Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Cottanello, meglio conosciuto, fino a Roma, come il comune del marmo rosso, è il nostro viaggio di oggi, come sempre dalla poltrona di casa.
DOVE SI TROVA? – Cottanello è un comune di 559 abitanti che sorge a 550 m sul livello del mare e dista 23 km dal capoluogo. A presentarlo Monica Volpi, dell’ufficio turistico di Cottanello: “Cottanello è un paesino abbracciato da cinte murarie medievali e adagiato su una collina di 550mt. Chi, venendo da Rieti, ha la fortuna di percorrere la strada verso Cottanello al tramonto, dopo aver superato il valico di Fontecerro, si ritrova davanti agli occhi uno spettacolo inaspettato: il suggestivo Eremo di San Cataldo incastonato nella roccia e, sullo sfondo, il profilo solitario di Cottanello che emerge tra il rosa del cielo e la campagna circostante. A pochi chilometri di distanza si trova l’importante cava di marmo rosso, materiale impiegato sin dall’epoca romana. Sfruttata soprattutto da Bernini e dal Borromini per decorare gli interni delle loro chiese (ad esempio la Basilica di San Pietro), la cava insieme all’eremo di San Cataldo, è stata dichiarata dalla Regione Lazio ‘Monumento Naturale’ nel 2017. Superando questo sito, e salendo ancora un po’, si apre lo splendido scenario dei prati di Cottanello con le sue caratteristiche ‘casette’ costruite con le pietre della ‘Rocca di Montecalvo’, un’antica costruzione fortificata che si erge di fronte ad esse, ma nascosta ora dalla vegetazione. Tornando a valle, ecco di nuovo Cottanello: il suo centro storico medievale è fatto di stradine concentriche che lo attraversano e che custodiscono piccoli gioielli d’arte come chiese, resti marmorei e stemmi che spuntano all’improvviso. Se si prosegue il viaggio verso poggio Mirteto, a salutarci è un sito archeologico che sorprende per la ricchezza della sua decorazione musiva: la villa romana appartenuta alla famiglia degli Aurelii Cottae, dalla quale Cottanello prende il nome. Passeggiando al suo interno è possibile ammirare i pavimenti interamente mosaicati con tessere talvolta bianche e nere, ma anche riccamente colorate con decorazioni geometriche, floreali e non solo … la villa custodisce anche colonne in marmo rosso Cottanello e un grande impianto termale. Visitarla è un’emozione unica. L’augurio è che al più presto si torni alla normalità per poter riaprire, ai turisti e ai Cottanellesi, i cancelli della villa e la porta di San Cataldo; per godere della frescura dei verdi prati in estate, festeggiare insieme in piazza o per fare semplicemente una bella passeggiata nel centro storico e, infine, per poter tornare a mangiare una pizza in compagnia degli amici vicini ma, in questo periodo, troppo lontani”.
QUANDO NASCE? – Il nome Cottanello deriva da un importante ramo della gens Aurelia, gli Aurelii Cottae, nobiltà plebea che sembra discendere dal re Numa Pompilio e che servì Roma con personaggi di spicco nella vita politica e militare dal III secolo a.C. al I d.C. I Romani, dopo la conquista della Sabina, ne suddivisero il territorio in villae, fondi agricoli in cui vennero nel tempo costruiti complessi abitativi anche di grande pregio, come dimostra il loro ritrovamento in epoca moderna.
Quando la Sabina fu invasa dai Longobardi, tra il 570 e il 900, l’Abbazia di Farfa fu distrutta, quindi i sabini si arroccarono sulla cima delle alture creando fortificazioni e, insieme ad altri Castelli della Sabina, sorse anche quello di Cottanello. Le prime notizie documentate del vocabolo di Cottanello risalgono al 1027, quando la longobarda Susanna, figlia di Landolfo e di Taxia e moglie di Attone conte sabino, ne fece dono al Monastero di Farfa per la remissione dei peccati. Importante fu per il paese anche l’arrivo, intorno al 1217 di S. Francesco nella valle di Rieti, il Santo passando per Cottanello compì il miracolo di ammansire i branchi di lupi che infestavano la zona e di porre fine alle grandini che rovinavano i raccolti. Durante questo periodo Francesco dimorò nell’Eremo di San Cataldo, che si trova tuttora nel territorio comunale.
Nel 1283 gli abitanti di Cottanello affidarono al condottiero Orso, della signoria degli Orsini, il dominio perpetuo del castello. Gli Orsini, una delle famiglie più illustri della nobiltà di tutti i tempi, intervenirono nella fortificazione del paese che ebbe ben tre mura di cinta, la più interna che ancora circonda la rocca mentre le altre sono a tratti ancora visibili più a valle. Gli Orsini non vivevano nel castello ma avevano un Podestà che li rappresentava, il dominio della famiglia durò nei secoli anche se con vicende alterne.
Nell’età barocca divenne molto rinomato il marmo di Cottanello, detto anche pietra persichina, estratto nelle cave del monte Lacerone che sovrasta il paese. Esso era noto sin dal I sec. a.C. sebbene il suo impiego fosse limitato a opere di pavimentazione per le sue spiccate proprietà di compattezza e resistenza e se ne facesse largo uso in prossimità della località di estrazione, come mostrano i ritrovamenti della villa romana dei Cotta. L’impiego del marmo di Cottanello a Roma è documentato per la prima volta nel 1648 nella Fabbrica di San Pietro, il cantiere romano per eccellenza, alla cui edificazione avevano contribuito artisti come Bramante, Michelangelo e Bernini. Nel 1645, ad un anno dalla salita al soglio pontificio, Innocenzo X Pamphili avviò la decorazione dell’interno di San Pietro in previsione del Giubileo del 1650, affidando la direzione dei lavori a Gian Lorenzo Bernini, Architetto della Fabbrica dal 1629.
