Il FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo lancia la 10ª edizione del censimento “I Luoghi del Cuore” che si svolgerà dal 6 maggio al 15 dicembre 2020 e invita tutti i cittadini, nei piccoli borghi e nelle grandi città, nei paesi meno conosciuti e in quelli più noti, in Italia ma anche all’estero, a votare i luoghi italiani che amano di più e vorrebbero vedere tutelati e valorizzati.
Dal 12 maggio su iniziativa del Comitato “Ospedale Vecchio e Chiesa di Sant’Antonio Abate”, presieduto da Mario Giulio Pizzoli e coordinato da Giacomo Nicolò, Valentino Iacobucci, Andrea Granati e Chiara Lucantoni, il complesso dell’Ospedale Vecchio e della Chiesa di Sant’Antonio Abate di Rieti è in gara per il 10° censimento nazionale dei Luoghi del Cuore del FAI.
Il Gruppo FAI di Rieti sostiene il Comitato e invita tutti a votare per questo luogo, affinché possa essere restaurato e valorizzato attraverso un progetto di finanziamento che con un discreto numero di voti potrà partecipare al bando promosso dal FAI.
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Si ricorda che è possibile votare tutti i luoghi che si amano, ma per ognuno si può esprimere solamente un voto.
La scelta di tale luogo si basa su motivi legati, oltre che alla sua indiscussa importanza artistica e culturale, anche all’attualità della triste emergenza sanitaria, in quanto in epoca medievale vi venivano curati i pellegrini che si ammalavano in città o che erano di passaggio verso Roma. In epoche successive è qui che furono accolti i contagiati durante la pestilenza del 1656 e durante l’epidemia di colera del 1837. Proprio perché si è trattato di un luogo di cura sarebbe opportuno non abbandonarlo al degrado e restaurarlo, rendendo onore a tutti coloro che in 700 anni hanno assistito i ricoverati e ai tanti benefattori, tra cui anche Mattia Battistini, che nei secoli hanno sostenuto e mantenuto in vita l’ospedale.
Un vero capolavoro è poi la Chiesa dedicata a S. Antonio Abate, protettore degli animali domestici, tanto caro ai reatini che lo onorano il 17 gennaio con la benedizione degli animali e poi con la tradizionale sfilata dei “cavalli infiocchettati”. È stato anche un eremita e i suoi seguaci alla sua morte si dedicarono proprio alla cura degli infermi, producendo medicamenti tra cui quello più famoso del grasso di maiale per la cura della pelle. Per questo il Santo è spesso raffigurato nell’iconografia con vicino un maialino.
La chiesa, progettata nel 1570 da Jacopo Barozzi, detto il Vignola, è un splendido monumento ripreso dalla famosa chiesa del Gesù di Roma dello stesso Vignola. Attualmente non visitabile, sono in corso lavori da parte della Soprintendenza, nasconde al suo interno bellezze artistiche e architettoniche. Da riscoprire e restaurare l’adiacente ampio giardino panoramico che nel 2018 è stato recuperato, abbattendo prefabbricati fatiscenti, grazie ad un finanziamento della Regione Lazio.
Molti testimonial sono già pronti a sostenere questi luoghi segreti e pieni di fascino, nella convinzione che sia fondamentale non dimenticare le grandi testimonianze di un tempo passato che ha ancora tanto da insegnare.
Foto: RietiLife ©