“Figlia mia e infermiera, sei un orgoglio in questa emergenza: ti amo!” | LA LETTERA

Riceviamo e pubblichiamo, nel giorno della festa del papà la lettera di un lettore a sua figlia infermiera impegnata nell’emergenza del coronavirus all’ospedale De Lellis di Rieti.

“Buonasera,durante questa reclusione casalinga forzata,non posso fare altro che passare da una tv ad un altra, sempre più addolorato delle notizie e dei numeri che questo stramaledetto mostro produce.

In tutte le tv la parola eroi, viene spesso ripetuta x chi come mia figlia quotidianamente presta servizio negli ospedali, la parola sofferenza, dolore e morte ha trovato troppo eco in molte case dei nostri connazionali, in molti piangono i loro cari, ed in molti soffrono per loro.

Oggi e’ la festa del papà, ed avere proprio oggi la consapevolezza di ricevere gli auguri dalla propria figlia che mentre vi scrivo è pronta per tornare in ospedale per il suo turno di notte, dopo esserne tornata ieri stravolta di fatica ed altro, mi rende particolarmente felice di avere il proprio eroe dentro casa.

Quel reparto dove si lotta tra la vita e la morte, in quel reparto dove la sofferenza è davvero tanta, la mia eroe è lì, così giovane e cosi fragile ma con tanta voglia di trasmettere agli altri il suo aiuto e il suo valore, senza sentirsi un eroe, per noi lo sono ma loro no, anche se stremati si sentono felici per questo, aiutare chi in questo momento storico sta’ soffrendo davvero, e’ la loro parola d’ordine.

Anche io esco per lavoro e, pur avendo contatto con il pubblico, mi rendo utile  nel mio piccolo  alla collettività ma io torno a casa sereno, non sfinito come vedo lei in questi giorni, 8/ 12 ore  lavoro, tornare, riposare e ripartire; mai mi sarei aspettato che la mia “fidanzatina” fosse stata in grado di fare.

Lei come tanti ragazzi giovani ed in molti in forza lavoro con contratto a termine, si stanno riprendendo il futuro, a chi di questi giovani il futuro non avrebbe mai affidato, io per primo, non vi nascondo che come genitore sono davvero preoccupato, è un lavoro durissimo specialmente in questo momento ma se vedo il suo sorriso quando esce di casa ,mi rassicura e mi fa’ star bene, ai giovani possiamo riconsegnare il futuro di questo mondo, ora ne sono certo.

Vai figlia mia, stanotte regala qualche sorriso in più a tutti gli ammalati che dovrai assistere,fallo anche per noi che siamo qui fuori e ci lamentiamo nel non poter uscire di  casa,aiutateci ancora di più a capire insieme a tutto il personale, che il mondo sta davvero cambiando e che il vostro sacrificio non sia fine a se stesso, e che possiamo ancora grazie al vostro esempio trovare valori e forza per le generazioni che verranno. Io stanotte non dormirò, ne sono certo e ti sognerò ridente come sempre ed in silenzio aspetterò il tuo ritorno, ti amo!”

IL PAPA’ DI UNA INFERMIERA’

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