Qual è lo stato d’animo di un uomo che deve decidere sull’uccisione di 335 persone? È la domanda che ci si pone di fronte le carte private del processo a carico dell’autore dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, Herbert Kappler, appartenute a Euclide Fantoni, il generale che fu presidente del tribunale che ha condannato l’ufficiale nazista.
Il materiale è composto dai documenti, dagli appunti e dalle pubblicazioni che è ora possibile ritrovare nel libro Il processo Kappler nelle carte dell’Archivio di Stato di Rieti, realizzato da Daniele Scopigno, funzionario del Mibact e giornalista, con edizioni “Il Formichiere” e che sarà presentato in occasione del Giorno della Memoria del 27 gennaio, data dedicata alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto. L’appuntamento è alle 16 nella sala conferenze della sede archivistica reatina in viale L. Canali 7. Si tratta di un’iniziativa dell’Archivio di Stato di Rieti in collaborazione con il Museo storico della Liberazione di Roma e l’Associazione storica per la Sabina. Parteciperanno Renato Covino dell’Università di Perugia, Antonio Parisella dell’Università di Parma-presidente del comitato direttivo del Museo di via Tasso e Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio di Stato reatino.
Nel libro è contenuta la ricostruzione delle Fosse Ardeatine e del processo che ne seguì attraverso la documentazione che aveva conservata per sé il generale, originario di Roccantica in provincia di Rieti, le cui carte private rappresentano l’elemento di novità all’interno di un’ampia storiografia dedicata alla vicenda. Un aspetto unico che, attraverso le note e i commenti apposti liberamente dal presidente del tribunale militare sulle carte a sua disposizione, permette di ripercorrere l’attentato di via Rasella e le responsabilità del massacro che ne seguì dal punto di vista di chi ha poi emesso la sentenza. Il materiale utilizzato riguarda anche il contesto che ha accompagnato le udienze poiché Fantoni ha conservato pubblicazioni e articoli dedicati alle Fosse Ardeatine e al processo.
Documenti preziosi custoditi dall’Archivio di Stato di Rieti dopo alcune vicissitudini della famiglia Fantoni e tra i quali troviamo, inoltre, alcune relazioni sulle persecuzioni subite dalla Comunità ebraica romana e sulle vittime italiane della Shoah, con il lavoro realizzato dal colonnello Massimo Adolfo Vitale, tra i primi a interessarsi dei deportati ebrei dall’Italia e a cui si deve il tentativo di censirli subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale. La parte finale del libro contiene la vicenda della fuga di Kappler dall’Italia mostrando, con l’uso di documenti desecretati e inchieste giornalistiche, come non siano stati del tutto chiariti i retroscena sul ritorno di Kappler in Germania nel 1977 poco prima della sua morte.
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