“Finalmente, come chiesto dal Coordinamento Reatino per il Diritto alla Salute e Politiche Sociali e praticamente da tutte le forze sociali e dai politici del territorio, la Asl di Rieti ha deciso di ‘lavorare’ i tamponi Covid-19 presso il Laboratorio analisi dell’Ospedale ‘San Camillo de Lellis’: lo scrive lo stesso Comitato.
“Pubblicata la delibera n° 553 del 29 maggio 2020, con la quale affida ‘alla Società Servizi Diagnostici srl di Roma, la fornitura, in noleggio, di uno strumento e dei relativi consumabili per la ricerca, in biologia molecolare, del virus Covid-19, tramite prelievo da tampone’. Il costo stimato, per tre anni, è di euro 213.454 + iva, per un totale di 261.413,88. Era ora! L’ospedale provinciale De Lellis, era rimasto l’unico, nella regione Lazio, che non processava i tamponi” dice il CdS.
“In precedenza, i tamponi oro-faringei e naso-faringei, fatti nel territorio, venivano trasportati dai mezzi della Croce Rosa, almeno una volta al giorno, tutti i santi giorni, presso varie strutture regionali site in Roma; qui venivano lavorati e poi i risultati, venivano inviati a Rieti – continua il comitato – tutto questo aveva, tra l’altro, costi non trascurabili; ogni trasporto veniva a costare 366 euro, indipendentemente dal quantitativo dei campioni trasportati; nel solo mese di Marzo la spesa per il trasporto è risultata pari a 12.290 Euro. Poi c’era il costo dell’analisi del campione pari a 69,88 euro cadauno; se consideriamo che, come da dichiarazione del Direttore Generale del 4 maggio, il numero dei campioni eseguiti era stato, fino ad allora, di 15.000, possiamo immaginare il costo totale! Nonostante il costo ingente, il sistema non era assolutamente efficiente perché, questo andare e venire, tra Roma e Rieti, comportava ‘ ..significativi ritardi sui tempi di acquisizione dei referti, rispetto all’effettuazione degli stessi – in house- con evidenti ripercussioni negative sia sull’inizio della cura del paziente sia sulle attività epidemiologiche di sicurezza da attuare sui soggetti e luoghi correlati al paziente stesso’. Ed allora, considerato che, questa situazione, rimarrà tale fino a quando non arriverà il vaccino (se va bene tra circa 1 anno) e che ‘…la situazione emergenziale in atto, non consente l’espletamento di procedure ordinarie, bensì richiede l’utilizzo di poteri straordinari in deroga alla vigente normativa..’ la Asl ha correttamente deciso di procedere, diciamo abbastanza rapidamente, a dotare il laboratorio dell’ospedale della strumentazione necessaria per processare i tamponi con risparmio di soldi e, soprattutto, di tempo”.
“Riteniamo, considerato quanto sopra detto, che una spintarella a questa decisione, sia stata anche la considerazione che, su questa situazione specifica, la Magistratura contabile (leggi Corte dei Conti) avrebbe potuto anche configurare un danno erariale” conclude il Comitato Diritto Salute.
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