È al vaglio in questi minuti, da parte del Consiglio dei Ministri, la bozza del decreto che tratteggia i provvedimenti per spostamenti e attività a partire dal 18 maggio, quando appunto scadrà il Dpcm che conosciamo dal 4 maggio e che ha dato il via alla fase 2.
Da lunedì, secondo la bozza, “gli spostamenti all’interno del territorio regionale non sono soggetti ad alcuna limitazione“. Mentre saranno vietati “i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Si potrà effettuare il trasferimento nelle seconde case purché siano all’interno della Regione di residenza, nel nostro caso il Lazio.
Sempre nella bozza, si legge che dal 3 giugno saranno consentiti di nuovo gli spostamenti tra le Regioni. “Gli spostamenti sul territorio nazionale possono essere limitati solo con provvedimenti in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”. Non sarà dunque più necessaria l’autocertificazione.
In una fase in cui il Governo darà molti poteri alle amministrazioni locali, su tutte le Regioni, c’è spazio anche alle decisioni dei sindaci, per dare respiro al concetto di territorialità già anticipato. Al sindaco è affidato il potere di “disporre la chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile garantire adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro”. Per quanto riguarda le attività economiche e produttive sono consentite “a condizione che rispettino i contenuti di protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di esercizio o in ambiti analoghi, adottati a livello nazionale. Le singole regioni possono adottare propri protocolli nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. Le misure limitative delle attività economiche e produttive possono essere adottate, nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità”.
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