(r.l.) Il consiglio comunale di Fara Sabina sfiducia l’assessore ad ambiente, sport e trasporti Marco Marinangeli. Aprendo, di fatto, la prima vera, tangibile crisi politica all’interno della maggioranza di centrodestra guidata dal sindaco Davide Basilicata, dopo 8 anni di governo del secondo Comune della provincia di Rieti.
L’esito della votazione, che ha in parte dell’incredibile, arriva al termine di una seduta tesissima e piena di colpi di scena, dove non sono mancati momenti da autentica “tragi-commedia”, con una votazione ripetuta tra polemiche e parole grosse, e il doppio richiamo all’ordine e alla correttezza istituzionale di segretario comunale e presidente del consiglio. Alla fine, le tantissime assenze tra i gruppi di maggioranza, unite al voto favorevole del consigliere dissidente – e ormai in guerra aperta con il sindaco – Fabio Bertini, sanciscono un risultato che fino a qualche mese fa sembrava impensabile. Si rompe così definitivamente il “cerchio magico” attorno al primo cittadino farense, sempre più in ombra non solo dal punto di vista amministrativo, ma anche sul piano politico, con un coordinamento provinciale della Lega che ormai sembra voler puntare tutto (o quasi) sul presidente della Provincia di Rieti Mariano Calisse. Mettendo sempre più all’angolo l’ex giovane rampante della destra reatina.
ASSENZE PESANTI – La cronaca della giornata parte da due assenze annunciate, quelle della vicesindaco Roberta Cuneo (questa mattina assente per motivi di salute, ma che in molti, nelle aule politiche, dicono come sempre più lontana dal sindaco, ndr) e del consigliere Mauro Pinzari. A questi due nomi si aggiungeranno poi quelli dell’assessore Giacomo Corradini e dei consiglieri di Fratelli d’Italia Simone Fratini e Chiara Costantini, che lasciano i lavori del consiglio poco prima della votazione sulla sfiducia a Marinangeli. Mossa studiata o semplice caso? Ai posteri l’ardua sentenza; fatto sta che l’amministrazione si appresta ad affrontare il voto contro un suo assessore con un solo voto di vantaggio.
MARINANGELI SI “AUTO-VOTA” – Che poi è quello dello stesso Marinangeli, capace (incredibile ma vero) di “auto-votarsi” per mantenere in vantaggio la maggioranza: votano a favore tutti i presenti (Basilicata, Testa, Trambusti, Di Giovambattista, La Torre e appunto Marinangeli), contro tutte le minoranze (Maestri, Picchi, Spaziani, Giovannelli e Bielli) più Bertini; il risultato fa 6 a 6, che con il voto del sindaco dal valore doppio darebbero la riconfermata fiducia a Marinangeli. Si accende la bagarre: dall’opposizione prima Danilo Maestri, poi Gabriele Picchi, chiedono l’intervento del segretario comunale, giudicando inopportuna la partecipazione al voto dell’assessore coinvolto nella stessa mozione; il segretario considera plausibile l’obiezione, e chiede all’aula di esprimersi di nuovo. Ma Marinangeli non accenna a mollare la presa, tanto che è il presidente del consiglio comunale (nonché esponente della stessa maggioranza, ndr) Emanuele Testa a richiamare il collega ad una condotta più “istituzionale”. Bertini viene espulso per ben due volte dall’aula dopo uno scambio non proprio “british” con il sindaco Basilicata, tesissimo in volto.
SECONDA VOTAZIONE – Alla fine Marinangeli si arrende, e decide di astenersi. Si torna a votare, e a questo punto i numeri sono per la prima volta in 8 anni dalla parte della minoranza, con il consiglio che non può fare altro che approvare la sfiducia all’assessore. E’ caos in aula, con le opposizioni che gridano al trionfo politico e la maggioranza che perde totalmente il controllo numerico sull’aula.
E ADESSO? – Va detto, ad onor di cronaca, che il voto si sfiducia ha un significato meramente politico, in quanto negli enti locali come Fara Sabina un voto contro un assessore non è contemplato, e la sfiducia può diventare “operativa” (e quindi aprire una vera e propria crisi istituzionale) solo se votata contro il sindaco. Tanto che è lo stesso Basilicata, con toni poco ortodossi, a ribadire che “soltanto io posso revoare le deleghe a Marinangeli”. A meno che non sia lo stesso Marinangeli, colto da improvviso senso istituzionale, a dimettersi spontaneamente da assessore, visto che non gode più della fiducia del consiglio comunale. Cosa che, visto l’andazzo, difficilmente accadrà. Ma di certo oggi l’amministrazione Basilicata esce non poco indebolita dall’aula consiliare. E senza più numeri di maggioranza nelle mani del sindaco.
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