Il paese rimase sempre fedele al Papato tanto che quando arrivarono le truppe Napoleoniche fu protagonista della rivolta contro gli invasori. In questo periodo cessò anche il dominio degli Orsini ed il paese passò direttamente alla Camera Apostolica. Il paese distrutto dalle guerre fu ricostruito lentamente e la popolazione visse in uno stato di totale abbandono, di miseria e di fame, all’ombra delle poche famiglie facoltose, proprietarie di terreni e di bestiame ma lentamente si riprese, infatti nel 1822 arrivò il primo medico. Nel 1860 Cottanello vota all’unanimità per l’accettazione del Regno d’Italia.
COSA VEDERE? – Certamente imperdibile è una visita al centro storico di Cottanello che è completamente pedonale, visitandolo si ha l’opportunità di ammirare ancora l’aspetto di castrum così come era nell’età romana con la doppia cinta muraria concentrica ed uno spazio interstiziale per la ronda. Nel paese si può entrare dalla porta a nord, che è denominata Porta del Regno perché affacciava verso il Regno di Napoli, questa fu ricostruita intorno al 1570. Attualmente questo è l’ingresso del paese ma probabilmente nel periodo medievale era una porta secondaria la cui salita di accesso ha rimpiazzato nel tempo quello che fu il ponte levatoio. Appena varcata la soglia del paese si incontra sulla sinistra la Chiesa di S.Luigi, questa era un oratorio della Compagnia del SS. Sacramento come attestato dal simbolo ‘IHS’ posto sul timpano del portone di ingresso. Sulla destra, invece, entrando sempre dalla stessa porta si trova il palazzo dell’Istituto Rinaldi che prende nome in memoria della determinata ed emancipata Lucia Rinaldi che alla morte avvenuta nel 1865, non avendo prole, donò la sua casa al comune di Cottanello con il patto che sarebbe stata utilizzata per l’istruzione delle sole fanciulle del paese. Così fu fatto e nel 1880 arrivarono ad insegnare le suore del Preziosissimo Sangue. In seguito, l’edificio ospitò l’asilo comunale ed oggi, appena restaurato, viene utilizzato per mostre e convegni, mentre un’ala è destinata alle riunioni dell’associazione della Val d’Aia. In cima alla ripida salita alla destra dell’Istituto si incontra un’arcata con due caratteristici finestroni. Superando i finestroni ci si trova sulla via del Corridoio. Dopo la curva, salendo a sinistra siamo di fronte alla Casa Baronale, l’antico palazzo degli Orsini. Adiacente alla Casa Baronale si nota un ingresso in cima a delle scale: era l’ingresso laterale da cui l’importante Compagnia del SS. Sacramento entrava nella Chiesa di Sant’Andrea: sono sulla piazza centrale del paese l’ingresso e la facciata di questa chiesa parrocchiale, le cui ristrutturazioni, fatte dopo il devastante incendio del 1799, hanno cambiato l’aspetto della chiesa che a quell’epoca veniva considerata maestosa per i suoi sette altari.
La porta a sud è la Porta Romana, chiusa da una torre ben conservata, ha questo nome perché indirizzata verso Roma: era probabilmente l’antico ingresso principale, idea rafforzata dal fatto che ha ben tre sistemi difensivi e che reca sull’arcata lo stemma degli Orsini.
Imperdibile una visita al caratteristico Eremo di San Cataldo situato alle porte del paese, si trova incavato in una smisurata roccia granitica che lo ricopre a guisa di tetto, da oltre un millennio protegge la piccola comunità di Cottanello. Il patrono di Cottanello è stato da sempre S. Andrea, ma gli abitanti hanno sempre avuto una particolare predilezione per S. Cataldo, copatrono che si festeggia con gran fervore il 10 Maggio; a lui sono stati dedicati molti “ex-voto”, alcuni ancora visibili all’interno dell’eremo. All’interno la piccola cappellina custodisce i più antichi affreschi in stile bizantino della Sabina, di particolare bellezza, come il millenario dipinto del Redentore ed altri bellissimi dipinti quattrocenteschi, raffiguranti Madonne con Bambino e Santi Vescovi. Nella volta vi sono ancora le rappresentazioni barocche.
A circa 4 km dal paese, in una verde radura, si trovano le famose cave di marmo rosso, denominato “Pietra Persichina” o “Marmo di Cottanello”, estratto nelle cave del monte Lacerone che sovrasta il paese.
QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – (Tutti gli eventi riportati di seguito non sono garantiti a causa dell’epidemia in corso) Tra gli eventi più seguiti è certamente quello del 16 luglio, data in cui è divenuta tradizionale la sagra della pizza fritta; seguitissimo è anche il Ferragosto Cottanellese, organizzato dalla ProLoco: festa che si tiene dal 13 al 16 di agosto. Altra festa seguitissima in paese è la sagra degli stringozzi e castrato.
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