Foto: Emiliano GRILLOTTI – Francesco PATACCHIOLA © Santuario di Greccio, Rieti
(di Christian Diociaiuti) Una delle domeniche più importanti per Rieti e il suo territorio, di quelle che rimarranno nei libri di storia. Oggi a Greccio c’è stata la visita ufficiale di Papa Francesco al Santuario francescano. Nella prima domenica d’Avvento, periodo che porta al Santo Natale, il Santo Padre ha voluto rilanciare con la lettera apostolica “Amirabile Signum” il significato e il valore del presepe.
Oltre un’ora di visita che ha emozionato Rieti, l’Italia e il mondo. Lì, dove nel 1223 San Francesco ideò il Presepe, oggi Bergoglio ha chiesto al Mondo di apprezzare il messaggio del Poverello D’Assisi e ha chiesto di sostenere la tradizione. Lo ha fatto davanti alla diretta Rai ma anche della tv Vaticana, di radio, giornali e siti web, ai fedeli (tra cui molte autorità del territorio) riuniti all’interno della chiesa del santuario, ai bambini che lo hanno accolto cantando e con i palloncini, a coloro che hanno seguito emozionati a casa e sui maxischermi allestiti ai piedi del Santuario. Ha rilanciato il messaggio del presepe davanti a una coppia di futuri sposi (con una battuta) ma anche ai deboli, ai malati e ai disabili che sorridenti lo hanno accolto ai piedi dell’elicottero con cui è arrivato a Greccio e col quale ha lasciato il paese francescano quando era già buio, in un prezioso ed emozionante collage di luci e oscurità.
Ad accoglierlo e accompagnarlo i frati francescani (su tutti il guardiano Francesco Rossi) ma soprattutto il vescovo Domenico Pompili: un vescovo dei record se si conta che è riuscito – grazie al suo legame speciale col pontefice – a portare il Santo Padre ben 4 volte nel Reatino: due volte a Greccio, una Borgo San Pietro e una ad Amatrice. Pompili ha stretto la mano del Papa scendendo le scale, lo ha guidato nella grotta, tra i figuranti del presepe vivente, tra i frati, i fedeli, le autorità. lo ha portato nel cuore del Francescanesimo e di Greccio. E, ancora una volta, ha portato Rieti nel Mondo.
“Quanti pensieri si affollano nella mente in questo luogo santo! E tuttavia, davanti alla roccia di questi monti tanto cari a San Francesco, ciò che siamo chiamati a compiere è, anzitutto, riscoprire la semplicità – ha detto Bergoglio in chiesa, dopo aver firmato la Lettera apostolica e consegnato il documento ai frati e ai fedeli, deponendo anche la statua lignea del Bambino Gesù, donata ai francesacani – Il presepe, che per la prima volta San Francesco realizzò proprio in questo piccolo spazio, a imitazione dell’angusta grotta di Betlemme, parla da solo. Qui non c’è bisogno di moltiplicare le parole, perché la scena che è posta sotto i nostri occhi esprime la saggezza di cui abbiamo bisogno per cogliere l’essenziale. Davanti al presepe scopriamo quanto sia importante per la nostra vita, così spesso frenetica, trovare momenti di silenzio e di preghiera. Il silenzio, per contemplare la bellezza del volto di Gesù bambino, il Figlio di Dio nato nella povertà di una stalla. La preghiera, per esprimere il ‘grazie’ stupito dinanzi a questo immenso dono d’amore che ci viene fatto”.
“In questo segno – dice il Pontefice – semplice e mirabile, del presepe, che la pietà popolare ha accolto e trasmesso di generazione in generazione, viene manifestato il grande mistero della nostra fede: Dio ci ama a tal punto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. Non ci lascia mai soli; ci accompagna con la sua presenza nascosta, ma non invisibile. In ogni circostanza, nella gioia come nel dolore, Egli è l’Emmanuele, Dio con noi. Come i pastori di Betlemme, accogliamo l’invito ad andare alla grotta, per vedere e riconoscere il segno che Dio ci ha dato. Allora il nostro cuore sarà pieno di gioia, e potremo portarla dove c’è tristezza; sarà colmo di speranza, da condividere con chi l’ha perduta. Immedesimiamoci in Maria, che depose il suo Figlio nella mangiatoia, perché non c’era posto in una casa. Con lei e con San Giuseppe, suo sposo, teniamo lo sguardo rivolto al Bambino Gesù. Il suo sorriso, sbocciato nella notte, disperda l’indifferenza e apra i cuori alla gioia di chi si sente amato dal Padre che è nei cieli”.
Pubblichiamo il testo integrale della lettera apostolica firmata da Papa Francesco nella Grotta della natività nel Santuario di Greccio, a Rieti.
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