Dopo la presentazione a Poggio Moiano la scorsa settimana, in una gremita aula consiliare del Comune di Rieti, i ricercatori del Laboratorio di chimica del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive della Sapienza di Roma insieme ai ricercatori del Centro Oncologico di Ricerca e Prevenzione della Provincia di Rieti (Ce.Ca.Re.P.), sostenuto dall’ALCLI e dalla Sabina Universitas, hanno illustrato alla città i sorprendenti risultati del progetto “Qualità dell’aria e salute della popolazione pediatrica: profilo di esposizione ad inquinanti tossici e cancerogeni presenti nell’aria di zone urbane, industriali e rurali”.
Una ricerca importante anche a firma reatina, già pubblicata su riviste scientifiche. A ribadire l’utilità di un Centro di ricerca oncologica reatina, il vice Presidente dell’ALCLI Emilio Garofani : “L’auspicio è di continuare a credere nella ricerca e stringiamoci tutti intorno a questa eccellenza che è il Ce.Ca.Re.P che ci permette come associazione non solo di stare accanto ai malati ma di poter sconfiggere il cancro con la ricerca e la prevenzione. Per molti malati è unica speranza. Credo che i nostri ricercatori reatini siano molto qualificati confermando che pure in provincia si può fare un’ottima attività strategica di ricerca”.
A dire grazie ai ricercatori di Roma e del Centro di Prevenzione Oncologica di Rieti, il Vescovo Domenico Pompili che ha dimostrato di essere sempre molto attento alle questioni riguardanti la salute pubblica della comunità nonché ai progetti che contribuiscono anche alla crescita culturale del territorio. “Continuate così” ha detto il Vescovo Pompili.
“Obiettivo del progetto, uno dei tanti portati avanti dal Ce.Ca.Re.P. – spiega il Direttore Vincenzo Mattei – è quello di tracciare un profilo di rischio di esposizione a tossici e cancerogeni ambientali nei bambini di età compresa tra i cinque e gli undici anni residenti in tre specifiche aree della provincia di Rieti: area urbana, area industriale ed area rurale. I principali responsabili di questa esposizione sono risultati il grado di urbanizzazione dell’area di residenza, il traffico autoveicolare e il fumo passivo di seconda e terza intenzione”. Il Direttore Mattei ha ricordato che grazie all’ALCLI che in 4 anni ha messo a disposizione personale qualificato e un laboratorio attrezzato, il Centro di Ricerca reatino ha realizzato importanti studi sull’Oncologia per la comunità, già pubblicati in riviste di settore. La ricerca serve per poter consentire mirate campagne di prevenzione e screening da parte della sanità territoriale. “E per questo, dicono da ALCI, si ringraziano i ricercatori del Laboratorio di Medicina Sperimentale e Patologia Ambientale della Sabina Universitas Stefano Martellucci, Francesca Santilli, Cecilia Mei).
Il Prof. Matteo Vitali del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie infettive della “Sapienza”, ha spiegato il tipo di studio fatto. Dal 2016 al 2018 è stata effettuata una raccolta di campioni di urine dei bambini con l’aiuto dei volontari dell’ALCLI: “Sono stati effettuati due prelievi, uno in inverno ed uno in estate, al fine di confrontare i dati in presenza e assenza di riscaldamenti domestici. Il tasso di partecipazione alla ricerca è straordinario, circa 700 bambini pari a circa il 73% di adesione. Mai successo prima in una ricerca che i bambini fossero parte così attiva. È stato sviluppato e validato un metodo che consente la determinazione nelle urine di benzene, metil-terbutil-etere ed altre 12 composti indicatori di esposizione a inquinamento urbano e fumo passivo; la presenza di queste sostanze risultata strettamente connessa con i comportamenti dei genitori fumatori in ambiente domestico (fumare quando il bambino non è presente o non fumare in casa), in coerenza con il fenomeno definito third hand smoke (fumo di terza mano). Parallelamente al prelievo di campioni di urine, ai genitori dei bambini sono stati somministrati dei questionari i cui dati sono stati raccolti ed elaborati in un lavoro dal titolo: ”Further Insights on Predictors of Environmental Tobacco Smoke Exposure during the Pediatric Age” (trad. “Ulteriori approfondimenti sui predittori dell’esposizione ambientale al fumo di tabacco durante l’età pediatrica”), pubblicato sulla rivista scientifica International journal of environmental research and public health.
