(r.l.) Anche Reinhold Messner interviene sul Terminillo. Il celebre alpinista, stamattina, in un articolo d’opinione nella sua rubrica “L’Avventuroso” sulla Gazzetta dello Sport (pagina 25) cita anche la montagna reatina e, indirettamente, il TSM2, il progetto che con diversi milioni di euro promette di ampliare il parco impianti. Progetto per il quale, nel pomeriggio di oggi, verrà presentato un comitato per il sì.
Ma il sostegno non sembra arrivare da Messner. “Sia in Himalaya sia in Amazzonia avviene quello che, in altri modi, è stato fatto in passato e continua a essere fatto anche oggi sulle nostre montagne: sacrificare la natura pensando a ritorni immediati, senza guardare alle conseguenze a lungo termine – scrive Messener – Ma i progetti che vengono finanziati sono sempre dello stesso tenore, sulle Alpi come sugli Appennini. Ancora consumo di territorio. Milioni di euro investiti per costruire nuovi impianti, sacrificando ettari di bosco in zone in teoria tutelate, come si vuol fare sul Terminillo. E questo anche se le statistiche dicono che sulla montagna del Lazio (alta 2217 metri) da decenni i giorni realmente utilizzabili per lo sci continuano inesorabilmente a diminuire. Come in calo è, in generale, il turismo legato allo sci alpino. Un calo che la pandemia aggraverà. A crescere sarà lo scialpinismo. Ma si stanziano soldi pubblici per costruire o allargare piste”.
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Solo il Terminillo viene definito una montagna con la quale si sacrifica la natura? É assurdo, sciare é il miglior contatto tra uomo e natura! mi fa specie che a dirlo sia Mesner.