto di Orvinio è la sua gente che permette a chiunque, in brevissimo tempo, di sentirsi parte integrante del luogo. Qui le persone vivono una vita semplice, strettamente legata a tradizioni antiche e dove arte e folklore sono un forte richiamo alla storia locale, tanto da aver istituito un sito dedicato ai racconti degli anziani che dà, tra l’altro, la possibilità di effettuare visite virtuali dei luoghi descritti nei ricordi narrati. Per tutti questi motivi, Orvinio è stato inserito nel club di Borghi più Belli d’Italia ed è diventato il primo Comune Amico del Lazio di SharryLand, si trova inoltre sull’ottava tappa del Cammino di San Benedetto”.
QUANDO NASCE? – L’origine di Orvinio fu fatta risalire al periodo in cui i Siculi occupavano la Sabina, successivamente la città fu abitata degli Aborigeni e ricordata dagli antichi storici romani per essere un centro di grande fama, dominato da un tempio dedicato alla dea Minerva. L’antica città di Orvinium fu completamente distrutta prima dell’anno mille. Il nome del villaggio medievale era Canemorto, che la tradizione attribuisce ai soldati di Carlo Magno, i quali avrebbero chiamato “cani morti” i Saraceni annientati in battaglia. Con l’avvento del Regno d’Italia, nel 1863 il Comune viene chiamato Orvinio, nella convinzione, non accertata, che Canemorto fosse sorto nell’area dell’antica città sabino-romana di Orvinium, citata sia da Marco Terenzio Varrone (I sec. a.C.) sia da Dionigi di Alicarnasso (I sec. a.C.). Il borgo per molti secoli è rimasto sotto il dominio dei monaci Benedettini di Santa Maria del Piano, nel XVI secolo divenne prima feudo della famiglia Orsini e poi della famiglia ducale dei Muti. Dopo il 1625 passò nelle mani della famiglia Borghese che ottennero il titolo di duchi. Nell’800 Orvinio fece parte dello Stato Pontificio e fu anche sede di Governo.
COSA VEDERE? – Tra i luoghi di interesse più noti del posto c’è senz’altro il giardino delle orchidee in cui, ci racconta il vicesindaco, “Partendo dall’interno del paese e continuando a salire sui monti verso la zona delle ‘Pratarelle’, su un piccolo altopiano con vista verso le catene montuose del Lazio e dell’Abruzzo, da maggio alla fine di luglio si possono ammirare diverse specie di orchidee spontanee con la più alta concentrazione del Parco dei Monti Lucretili”. Al borgo si accede attraverso un arco ed il centro storico è protetto da una cinta muraria alternata da torri di difesa e varie costruzioni di epoca rinascimentale. A dominare il borgo è il Castello dei marchesi Malvezzi – Campeggi, costruito intorno all’anno Mille e poi ampliato nel Cinquecento dagli Orsini. Oggi è stato convertito in una villa residenziale che ospita eventi di vario genere. Alcuni autori sostengono che il castello sorse sopra l’antica arce di Orvinio, nel luogo dove sorgeva il tempio di Atena ricordato da Dionigi di Alicarnasso. Nel Castello esistevano trabocchetti funzionanti e in esercizio nell’epoca feudale, le pareti ed il pavimento dei locali sottostanti erano munite di spade taglienti, punte e pali di ferro acuminati. Altissimo nel comune è il turismo religioso anche per via della grande quantità di chiese presenti sul territorio e per la storia che nascondono. Prima tra tutti la chiesa di Santa Maria di Vallebona della quale si racconta che un pastore mentre tagliava l’edera udì un grido e guardando il suo falcetto lo vide sporco di sangue. Scrutando fra le foglie vide l’immagine della Madonna ferita ad un labbro. Il pastore prese l’immagine e la portò nella chiesa di San Nicola ad Orvinio ma la mattina seguente l’immagine era tornata a Vallebona dove era stata trovata. I fedeli allora raccolsero fondi per edificare una chiesa proprio in quel punto, probabilmente sui ruderi di un vecchio castello. La chiesa si presenta con una pianta rettangolare con copertura a capanna semplice e un’unica navata con un altare per lato. Il portale di pietra è sormontato da timpano triangolare e fiancheggiato da finestre quadrate. All’interno si trovano tele ed affreschi di Vincenzo Manenti ed altre maestranze locali. Altro importante sito è l’Abbazia di Santa Maria del Piano che varie ipotesi sembrano attribuire al periodo carolingio quando Carlo Magno sconfisse i saraceni in queste terre e dunque come edificata come ringraziamento alla Provvidenza, sebbene non esistano fonti certe che lo confermino. Di epoca più tarda è invece la chiesa di Santa Maria dei Raccomandati che si trova nella parte alta del paese e che fu edificata nel 1582 durante la signoria del Baroni Muti, qui durante la dominazione napoleonica vi trovarono rifugio i soldati francesi i cui fuochi per scaldarsi provocarono grossi danni alle pareti. La Chiesa più importante per la popolazione, che vi si riunisce, è la parrocchiale San Nicola di Bari che si presenta con una pianta ottagonale, nella facciata del campanile, in linea con la Chiesa a due metri di altezza da terra è stata incastrata una antica scultura, probabilmente di marmo bianco proveniente dalla vecchia chiesa abbattuta, riproduce la facciata in miniatura di un Tempio Cristiano, che aveva forse il ruolo di antico ciborio. Degno di nota l’altare di San Rocco con statua lignea del santo risalente al XIX secolo.
QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Il sindaco ci racconta che “Molto attive sono le diverse associazioni che operano sul territorio: Pro Loco Orvinio, Orviniando, Moka Letteraria Aps, Centro Anziani Orvinio, Gruppo Protezione Civile Comunale che si occupano dei vari eventi che il comune è lieto di ospitare. Le sagre nel territorio sono tantissime, tutte per celebrare i sapori del territorio: polenta e polentone, patata, fettuccine all’aglione, pizzillu e cecamariti. Altri eventi oramai divenuti tradizionali sono il carnevale estivo, Orvinio in fiore, Notte romantica, Orvinio in arte, Enorvinio, Autunno orviniese”. Per il 2020 sono tanti gli eventi in programma ma, a causa della pandemia da Covid-19, la programmazione è stata sospesa in attesa delle evoluzioni normative e sanitarie.
Altra realtà molto importante in comune sono le confraternite che si occupano di organizzare le processioni e sono la Confraternita del Santissimo Sacramento, la Confraternita Gonfalone e la Confraternita S. Elisabetta che organizzano ben otto processioni nel corso dell’intero anno, tra queste si ricordano quella del Venerdì Santo, quella del Corpus Domini ma anche e soprattutto, la più seguita, è quella del Santo patrono del paese, San Nicola Patrono di Orvinio che si tiene la mattina del 30 agosto.