Manifestazione il 15 novembre alle 9.30 allo svincolo di Micigliano. “Dopo dieci anni di crisi come in tutti gli altri settori, con conseguenze peggiori di altri settori. Sono 800 mila posti di lavoro persi in Italia. Per usare un termine di paragone, preso dall’attualità, sarebbe come a dire 80 Ilva messe insieme: 120mila imprese hanno chiuso o fallito, per il crollo di investimenti pubblici e privati” scrivono la Feneal- Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil.
“Nonostante ciò, ci sono 600 opere ferme, finanziate e cantierabili ma i lavori non partono; solo queste darebbero lavoro a 350mila dipendenti. Intanto il territorio nazionale frana letteralmente sotto l’incuria di manutenzioni non fatte, le scuole sono insicure, decine di infrastrutture strategiche per l’economia del paese sono rimesse in discussione continuamente con il solo risultato di fermare tutto, e così anche il Paese Italia si è fermato”.
“Il nostro territorio paga un ulteriore prezzo a questa situazione; infrastrutture promesse e mai realizzate, Salaria e ferrovia su tutto, e una ricostruzione che stenta a partire a fronte di finanziamenti disponibili ma inutilizzati, per colpa di scarsa attenzione e pastoie burocratiche. Come sindacato delle costruzioni dopo essere scesi in piazza con lo sciopero Nazionale del 15 marzo denunciando le difficoltà del settore il 15 novembre saremo in cento piazze e cantieri D’Italia” aggiungono i sindacati.
“Noi saremo a manifestare davanti ad un’opera simbolo di questa situazione – dicono Feneal- Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil – il cantiere di Micigliano. Opera necessaria al territorio, che per motivazioni diverse ma riassumibili nella mancanza di assunzione di responsabilità, con incuria sta languendo a pochi mesi forse settimane dalla sua ultimazione. Lazio oltre a Rieti si terranno manifestazioni a Roma e Latina ma vorremmo farlo in centinaia di altri siti della Regione dove opere e lavoro sono fermi da anni. E come sempre la nostra richiesta è una sola lavoro, lavoro, lavoro”.
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