Coronavirus, venerdì scorso all’Istituto Spallanzani si è tenuta una riunione operativa per la gestione di eventuali casi a Roma e nel Lazio di persone con sospetta patologia da Coronavirus. Sono stati convocati tutti i responsabili dei pronto soccorso, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per rendere note le procedure operative. I casi sospetti a Roma e nel Lazio verranno gestiti in maniera centralizzata proprio dall’Istituto nazionale malattie infettive ‘Spallanzani‘, con un trasporto che verrà fatto a carico dello stesso istituto se il paziente è già ricoverato in ospedale, altrimenti con il servizio 118. Per l’eventuale gestione di casi pediatrici, la collaborazione e l’indicazione di centralizzazione è attraverso l’ospedale Bambino Gesù. Anche qui si è predisposto un protocollo operativo tra ospedale pediatrico e Istituto. Alla riunione era presente anche l’Azienda Sanitaria Locale di Rieti. I sintomi iniziali della malattia da coronavirus di origine cinese (2019-nCoV) sono identici a quelli conseguenti a germi comuni che aggrediscono le vie respiratorie: i più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale. La malattia da 2019-nCoV va sospettata solo in caso di viaggio nelle zone a rischio o contatto con persone infette.
EPIDEMIOLOGIA – I coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi. Il 31 dicembre 2019 le autorità sanitarie cinesi hanno segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la presenza di un focolaio di casi di polmonite ad origine sconosciuta nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. La maggior parte dei casi presentava un legame epidemiologico con il mercato ittico di Huanan Seafood, nel sud della Cina, specializzato nella vendita all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi. Il 7 gennaio un nuovo ceppo di coronavirus (2019-nCoV) è stato identificato da un paziente appartenente al suddetto focolaio. Questo ceppo di coronavirus è responsabile di casi di malattia polmonare registrati in Cina e fuori dalla Cina, la maggior parte dei quali importati. Allo stato attuale la situazione epidemiologica è in rapida evoluzione e può mutare nel tempo, pertanto si rimanda ai principali siti di monitoraggio della situazione internazionale per eventuali aggiornamenti.
CENNI CLINICI DELLA MALATTIA – Sebbene le informazioni sulle caratteristiche cliniche dell’infezione siano al momento limitate, le evidenze suggeriscono un periodo di incubazione medio di 2-7 giorni con un massimo di 14 giorni. Le manifestazioni cliniche più comuni consistono in febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie. Si ritiene che il virus possa causare sia una forma lieve, simil-influenzale, che una forma più grave di malattia. Una forma inizialmente lieve può progredire in una forma grave, specie in presenza di patologie croniche pre-esistenti, quali ipertensione e altri problemi cardiovascolari, diabete, patologie epatiche e altre patologie respiratorie; le persone anziane potrebbero essere più suscettibili alle forme gravi.
CASI SOSPETTI – Attualmente sono da considerare casi sospetti, da sottoporre ad esami laboratoristici specialistici per la ricerca del virus, i casi che rispondano a specifici requisiti sia clinici che epidemiologici, per i quali si rimanda ai siti dedicati (Ministero Salute; Regione Lazio). In generale, sono sospetti i casi di malattia respiratoria grave con febbre e tosse associati o ad una storia di viaggio nella città di Wohan e/o nella provincia di Hubei, o a contatti con soggetti che abbiano soggiornato o lavorato in tali regioni. Allo stato attuale non sono stati segnalati casi, neppure sospetti, nella provincia di Rieti.
Per maggiori informazioni, i link di riferimento del Ministero della Salute e della Regione Lazio
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