Dopo l’interessante relazione della Dott.ssa Maria Luisa Astolfi del Dipartimento di Chimica della Sapienza sui livelli di concentrazione degli elementi chimici inorganici nelle urine dei bambini, ha chiuso i lavori la prof.ssa Carmela Protano del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive della Sapienza sulle abitudini e stili di vita dei bambini di Rieti. In sintesi: oltre il 40% dei bambini reatini sono esposti al benzene nella propria abitazione. In famiglia si fuma davanti ai propri figli. Un’esposizione così precoce che risulta molto pericolosa.
Un terzo dei bambini analizzati è in sovrappeso, il 15 % non fa attività fisica e come detto oltre il 41 % dei bambini è esposto a fumo passivo, soprattutto delle mamme. Dall’analisi dei dati è emerso infatti che il 41,4% dei partecipanti ha vissuto con almeno un fumatore e quasi la metà dei bambini esposti al benzene ha vissuto con uno o più fumatori che non osservano alcun divieto di fumare in casa. Inoltre, è stato osservato che in base al grado di istruzione del genitore il rischio di esposizione al benzene a casa aumenta significativamente ed il “caso peggiore” è rappresentato da entrambi i genitori che fumano. I tre più significativi fattori di rischio per la malattie croniche con la più alta incidenza di mortalità sono: dieta scorretta, inattività fisica, uso del tabacco. Lo stile di vita è un vero fattore di rischio. Per questo i ricercatori concludono che sarebbero necessari interventi preventivi più efficaci per proteggere i bambini dall’esposizione al benzene e che alcuni di questi dovrebbero essere specificamente rivolti ai genitori che fumano in casa. La Prof.ssa Protano ha poi sottolineato l’importanza del sostegno dell’ALCLI tramite il quale è stato possibile attivare delle borse di studio, preziose nello stato di precarietà di molti ricercatori. Sono intervenuti tra gli altri la referente dell’Ufficio Scolastico provinciale, Stefania Saccone, il direttore della Sabina Universitas Daniele Mitolo, i Docenti delle Scuole Primarie coinvolte (vedi sotto), la Dirigente scolastica dell’Istituto Sacchetti Sassetti, Mirella Galluzzi
L’evento si è chiuso con la sorprendente dichiarazione del delegato del sindaco Stefano Eleuteri che dopo un articolato intervento iniziale sull’utilità della giornata che consente ad una comunità di conoscere il centro di ricerca della Sabina Univerisitas che è un presidio indispensabile per il territorio e i ringraziamenti non formali all’ALCLI per questo supporto fondamentale, ha annunciato che il Comune di Rieti alla luce dei risultati dello studio sui bambini, si attiverà per vietare il fumo in luoghi pubblici alla presenza di assembramenti di persone e soprattutto bambini.
Sollecitato dalla Presidente dell’ALCLI Santina Proietti sul problema dei mozziconi di sigaretta lasciati a terra altamente inquinanti, ha aggiunto che il Comune si sta adoperando per il problema. La produttiva giornata si è chiusa con numerose domande ai ricercatori da parte di un’attenta e partecipativa platea.Il Ce.ca.rep continuerà a fare progetti di prevenzione e ricerca nelle scuole per tutelare al meglio la salute dei cittadini reatini.
I bambini coinvolti sono quelli dei Distretti Scolastici Primari sotto elencati, a cui va tutta la gratitudine dell’ALCLI e dei ricercatori: Scuola primaria “Guglielmo Marconi” – Istituto Comprensivo “Angelo Sacchetti Sassetti”, Rieti; Scuola primaria “Santa Rufina” – Istituto Comprensivo “Galileo Galilei”, Cittaducale (RI); Scuola primaria “Leonardo Da Vinci” – Istituto Comprensivo “Ferruccio Ulivi”, Poggio Moiano (RI).
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