(pa.cor.) Una conferenza stampa per “fare sapere alla città e ai 19mila firmatari della petizione per salvare la sanità reatina, che ci siamo e continueremo a controllare quanto accade”. Così le associazioni del Coordinamento Diritto alla Salute durante la conferenza stampa presso la sala consiliare comunale indetta ad un anno esatto dall’assemblea tenutasi all’Alcli il 21 febbraio 2019.
In apertura l’annuncio che ieri, con delibera 736, la Regione Lazio ha istituito un gruppo di lavoro per una “Sanità partecipata” con cui viene riconosciuto il diritto di coinvolgimento alle associazioni a livello operativo. Poi il resoconto dell’anno trascorso attraverso settanta slide, fatto dal presidente Anmic, Giuliano Cardone. “Non molliamo – ribadisce- visto che il decreto del 2019, con cui si prevede un laboratorio analisi in spoke con il sangue che verrebbe lavorato al San Filippo Neri, è stato sospeso ma rimane comunque in piedi ed invece noi ne chiediamo la revoca”.
Torna anche la richiesta di sospensione del decreto Lorenzin e la salvaguardia del nosocomio reatino in base all’articolo 17 bis della legge per le aree terremotate che lo permetterebbe. Si passa poi ai dati con il numero dei posti letto che dovrebbero essere 550, di cui 100 per la riabilitazione ed invece ad oggi se ne contano poco più di 300 e una mobilità passiva al 46% con il volume di attività ospedaliera sceso al 31% e otto posti di primario vacanti.
Non può mancare il tema del nuovo ospedale con 189 milioni disponibili anche se ad oggi non si conosce il sito dove dovrebbe nascere.
“La sanità reatina deve essere affidata a persone che sappiano realmente gestirla e che siano all’altezza. Non dico che il dirigente attuale sia incompetente ma evidentemente serve qualcuno di diverso”: a parlare l’ex primario Basilio Battisti.
Interviene anche il consigliere
Antonio Boncompagni che sottolinea: “la fuga dei pazienti e dei medici che vincono il concorso e poi tornano a Roma. È ora di incassare dalla Regione un correttivo che porti nuovi medici a Rieti”.
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