(ch.di.) È tornata la luce. Nel senso letterale del termine. A poco meno di 24 ore dal distacco, nel primo pomeriggio di oggi allo stadio Manlio Scopigno è tornata la corrente, tolta ieri per la morosità di due mesi di bollette (leggi), così come sono state portate via le auto noleggiate dal club per calciatori e staff, anche quelle da pagare. La luce è tornata perché Italdiesel avrebbe pagato una parte delle pendenze con la società elettrica.
Il ritorno della luce non è di certo per la situazione del Rieti, che rimane ingarbugliata. Con ordine. Mentre va avanti la querelle tra Italdiesel e Curci fatta di numerose puntate, i giocatori continuano lo sciopero. Non toccano pallone da sabato scorso, dalla partita con al Vibonese. Da lì nessun allenamento, in ossequio allo stato di agitazione voluto con Aic (leggi) che per Italdiesel può valere un deferimento e per il quale la società ha avviato un procedimento tramite l’avvocato Chiacchio. Lo stesso avvocato che però ha smentito a TuttoC di essere impegnato nella “denuncia” per la partita che i ragazzi non giocheranno con la Reggina, come invece aveva detto Italdiesel in una nota (leggi).
Oggi era l’ultimo giorno per ricevere gli stipendi. Ma sui conti dei calciatori nemmeno l’ombra d’un euro. Non giocheranno – così come non si sono allenati – neanche quei nove che lo stipendio l’hanno ricevuto: “È il netto e non il lordo. Un giorno che il Rieti dovesse sparire, i giocatori dovrebbero pagare i contributi su un netto e non su un lordo percepito. Oltre il danno la beffa. Deferimenti? Semmai è la procura federale a deferire i giocatori, non certo la scoietà. Ma calciatori e Aic operano nel rispetto delle norme e dei regolamenti, in totale legalità. Per capire di cosa parliamo basterebbe fermarsi a quel ‘Abbiamo pagato ben 9 calciatori’ dei 27. Basta questo no…” dice Danilo Coppola di Aic, che assiste il Rieti.
E allora? Domenica c’è la Berretti per la sfida con la capolista Reggina di Mimmo Toscano. La squadra di giovani amarantocelesti – solitamente allenata da Lorenzo Pezzotti – sarà diretta da Antonio Maschio, il vice allenatore della prima squadra. La Berretti avrebbe dovuto giocare domani, sabato, a Pistoia. Ma con Pezzotti in Toscana andrà l’U17 per salvare capra e cavoli. Già ma perché Maschio in panchina e non Pezzotti, già traghettatore osannato per il suo lavoro di collante nel primo momento difficile del Rieti? Pezzotti ha detto no. Semplicemente. E noi, giornalisticamente, ricostruiamo che possa essere una mossa solidale con quei calciatori che solo poche settimane fa lui aveva guidato con successo e che oggi scioperano per un loro diritto: ricevere lo stipendio. È un’ipotesi, almeno: solidarietà tra chi ha lavorato insieme e da reatino.
Ma prima ancora di domandarsi del perché ci sia Maschio e non Pezzotti (la Berretti è pur sempre la sua), ci chiediamo: perché non Caneo? Il tecnico – fermo da martedì scorso come la squadra – ha preso atto di quello che sta succedendo dopo essersi confrontato coi ragazzi. Ma capendo distintamente che domenica non andrà in campo la “sua” squadra, il tecnico sardo è tornato a casa sua a Reggio Emilia. Passata la “farsa” di domenica – perché di farsa si tratta, e non c’entrano i giovani che giocheranno, che andranno solo applauditi – Caneo si confronterà con la società e deciderà. E sul piatto, inutile dirlo, ci sarebbero le dimissioni. Inevitabili in una situazione che dovesse configurarsi insanabile e in cui nessuno, perché non direttamente coinvolto, non vuole metterci la faccia.
Foto: RietiLife ©