(di Christian Diociaiuti) Il Rieti scricchiola sempre di più. E la notizia di oggi destabilizza non poco, dopo l’annuncio di calciatori e Aic (leggi) e della nota di Troise (leggi). Il segretario generale Gabriele Di Leginio si è dimesso. “Giusta causa”: questa la motivazione con la quale il più alto dirigente amarantoceleste della segreteria (mandata avanti con altri due reatini, Paolo Rotilio e Paolo Grifoni che resistono, per quanto ancora?) ha rassegnato le sue dimissioni, presentando la lettera alla dirigenza del Rieti targata Italdiesel. Come i calciatori, anche lui non percepisce lo stipendio da 4 mesi.
Sì, non ci sono solo i calciatori a secco da quattro mesi. Ci sono anche i dipendenti del Rieti a non percepire nei tempi stabiliti gli emolumenti dovuti. La segreteria, il magazzino… E mormorano pure i fornitori, di tutti i tipi. E su questo aspetto viene posto l’accento troppo poco, solo perché non pagare tutto ciò che è extra campo non comporta decisioni drastiche come l’esclusione dal campionato (se il Rieti non paga gli stipendi di calciatori e staff di settembre e ottobre il 16 dicembre, viene escluso senza se e senza ma). Eppure ci sono anche queste famiglie del mondo amarantoceleste a risentirne, in quella che è una vera e propria “vertenza Rieti” che va avanti da tempo, al pari di altre crisi industriali del territorio.
Le dimissioni di Di Leginio, però, assumono tratti ancor più drammatici per il club: così il Rieti perde una delle professionalità di cui dispone (inclusi Rotilio e Grifoni) che “tirano avanti la carretta” da tempo e con difficoltà, riuscendo a gestire momenti complicatissimi e raggiungendo alcuni obiettivi sul filo del rasoio (basti pensare alla doppia corsa per iscriversi, nel 2018 e nel 2019). Gabriele Di Leginio, reatino di Petrella Salto, a soli 29 anni ha maturato una professionalità rara; si è laureato nel 2013 in Governance dello Sport a Teramo e sempre nel 2013 ha preso parte al corso internazionale in “Gestion Deportiva” voluto a Coverciano dalla Federazione Calcistica spagnola, dal Centro Studi Internazionali sullo Sport (CIES) della Fifa e dalla Universidad Rey Juan Carlos de Madrid. Dopo aver concluso i suoi studi all’Università di Roma Foro Italico in Management dello Sport, Di Leginio ha lavorato a Macerata e Viterbo nonché nella comunicazione di Npc, Livorno, de L’Aquila Calcio e dell’atleta reatino delle Fiamme Gialle Lorenzo Valentini.
Per Di Leginio – che a RietiLife ha preferito non commentare “in un momento già difficile per me e per la società” – questa era la seconda stagione a Rieti. In un post social nel primo pomeriggio, il commiato. (l’articolo continua sotto)
Di Leginio ne ha viste, appunto, di tutti i colori, dai greci ad oggi. Ma anche per lui – un po’ come il preparatore dei portieri Maggiani – le promesse e la poca programmazione, uniti a una situazione destabilizzante, è abbastanza per dire che la missione (perché di questo si tratta, non solo più di lavoro) a Rieti, beh, finisce qui.
Foto: Gianluca VANNICELLI ©