(dal Corriere di Rieti) Hanno sfidato il maltempo pur di riaccendere i riflettori su un settore, quello dell’ediliza che più di ogni altro è ancora stretto nella morsa della crisi. Ieri mattina si è svolto l’annunciato sit-in organizzato dai sindacati a Micigliano a sostegno, come detto, del settore “cantieri”. E a portare la solidarietà ai sindacati di categoria e ai lavoratori, le vere vittime di questa crisi, c’erano anche i sindaci e gli amministratori del territorio.
E il luogo scelto per questa forma di protesta assolutamente legittima è il cantiere in prossimità allo svincolo di Micigliano i cui lavori dopo essere andati avanti a singhiozzo per anni, si sono nuovamente fermati da me si e messo in ginocchio gli operai impiegati. Presenti al fianco dei sindacati, i sindaci e gli amministratori dei Comuni di Micigliano, Cittaducale, Posta, Amatrice, Cittareale, Borbona, Antrodoco e Castel Sant’Angelo. E i sindacati hanno ribadito il concetto già espresso “dopo dieci anni di crisi come in tutti gli altri settori ma con conseguenze peggiori di altri settori. Sono 800 mila i posti di lavoro persi in Italia – sottolineano -. Per usare un termine di paragone, preso dall’attualità, sarebbe come a dire 80 Uva messe insieme: 120 mila imprese hanno chiuso o fallito, per il crollo di investimenti pubblici e privati. Nonostante ciò, ci sono 600 opere ferme, finanziate e cantierabili, ma i lavori non partono – continuano i sindacati -. Solo queste darebbero lavoro a 350mila dipendenti e invece niente è ancora tutto in una fase di stallo se non peggio. Intanto il territorio nazionale frana letteralmente sotto l’incuria di manutenzioni non fatte, le scuole sono insicure, decine di infrastrutture strategiche per l’economia del paese sono rimesse in discussione continuamente con il solo risultato di fermare tutto, e così anche il Paese Italia si è fermato” concludono polemicamente.
Al sit-in in rappresentanza dell’amministrazione provinciale c’era il vicepresidente Andrea Sebastiani che ha ribadito la necessità di sbloccare i cantieri ora che ci sono i fondi a disposizione. “L’ammodernamento della Salaria nel tratto compreso tra Antrodoco e Micigliano – ha ribadito Sebastiani – è fondamentale soprattutto alla luce del terremoto che ha reso ancora più isolati questi territori. Portare a termine i lavori migliorerebbe certamente la condizione di vita delle popolazioni che oltre al dramma del sisma continuano a sopportare i disagi legati ad una viabilità precaria”. Per Sebastiani “la riapertura dei cantieri per la realizzazione delle infrastrutture sul territorio consentirebbe a decine di operai di tornare al lavoro e quindi portare a termine quei progetti che al momento rappresentano le grandi incompiute della nostra provincia”.
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