“Nel progressivo avvicinarsi alla data del 4 maggio come CGIL, CISL e UIL del Lazio abbiamo condiviso al tavolo con il Presidente Zingaretti che l’uscita dal lockdown deve avvenire in tempi e regole nazionali. Sul territorio la Regione Lazio ci ha informato di aver elaborato una bozza di linee guida per favorire la riapertura delle attività relative a distanziamento sociale, salute e sicurezza e trasporti, elaborate di concerto con il comitato tecnico scientifico regionale”: lo scrivono i sindacati.
“Uno sforzo sicuramente apprezzabile ma non certo esaustivo rispetto a sciogliere le enormi criticità che abbiamo davanti per arrivare ad una riapertura in sicurezza per i lavoratori e nell’interesse della salute pubblica. Per questo abbiamo proposto di fare degli approfondimenti di merito con tavoli specifici: il grande tema di discussione nella nostra Regione è in particolare quello dei trasporti. Nella riapertura ogni giorno avremmo circa un milione di pendolari che ogni mattina arriveranno nella Capitale e non ci è chiaro come si intenderà gestire il tema dell’intermodalità. Altro tema decisivo sarà in che modo garantire la fornitura dei dispositivi di protezione individuale ai lavoratori, come stimolare accordi settoriali tra sindacato e associazioni datoriali al fine di rimuovere le singole specificità in relazione alle peculiarità produttive. Insomma il percorso è ancora da costruire e c’è ancora tanto lavoro da fare se vogliamo ripartire in sicurezza, soprattutto in materia di vigilanza, monitoraggio congiunto ed esigibilità di quanto previsto dalle linee guida e dai protocolli stessi. Per questo unanime è stato il riferimento ai punti fermi del protocollo sottoscritto lo scorso 14 Marzo in sede governativa tra le parti sociali, che non può essere né derogato né superato, a partire dall’ultimo articolo che prevede la costituzione di comitati di vigilanza e monitoraggio congiunto nelle aziende, alla presenza delle rappresentanze dei lavoratori, il cui coinvolgimento è stato e sarà decisivo per ripartire in sicurezza ed evitare passi falsi” concludono Cgil, Cisl e Uil.
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