(di Chiara Pallocci) È l’imbarazzo con il quale Antonio Miluzzo, ingegnere – già Presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Rieti – apre il suo intervento all’incontro tenutosi nel tardo pomeriggio di oggi, nella Sala Consiliare del Comune di Rieti, per dire “No” alla realizzazione di un sottopasso in viale Maraini, la chiave di lettura dell’adunata. Chiamato a dare il suo parere tecnico sulla “futura” infrastruttura, si definisce, per l’appunto, “imbarazzato nel criticare una cosa che non esiste nemmeno in fase progettuale”. Esattamente. In ogni angolo della città si discute animatamente, già da qualche mese, di quella che, ad oggi, risulta essere, ancora, solo un’ipotesi. Aleatoria? Da vedere.
LE RAGIONI DEL NO – Eppure i nodi e le criticità sottolineate dal Comitato “SalviAMO viale Maraini – No al Sottopasso” sono tanti e precisi: “perché l’amministrazione comunale preferisce deturpare un quartiere residenziale di pregio, adiacente al centro storico, invece di rendere funzionale il sottopasso di via Fundania?” E ancora: “una soluzione più decentrata, che potrebbe permettere agli automobilisti che provengono da viale Matteucci il facile attraversamento della ferrovia, senza convergere su piazza Marconi e viale Maraini realizzando, poco più di duecento metri di strada di prolungamento di viale Matteucci fino a via Fundania?”. “Viene il sospetto – aggiungono – che si voglia penalizzare viale Maraini perché, l’area di fronte al Centro Commerciale Perseo, è destinata ad altri utilizzi. Nel vecchio Piano Regolatore era tutto un parco – precisano – ed era prevista una strada di collegamento tra viale Matteucci ed il sottopasso di via Fundania e adesso, questa amministrazione, non riesce a ritagliarne una piccola porzione per realizzare una strada essenziale per la viabilità della città?”
IL PROGRAMMA DI SOPPRESSIONE DEI PASSAGGI A LIVELLO – “Sulle linee ferroviarie meno recenti, in particolare su quelle a carattere locale – si legge sul sito istituzionale di RFI – i punti di intersezione “a raso” tra binari e strada, i cosiddetti “passaggi a livello”, ereditati dal passato, sono protetti da impianti ferroviari oggetto nel tempo di sviluppi tecnologici tesi ad aumentare la sicurezza della circolazione sui due sistemi, ferrovia e strada. A questo stesso fine – prosegue – con l’obiettivo di eliminare i passaggi a livello su tutta la rete, RFI, oltre a realizzare tutte le nuove linee evitando interferenze con la rete stradale, sta portando avanti sulle linee esistenti un imponente programma di realizzazione di opere sostitutive. La sostituzione dei passaggi a livello con opere alternative (cavalcaferrovia e sottopassi) – si legge ancora – è una scelta concordata con gli enti territoriali interessati, in primo luogo le Amministrazioni comunali e provinciali. La scelta dell’opera sostitutiva da realizzare è subordinata alle condizioni orografiche e idrogeologiche del territorio, alle urbanizzazioni e ai vincoli archeologici o paesaggistici; inoltre deve tenere conto di particolari esigenze delle Amministrazioni locali quali, ad esempio, le eventuali previsioni di attuazione di nuovi piani urbanistici. Una volta individuata la tipologia e la localizzazione dell’opera sostitutiva, realizzato il progetto definitivo, inizia un lungo percorso che vede coinvolti numerosi attori (Comuni, Province, Regioni, Soprintendenze Archeologiche e Ambientali, Vigili del Fuoco, Ministero della Difesa, Anas, Autorità di Bacino, Consorzi Fiumi e Fossi, Enti Parco, Gestori di servizi a rete, ecc) per l’approvazione nelle Conferenze di Servizi, che dal 2000 sono convocate direttamente da RFI”.
CE LO CHIEDE L’EUROPA – A dipanare questa matassa di leggi e direttive, l’intervento – contestatissimo – del vicesindaco, Daniele Sinibaldi: “Ben vengano i Comitati e ben venga questa partecipazione. Se vogliamo, però, fare un ragionamento, è questo: cosa succederà, concretamente, non ve lo possiamo dire perché non abbiamo visto nulla. C’è una direttiva europea che impone di eliminare i passaggi a livello; il Ministero stanzia le risorse e le mette a disposizione di RFI che chiede ai territori di mapparli. I soldi sono stanziati per opere puntuali, non alternative. Abbiamo chiesto delle proposte progettuali a RFI – prosegue Sinibaldi – noi non siamo dei tecnici. Ci devono ancora presentare il progetto e, un progetto, si costituisce di tante fasi: qui non stiamo nemmeno allo studio di fattibilità”. Rivolgendosi poi alla sala, gremita di membri del comitato e semplici cittadini: “Valutiamo e discutiamo di altre ipotesi, ma prima di abbandonarlo, almeno, ce lo fate vedere?”.
Degrado e deprezzamento di un’area le cui “attività e tessuto urbano- secondo la prof.ssa Ileana Tozzi, tra le massime esperte di storia locale – sono un patrimonio che va tutelato nella sua integrità”, i rischi di un cantiere “complesso ma non stratosferico” e un viale sventrato apparirebbero, in questa fase, solo funeste supposizioni: “Possiamo interrogarci sull’opportunità di spendere questi soldi in questa maniera – interviene Antonio Emili, assessore ai Lavori Pubblici – ma, prima di arrivare a conclusioni, aspettiamo che ci venga sottoposto un progetto che, ad oggi non esiste. È opportuno e giusto un confronto e vi garantisco che non terremo un atteggiamento supino e compiacente”.
L’irreperibile sottopasso incassa, già, anche il no dei commercianti, in rappresentanza dei quali è intervenuto all’incontro, Leonardo Tosti, Presidente di Ascom Confcommercio: “Sono una 50ina le attività interessate e siamo molto preoccupati per i danni che verrebbero a crearsi. Abbiamo però un’altra opzione: doppio senso di marcia da Porta Cintia fino alla stazione e un sovrappasso per via Porrara”.
Critico anche il consigliere di opposizione, Alessio Angelucci: “In passato Cicchetti si oppose a questa opzione, oggi cambia idea. Ho un sospetto: quando l’amministrazione è ferma e qualcuno si propone, immediatamente si prova a metterci il cappello. State tranquilli, questa cosa qui non si farà”.
Foto: Gianluca VANNICELLI ©