“La liberalizzazione per le strutture di grande e media distribuzione nel centro industriale, è l’ennesima dimostrazione del totale disinteresse della Regione Lazio nei confronti della nostra provincia. La grande distribuzione sta fallendo in tutto il mondo occidentale; la Francia, che ne ha incentivato lo sviluppo tra la fine degli anni 90 e l’inizio del nuovo secolo, sta oggi assistendo alla desertificazione dei grandi centri commerciali, con il corollario di disoccupazione e degrado sociale che questo processo si porta dietro. Sul web girano le immagini dei ruderi degli immensi Mall americani, messi in ginocchio dall’e-commerce, trasformati in immense giungle di cemento e degrado”: lo scrive Area Rieti con Chicco Costini.
“E la Regione Lazio pensa bene di favorirne l’apertura nella nostra provincia, ben sapendo che chi apre oggi o lo fa per ‘lavare’ soldi di dubbia provenienza, o per pura speculazione di breve durata. Nel frattempo, in un territorio devastato dal terremoto, dove la stessa Regione ha cancellato il consorzio del nucleo industriale, si sferra un altro colpo mortale al piccolo commercio. La politica delle grandi strutture di distribuzione, è la stessa che stava dietro alle ‘lenzuolate’ di Bersani, ovverosia l’idea malata che liberalizzando tutto, il mercato si sarebbe autoregolato e alla fine avrebbe creato ricchezza. Nel 2019 in molti si sono resi conto che l’utopia turbo liberista era per l’appunto priva di senso, la stessa patria del del turbo capitalismo, gli U.S.A., è tornata a comprendere l’importanza di una direzione governativa del mercato, della difesa del mercato interno, della necessità di guidare i processi economici, per evitare la crescita esponenziale della marginalizzazione sociale” aggiunge Costini.
“Tanti, ma non il PD, non la Regione Lazio, come sempre asservita ai grandi gruppi finanziari, priva di una visione di insieme, di una progettualità, priva di interesse per i territori esterni a Roma. Quello che però preoccupa è la parallela assenza della politica locale, silente sullo scioglimento del consorzio industriale, oggi in gran parte incurante di un provvedimento che avrà una ricaduta profonda nel nostro futuro. Le voce isolate del vice sindaco Sinibaldi, protagonista del tentativo di riportare importanti gruppi industriali nella nostra provincia, e dell’ex consigliere Emanuele Donati, sono le uniche che si sono levate contro questo provvedimento, tutti gli altri zitti. Una politica che litiga per tombini e caditoie, ma se ne frega dei processi di sviluppo” continua Area.
“E purtroppo proprio questo atteggiamento che sta al centro del degrado della nostra città. La politica ha il compito di guidare i processi, di studiare ed immaginare il futuro, non di amministrare stancamente il contingente. Ed invece da noi prevale l’idea malsana dell’occasione momentanea, ed in tanti immaginano che l’apertura di queste strutture permetterà ai politicanti locali di raccomandare qualcuno, portando all’incasso qualche voto di preferenza alle prossime tornate elettorali. Poca importa se quelle assunzioni saranno precarie, mal pagate, destinate a breve a scomparire. Intanto lo sporco lavoro di sensale della politica sarà stato fatto, e i cittadini disperati della nostra provincia abboccheranno bellamente all’amo. Non è questo il futuro che dobbiamo immaginare per questa terra, non possiamo piangere domani un disastro che già oggi è perfettamente possibile prevedere. O la politica torna ad avere la forza di costruire il domani, o il destino è segnato” conclude Chicco Costini.
Foto: RietiLife ©
Caro Costini, sono almeno 13 anni che la città di Rieti è in declino … in particolare rispetto alla Gdo. Non ve ne siete accorti prima ?