“Quanto hanno perso del proprio salario gli uomini e le donne in cassa integrazione a zero ore nel 2019? Il dato regionale fa tremare i polsi: lavoratori e lavoratrici di Rieti e delle altre province hanno subito un taglio netto medio di 27,3 milioni di euro. Il dato emerge dal dodicesimo rapporto sulla cassa integrazione del servizio politiche attive del nostro sindacato”. Lo fa sapere Alberto Paolucci, segretario della Uil di Rieti e della Sabina romana.
Poi ha continuato: “Il risultato allarmante emerge dalla ricerca che ha preso come riferimento le retribuzioni medie annue di operai e impiegati mettendole a confronto con i sussidi erogati e le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Istituto nazionale di previdenza sociale. La ricerca evidenzia quanto sia ormai necessario porre all’ordine del giorno il tema della rivalutazione dei tetti massimi del sussidio fissati per legge. Una rivalutazione che però va agganciata agli aumenti contrattuali e non soltanto al tasso di inflazione annua che registra indici prossimi allo zero”.
“Altro dato allarmante per la nostra provincia è il numero delle ore di cassa integrazione accordate durante l’anno da poco concluso. Circa 160mila in meno, considerando l’ordinaria, la straordinaria e quella in deroga. Una flessione che condividiamo con altre quarantotto province italiane. E che a Rieti si attesta al meno 27,8 per cento. Una cifra che ci accomuna alla provincia di Udine (-26,7 per cento), a quella di Enna (-28 per cento) e di Reggio Calabria (-24,5 per cento)” ha proseguito Paolucci.
Per concludere: “Nella nostra regione gli ammortizzatori sociali lo scorso anno hanno salvaguardato 5469 operai e 5464 impiegati. Il calo della nostra provincia non è sinonimo di ripresa del mercato del lavoro. Piuttosto di continuo affanno, di crisi aziendali e di imprese che hanno chiuso definitivamente i battenti. O nella migliore delle ipotesi di lavoro precario. Basta un solo dato: lo scorso anno nel Lazio i contratti della durata di un giorno hanno rappresentato il 36,6 per cento del totale e sono arrivati a quota 580 mila. Un numero che si fa davvero fatica a conteggiarlo come occupazione”.
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