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La Federlazio ha presentato la consueta Indagine Congiunturale sullo stato di salute delle Pmi della provincia di Rieti riferita al primo semestre 2019. L’Indagine, svolta su un campione rappresentativo di imprese associate, è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Federlazio di Rieti, Riccardo Bianchi, e dal Direttore Davide Bianchino.
L’analisi dei principali indicatori di performance (ordinativi, fatturato, produzione) relativi primo semestre dell’anno ci rivela un quadro abbastanza instabile dell’economia reatina. Alcuni dati migliorano, altri peggiorano, e lo stesso discorso vale per le previsioni sul prossimo semestre. Positivo è però il confronto con la media laziale che invece mostra un sostanziale peggioramento di tutti gli indicatori.
Il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale aumenta leggermente rispetto al semestre precedente, anche se ancora di segno negativo: da – 5,6 a -2,6. Sono invece in peggioramento le previsioni per la seconda metà dell’anno in corso (-4,8).
Anche gli ordinativi dal mercato UE sono in leggero aumento con il saldo di opinioni che passa da -6,3 a -4,8. Ottimistiche anche in questo caso le previsioni sul prossimo semestre (saldo uguale a zero). Pressoché stabile il saldo registrato sul mercato Extra UE (da +17,4 a +17,7), ma con delle previsioni meno rosee sul prossimo semestre: +15,6.
Anche il fatturato dal mercato nazionale sale leggermente rispetto allo scorso semestre ma rimane ancora di segno negativo (da -5,6 a -2,6). Positive le previsioni sul secondo semestre con un saldo uguale a zero.
In calo invece il fatturato derivante dal mercato UE che passa da +8,1 a +4,9, ma con una previsione sul secondo semestre in leggero aumento: +6,8. Sale il saldo Extra UE (da +11,3 a +19), ma in questo caso le previsioni sul prossimo futuro non sono ottimistiche (+5,4).
Sale leggermente anche il dato del saldo sulla produzione (da +0,5 a +3,33). Anche in questo caso, però, le previsioni sul prossimo semestre non sono positive (saldo uguale a zero).
Subisce un ulteriore calo il dato sugli investimenti: solo il 18,4% delle imprese intervistate ha dichiarato di averne effettuati nel primo semestre 2019. Nello scorso semestre avevamo registrato un 28,2%, dato peraltro già in forte calo rispetto a quello del I semestre 2018 (44,2%). Tornano leggermente positive, invece, le previsioni sul prossimo semestre (24,2%).
I dati sull’occupazione delle imprese reatine mostrano un saldo sostanzialmente stabile rispetto al precedente semestre (da +16,2 a +15,8). Anche in questo caso, però, tornano negative le aspettative di assunzioni sul prossimo semestre: +2,6.
Il questionario della nostra indagine da oltre due anni affronta il tema dello sviluppo delle risorse umane e degli investimenti in formazione. Da alcuni semestri stiamo registrando dei valori in costante aumento relativamente all’utilizzo dei Fondi interprofessionali tra le aziende reatine. Questi dati confermano in pieno il lavoro che Federlazio, proprio da un paio di anni a questa parte, ha messo in campo tra le proprie aziende associate attraverso una convenzione finalizzata ad offrire assistenza gratuita proprio per sfruttare i Fondi in questione senza impegno alcuno da parte delle imprese, sia dal punto di vista burocratico che economico.
Nel secondo semestre 2018 la percentuale di imprese che ha fatto utilizzo di questi Fondi è passata dal 7,8 all’11,4% (rispetto al I semestre 2018). Nel primo semestre 2019 questa percentuale sale al 13,2% e le previsioni per il prossimo semestre sono ancora migliori (14,5%).
La strada intrapresa da Federlazio in questo senso, quindi, è decisamente quella giusta.
Dal alcuni anni sono state introdotte nel questionario alcune domande relative alla presenza sui mercati esteri. Alle aziende che non operano sui mercati esteri ne è stato anche chiesto il motivo.
Dalle risposte emerge che la maggior parte delle imprese di Rieti (82,5%) non è internazionalizzata, un valore molto simile rispetto allo scorso semestre (84%). Aumentano leggermente le aziende che nel primo semestre dichiarano di essere significativamente internazionalizzate (da 7,7 a 12,5%).
Tra i motivi per i quali l’azienda non opera sui mercati internazionali, la maggior parte (64,4%) risponde “perché la struttura aziendale non è attrezzata per affrontare i mercati esteri”, valore perfettamente coincidente con quello registrato lo scorso semestre. Segue “perchè il mercato nazionale assorbe completamente la produzione” con il 28% e “le opportunità sono inferiori ai costi” (4,6%).
