Confartigianato Imprese Rieti informa che l’INPS, con un messaggio in extremis, ha comunicato la proroga al 31 gennaio 2020 per la scadenza del versamento dei contributi sospesi e per l’invio della domanda di rateizzazione per le aree del Centro Italia colpite dal sisma nel 2016 e 2017. La proroga interessa aziende, lavoratori autonomi, agricoli e iscritti alla Gestione Separata delle aree del Centro Italia colpite dal sisma.
La nuova scadenza, che sostituisce quella del 15 gennaio, riguarda infatti sia la presentazione delle richieste di dilazione sia il pagamento dei contributi sospesi, cioè della prima rata o del totale, se si è scelto di versare l’importo in un’unica soluzione senza applicazione di sanzioni e interessi.
L’agevolazione riguarda le regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, per quanto riguarda i territori colpiti dagli eventi sismici del 24 agosto 2016, 26 e 30 ottobre 2016 e 18 gennaio 2017.
Come ricorda l’INPS, è possibile richiedere la dilazione fino a un massimo di 120 rate mensili. È sempre l’INPS a precisare che il versamento dei contributi previdenziali dovrà essere effettuato nella misura del 100% per la quota a carico del committente e nella misura del 40% per la quota a carico del collaboratore.
Maurizio Aluffi, Direttore di Confartigianato Imprese Rieti ribadisce: “La proroga ha molte criticità, non è sufficiente per le nostre imprese, per i lavoratori autonomi e gli agricoli, già fortemente messi a dura prova in questi interminabili anni. Di certo non è questo il modo di aiutare e dare sostegno ai nostri territori, agli artigiani e alle piccole imprese, che creano coesione sociale, lavoro e occupazione. Ci sentiamo nuovamente mortificati da queste scelte inadeguate”.
“Siamo fermamente convinti – continua Aluffi – che coloro che sono ancora alle prese con la ricostruzione non possono e non devono pagare tasse e contributi. Chi in questi anni ha tentato di resistere e non ha cancellato la partita IVA, la posizione INPS, INAIL, ecc. deve essere premiato e non ‘ucciso’. Se tre anni e mezzo non sono bastati per far ripartire il lavoro, non è certo colpa delle imprese.
Paradossalmente questi imprenditori si ritroveranno con il Durc negativo e non potranno partecipare nemmeno alla ricostruzione che verrà. Basti pensare che solo per il 2016, 2017 e 2018, di soli contributi INPS, ognuno ha accumulato quasi 12.000 euro. C’è veramente qualcuno che pensa che con guadagni di poche migliaia di euro si possano versare importi di questa entità?”. “La nostra preoccupazione – conclude il Direttore di Confartigianato Imprese Rieti – è che ci sia la morte di queste imprese e che l’unica alternativa che rimanga è quella del lavoro nero”.
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