Impazza la polemica sull’impianto biometano di Vazia, che cerca l’ok al progetto ma vede opporsi comitati di quartiere e molti cittadini, nonostante la strenua difesa dell’azienda che ne propone la realizzazione.
“Il Comitato ‘La Rotonda’ – scrive il presidente Ugo Andrea Matteocci – intende informare i cittadini di Rieti sull’impianto di produzione di biometano da digestione anaerobica impiegando una miscela composta da biomasse residuali/sottoprodotti così come definiti nella tabella 1.A del Decreto 6 luglio 2012 e da frazione organica da raccolta differenziata (FORSU), con recupero di anidride carbonica, realizzato in un’area nella disponibilità del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Rieti, individuata al catasto del Comune di Rieti FG. 25 PART.LE 262, 334, 339, 346, 347, 332, 348 di mq. 19.328. L’impianto di produzione di biometano non è un impianto confinato che riguarda solo i cittadini di un territorio limitrofo alla città di Rieti, è un impianto che interessa l’intera comunità cittadina e pertanto noi del comitato “La Rotonda 2010” intendiamo dare le giuste informazioni agli abitanti di Rieti”.
“L’impianto interessa la falda acquifera – dice il comitato la Rotonda – l’impianto è posizionato sopra la falda acquifera dove APS (Acqua Pubblica Sabina) attinge l’acqua per alimentare l’acquedotto comunale di Rieti. I tecnici della Ditta dicono che l’impianto non presenta rischi, però la storia cittadina ci porta a riflettere sulle aree industriali dismesse e oggi da bonificare. La gestione dell’impianto magari sarà fatta a regola d’arte ma chi ci può rassicurare che, nel tempo, non si possano accumulare nel terreno e quindi nel sottosuolo sostanze nocive che potranno compromettere in futuro l’utilizzo della falda per uso potabile domestico”.
E ancora: “La cittadella dei rifiuti: L’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto della Enersì creerà le condizioni per non poter più negare in appresso l’insediamento di nuove altre attività di trattamento dei rifiuti. In pratica si corre il serio rischio di trasformare l’area in una cittadella dei rifiuti allontanando le altre aziende manifatturiere, nonché quelle a vocazione sanitaria ed agroalimentare che hanno scelto il sito di Rieti proprio per la bontà dell’acqua e dell’aria. Il traffico veicolare: ci sarà un notevole incremento del traffico di automezzi, anche di grandi dimensioni tipo semirimorchi, che impatteranno pesantemente sulla circolazione già abbastanza congestionata e con i traffici giornalieri di rifiuti sulla SS4 Salaria provenienti verso Rieti da Roma, aumenterà la pericolosità. Impianto largamente sovradimensionato – scrive il comitato – il Comune di Rieti produce ogni anno circa 3.750 tonnellate di rifiuto organico (FORSU) raccolto con il sistema della raccolta differenziata con il porta a porta. L’impianto della Enersì è stato dimensionato per trattare 35.000 tonnellate di FORSU ogni anno oltre ad altre 35.000 tonnellate di altri materiali (letame suino, liquame bovino, sottoprodotti di origine animale (SOA), acque di vegetazione dei frantoi oleari, sansa di olive. Perché a Rieti dobbiamo realizzare un impianto di trattamento dei rifiuti prodotti da altre comunità?”.
“Per tutte queste ragioni – chiude il comitato – chiediamo che il comune di Rieti, la Provincia di Rieti e la Regione Lazio neghino l’autorizzazione a questo impianto. Inoltre come cittadini di Rieti chiediamo che il Consorzio del Nucleo Industriale riformi il regolamento per il rilascio delle autorizzazioni escludendo, d’ora in poi, dall’area tutte le attività pericolose per l’ambiente e per la salute dell’uomo, solo così potremo salvaguardare le bellezze e le peculiarità del nostro territorio.
Infine si vuole ricordare al nostro Sindaco che impianti di trattamento rifiuti non possono essere ubicati a meno di 1000 metri da siti sensibili come l’Ospedale e che il centro urbano di Madonna del Passo, non è mai menzionato nel progetto in parola”.
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