Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un lettore.
Gentile direttore,
le invio una lettera-sfogo anticipandole che la mia stima per lei e il giornale che dirige resterà immutata anche se non la pubblicherà. Mi chiamo Giovanni, sono un anonimo lavoratore reatino, precisamente nel pubblico, ed ho due figli.
I miei ragazzi, li chiamo così, hanno 22 e 16 anni. Vengo al punto immediatamente. Sono preoccupato per il presente dei miei figli e dei loro pari età reatini (e non solo). Da cosa? Dalla droga. Sì, dalla droga che gira in città, dalla cocaina in particolare, ma anche da altre schifezze lo stesso dannose e nocive. In tutta onestà mi fido dei miei figli e credo di poter dire che loro ne siano lontani ma, sottolineo il “ma”, posso dire con altrettanta certezza, che loro amici, di vario grado e varie età, ne fanno uso abituale. Io non ho molto potere, nel senso che cerco di esercitare nel miglior modo possibile il ruolo di genitore insieme a mia moglie però mi rendo conto di non avere voce, mi sento disarmato per affrontare una battaglia (forse guerra) che lei, direttore, insieme alla sua redazione potete fare in virtù del vostro ruolo nella società reatina e della vostra enorme diffusione.
Anzi, mi permetta, in virtù di questo si dovrebbe sentire obbligato di far venire alla luce ciò che le sto enunciando e denunciare senza mezzi termini che la nostra cittadina, così apparentemente tranquilla, è invasa di droga di ogni tipo, cocaina ovunque: nei locali, nelle feste, nelle passeggiate, nei centri di ritrovo, nelle attività ludico-sportive, nei circoli dove girano anche bambini, nelle “normali” famiglie e quelle cosiddette “famiglie bene”. Non è la mia percezione o la percezione di un bacchettone ma la dura realtà che stiamo vivendo. Mi dicono che la droga si trovi facilmente, che venga (!) da Terni e da Roma, mi dicono che insospettabili la portano qui e poi ne fanno uso e spaccio, mi dicono, mi dicono, ascolto e riascolto. Ma poi? Le chiedo di far girare questo mio sfogo, di fallo arrivare ai poliziotti, ai carabinieri, ai finanzieri che, e lo so per certo, ogni giorno fanno molto e soprattutto ai loro comandanti e a chi decide le pene: ho paura, sono incazzato e sono preoccupato per i ragazzi!
La ringrazio, le ho scritto non con poca fatica, spero apprezzerà il mio modo diretto e schietto e sono quasi certo del fatto che non avrà alcun timore nel pubblicare questa lettera, serve coraggio forse, coraggio da parte di tutti e abbattere in un certo qual modo il muro di omertà che c’è ormai da troppo tempo. La nostra città è tranquilla sì, tranquillamente invasa da cocaina.
Foto: RietiLife ©
Facciamo qualcosa: facciamo prevenzione! Esistono modi (previsti dalla Organizzazione Mondiale della Sanità). Servono i fondi, però. Alla scuola, alla sanità, agli enti locali. Ogni taglio su queste aree corrisponde a prevenzione in meno.
Io sono un genitore di 49 e per fortuna ho una figlia ancora piccola, il mio commento però è quello di un genitore che ha paura di vederla crescere in un ambiente malsano, comunque penso che le forse dell’ordine già lo sappiano che cosa gira in città, perché credo sia impossibile che i cittadini si accorgano di queste situazioni e chi lavora sulla strada no, sono un subacqueo che spesso frequenta il nostro fiume, per quanto riguarda la pulizia che le manifestazioni estive, se io mi sono accorto che le sponde del fiume sono frequentate da personaggi che hanno dei comportamenti particolari e parlando con altre persone sembra che lo sappiano in molti, come fa a non saperlo chi dovrebbe combattere lo spaccio e l’uso di queste sostanze? semplicemente credo ci sia una sorta di lassismo, come per quanto riguarda i furti e gli atti di teppismo che ci sono spesso in città.