Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta e indirizzata a sindaco Cicchetti, vice Sinibaldi e giunta comunale di Rieti sulla questione dell’impianto di trattamento rifiuti di Vazia. Una lettera firmata da una “mamma preoccupata”.
LA LETTERA
Gentil.mo Sindaco Cicchetti, vice sindaco Sinibaldi e la Giunta tutta,
Chi vi scrive oggi è una mamma, preoccupata per il futuro dei propri bambini. Allo stesso tempo, chi vi scrive oggi è anche una cittadina fiera del suo territorio e della sua città, così ricchi di storia e tradizioni. Sono qui oggi, con il cuore in mano, per chiedervi a nome di tutte le persone che amano questa città e la salute dei suoi abitanti di riconsiderare la vostra idea di proporre un impianto di trattamento di rifiuti a Vazia, vicinissimo a scuole, case, parchi, ospedale e carcere. In questi luoghi c’è tutta la nostra vita: i nostri figli giocano qui, frequentando la scuola e gli amichetti che abitano nelle zone; gli anziani hanno l’ospedale e il personale medico e infermieristico a disposizione (che ringraziamo), siamo a un passo da supermercati e negozi importanti per i consumatori e, non in ultimo, vicino all’area preposta per la costruzione del nuovo Ospedale di Rieti.
Nonostante io creda nella vostra buona fede e nelle vostre parole, devo chiedervi di focalizzare per un attimo la vostra attenzione sui disagi che un impianto del genere porterebbe SITUATO nel luogo da voi prescelto:
1- Il problema del traffico: la mole di camion e articolati che attraverseranno la città sarebbe molto ingente. Ci saranno problemi per quanto riguarda l’usura delle strade, il rumore e anche la sicurezza dei pedoni, degli automobilisti e dei ciclisti (ricordiamoci che c’è la pista ciclabile);
2- Il problema dello smog: più camion equivalgono a più smog, con conseguente peggioramento della qualità dell’aria, in una zona ove sono presenti già altri impianti. (2 termovalorizzatori)
3- Il problema dell’inquinamento: nell’impianto si potrebbero verificare delle perdite di liquami. Come sappiamo, l’area è piena di falde acquifere. Cosa potrebbe succedere se del percolato o altri residui si infiltrassero nel sottosuolo, arrivando alle falde (come purtroppo già successo in impianti simili)? Consideriamo anche l’inquinamento acustico che, a tutte le ore del giorno e della notte sarà presente;
4- Il pericolo incendi: considerando che verrà prodotto metano che verrà stoccato nell’impianto a poche decine di metri dalla prima abitazione, cosa succederebbe in caso di incendio (come purtroppo già successo in impianti simili)?
C’è anche da considerare il crollo dei prezzi delle case e dei valori immobili di tutte le zone coinvolte, Camploloniano, Cupaello, Vazia, Lisciano, Castel Franco ecc. Con questi dubbi ogni mattina, mi alzo e guardo negli occhi i miei figli, che ancora conservano dentro essi la scintilla della speranza; ed è proprio a questa speranza che mi appello: vi chiedo di pensare anche alla vostra salute, alla salute di tutti i nostri figli, futuri cittadini. E’ possibile spostarlo e de-localizzarlo in una zona senza queste criticità? Certa che capirete e potrete riflettere su queste parole, vi ringrazio per avermi dato l’opportunità di esprimere le mie paure e vi auguro un buon lavoro che, sono certa, sarà guidato dalla vostra integrità e dai vostri cuori.
Una mamma preoccupata (lettera firmata in redazione)
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