“Fa piacere sapere che il presidente Zingaretti ieri abbia trovato il tempo di venire a Rieti, significa che quantomeno si ricorda che la nostra provincia è parte della Regione Lazio, e questa è una notizia”. Lo scrive Chicco Costini, di Area Rieti.
“Certo piuttosto che fare una visita privata e ringraziare prosaicamente chi sta combattendo in prima linea, ci saremmo aspettati che si scusasse dei ritardi nella distribuzione dei dispositivi di protezione individuali al personale sanitario, degli errori commessi dalla sua Regione nell’approvvigionamento di mascherine, ma tant’è, questo è il teatrino della politica. Ma ora siamo ancora in piena guerra, ed il tempo degli approfondimenti e dei chiarimenti arriverà quando l’emergenza sarà risolta, non adesso – dice Costini – Quello che però ci avrebbe fatto piacere sapere, e questo è un problema attuale, è perché Rieti rimane l’unica provincia del Lazio a non avere un laboratorio che tratti i tamponi covid, considerato che perfino Genzano, oltre tutti gli altri capoluoghi di provincia, ha attivato questo presidio. La proposta supportata dall’importante parere tecnico del Dott. Zepponi (personalità di assoluto valore scientifico, che certo non può essere tacciata di inimicizia politica nei confronti dell’attuale maggioranza regionale) è rimasta senza risposta”.
“Ed allora chiediamo con forza ad Antonio Cicchetti, a Giuliano Sanesi, a Mariano Calisse, autorevoli rappresentanti del territorio e che più volte in questi giorni hanno manifestato la positività della loro collaborazione con l’ASL, di farsi promotori di una richiesta in tal senso. La battaglia contro il coronavirus, come ha dimostrato il Veneto, si combatte principalmente aggredendolo nelle fasi iniziali, intervenendo con la terapia prima di essere costretti al ricovero dei pazienti, e per fare questo è necessario poter fare diagnosi rapidamente, attraverso un numero alto di tamponi, utili anche ad individuare contatti ed asintomatici, spezzando la catena dell’infezione. Tutto questo diventerà ancora più cruciale nella cosiddetta fase due, dove la possibilità di isolare i positivi potrà permettere di recuperare quantomeno una parvenza di normalità, e di riaprire attività economiche con maggiore sicurezza. Avere la possibilità di trattare a Rieti i tamponi, accelererebbe i tempi di risposta, renderebbe più semplice l’azione dei medici di base, vere sentinelle di prima linea” continua Area.
“Non ci si risponda che il problema sono i reagenti, perché dopo due mesi dall’inizio della pandemia è inimmaginabile che non si sia provveduto a reperirne scorte sufficienti, e soprattutto non è credibile in una Regione che risulta tra quelle che ne hanno fatti di più in Italia. Comprendiamo l’importanza di salvaguardare Roma, giusto vanto dell’assessore D’Amato, ma questo non può significare sacrificare un territorio come il nostro, che tra l’altro visti i numeri non provocherebbe grossi impegni. Le guerre si vincono attaccando il nemico, non chiudendosi in difesa, ed oggi dobbiamo sfruttare questa situazione di parziale tregua, inseguendo il virus dove si trova, non aspettando che si manifesti. Strategia sicuramente più utile dell’imposizione del vaccino antiinfluenzale, imposizione che lascia molte perplessità rispetto alla sconfitta della pandemia. Basterebbe ricordare che nella nostra provincia, come in gran parte d’Italia, i maggiori focolai epidemici li abbiamo avuti nelle RSA, luoghi in cui la stragrande maggioranza degli ospiti, se non la totalità, era vaccinata. E non ci sembra che questo abbia preservato dall’infezione” conclude Costini.
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