“Assai spesso i partiti, attraverso i loro rappresentanti, pur di festeggiare anche le vittorie di Pirro, tendono a far credere al cittadino elettore che il bicchiere sia mezzo pieno quando sarebbe necessario, oltre che eticamente corretto, fare il mea culpa di fronte a quella parte di bicchiere mezzo vuoto”: lo scrive Andrea Sebastiani, vice Presidente della Provincia di Rieti, consigliere con delega al Personale.
“In questi ultimi giorni abbiamo tutti assistito al trionfalismo del PD regionale, esultante ed esaltato, di fronte al grande successo ottenuto, secondo il loro punto di vista ovviamente, raggiunto in consiglio regionale per aver deliberato l’aumento degli incentivi economici a favore degli enti che decideranno (lo potrà fare chi avrà i conti a posto) di stabilizzare gli ultimi reduci di lavoratori socialmente utili la cui prima avanguardia risale al 1 995, durante il Governo Dini (centro-sinistra), che si proponeva di disciplinare la flessibilità lavorativa o meglio legalizzare il lavoro sottopagato e precario. Gli LSU furono poi oggetto di attenzione legislativa nel 1997 con un primo tentativo di stabilizzazione per mano di Tiziano Treu, ministro del Lavoro nel Governo Prodi 1 (centro-sinistra), e più tardi di Cesare Salvi, anch’egli Ministro del Lavoro, fino all’aprile del 2000 nel Governo D’Alema 2 (centro-sinistra), cui venne l’idea di procedere allo svuotamento del bacino degli Lsu per permettere a migliaia di lavoratori, precari e malpagati, di essere stabilizzati dagli Enti dove questi prestavano servizio di fatto senza contributi e senza tutele sociali” dice Sebastiani.
“Qualche Amministrazione, nel frattempo, invece di procedere alla stabilizzazione degli Lsu ancora in pancia, decise di viaggiare controcorrente creando persino delle società ad hoc, si badi bene, non per assumere in pianta stabile, ma per appesantire ulteriormente la pletora di lavoratori sottopagati e precari assumendone di nuovi che con la categoria degli Lsu nulla avevano a che fare, al solo scopo evidentemente di ‘creare… consenso’.” Scrive Sebastiani.
“Perché nulla dice e fa Zingaretti, e la maggioranza di csx in Consiglio Regionale, nei confronti di questi “dimenticati”? Sono forse lavoratori di serie B, dimenticando che, per mano loro, decine di padri e madri di famiglia si trovano in questa condizione di incertezza? E allora sarebbe il caso che il Presidente della Regione dia risposte ai lavoratori impiegati presso Risorse Sabine, società ormai in agonia per essere in liquidazione già da qualche mese, partecipata interamente dalla Provincia di Rieti, verso i quali il centro sinistra ha un debito morale pari se non superiore ai 125 lavoratori reatini Lsu. Sono forse figli di un Dio minore? Da mesi stiamo chiedendo alla Regione di darci risposte circa il destino di uomini e donne che dopo anni di attese e promesse rimaste tali, meritano di sapere almeno se potranno ottenere il rinnovo triennale del progetto occupazionale ormai prossimo alla scadenza. Dovremmo forse ricordare a Zingaretti e soci che i lavoratori socialmente utili sono frutto di un’aberrazione politica tutta interna alla sinistra che ha prima generato precarietà e incertezza e poi esulta per averla cancellata palesando una bugia e attribuendosi meriti che non ha” conclude Sebastiani.
Foto: RietiLife ©