Infine, anche questo semestre abbiamo voluto cogliere la percezione delle imprese sull’attuale situazione economica, secondo il loro punto di vista. Le opinioni raccolte tra le imprese della provincia reatina confermano una visione un po’ più pessimistica rispetto al semestre precedente. Infatti, la somma delle due risposte di carattere pessimista (“la situazione è di grave difficoltà” e “l’equilibrio è ancora precario”) ci dà un valore superiore a quello registrato nel semestre precedente (73,5% contro 63,8%). Diminuiscono, di conseguenza, le risposte sui due indicatori ottimisti: “si stanno realizzando le condizioni per un discreto equilibrio economico” (da 25% a 16,7%) e “si può guardare con tranquillità al futuro” (da 11,1% a 9,8%).
“I dati rilevati nel primo semestre – dice il Direttore di Federlazio Rieti, Davide Bianchino – di quest’anno indicano una incertezza abbastanza diffusa tra le aziende reatine. Il confronto con lo scorso semestre non è negativo, soprattutto se prendiamo in esame i valori delle previsioni che sei mesi fa ci indicavano un crollo delle aspettative. Questo calo non si è verificato, anzi registriamo mediamente dei valori in leggero aumento nel primo semestre. Le previsioni invece sono molto altalenanti tra loro. La conferma di questa instabilità è evidenziata anche dal calo registrato negli investimenti e nell’occupazione, quest’ultima inoltre in diminuzione ancor più forte nelle aspettative future. Un conforto ci viene però dal dato sull’utilizzo dei Fondi Interprofessionali, in costante aumento negli ultimi due anni. Una ottima riprova del gran lavoro che Federlazio, proprio da due anni, sta facendo tra le sue aziende grazie proprio ad una convenzione che fornisce assistenza totale gratuita in questo senso. Questo ci rende molto fiduciosi per il futuro perché da sempre sosteniamo che l’innalzamento della competitività di una impresa passa anche attraverso la crescita delle competenze professionali e quindi con un utilizzo costante della formazione”.
“Nelle scorse due rilevazioni – dice il Presidente di Federlazio Rieti, Riccardo Bianchi – della nostra Indagine Congiunturale siamo passati dall’entusiasmo di un anno fa, dove avevamo valori mediamente tutti in crescita, ad una realtà meno rosea riferita allo scorso semestre, in cui evidenziammo un crollo delle aspettative delle imprese reatine. Oggi la situazione si sta normalizzando, anche se ancora con qualche incertezza sulle aspettative. Di positivo c’è comunque da registrare che, rispetto alla media laziale, la provincia di Rieti gode di una salute migliore. I dati del Lazio, infatti, segnano tutti un netto peggioramento e non ci sono elementi che fanno pensare ad una inversione di tendenza nel breve periodo. Riguardo il nostro territorio, da troppo tempo ormai discutiamo di come costruire le condizioni ideali per ricreare quel cosiddetto ‘clima di fiducia’, indispensabile per far tornare le aziende ad investire e quindi creare occupazione e ricchezza. La fiducia nasce anche dalle piccole azioni che le istituzioni possono mettere in campo per dare importanti ma concreti segnali di ripresa. A questo proposito, oggi abbiamo lanciato una provocazione in merito alla discussione tutta reatina creatasi intorno alla eventuale costruzione del sottopasso di viale Maraini, in alternativa all’attuale passaggio a livello. E se al posto della strada pubblica ad essere interrata fosse invece la ferrovia? Con conseguente interramento della stazione annessa, né più né meno di ciò che avviene già con qualsiasi stazione metro di molte città. Questo permetterebbe di risolvere il problema del traffico evitando però i disagi agli automobilisti, ai commercianti e a tutti i cittadini, conseguenza dei necessari e verosimilmente lunghi lavori. Anche in queste cose riteniamo si debba avere il coraggio di fare delle scelte importanti, scelte che oltretutto potrebbero cambiare volto alla città in meglio. Senza contare che un immediato avvio dei cantieri, significherebbe subito creare lavoro e occupazione. Sfruttando anche la tanto decantata ‘rigenerazione urbana’ al fine di recuperare territorio esistente salvaguardando il paesaggio e quindi l’ambiente. E al tempo stesso dando anche nuova vita ad un settore che da anni vive una profonda crisi. E’ per tutti questi motivi che lanciamo questa proposta a tutti gli attori coinvolti, Istituzioni, Associazioni di categoria, Sindacati, Ordini professionali. Pensandoci bene, forse la nostra idea non è poi tanto una provocazione, ma una proposta concreta da prendere seriamente in considerazione. Almeno così ci auguriamo”.
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