Nuovo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Dalla villa di Tito al ballo tradizionale della Pupazza, dalle terme di Cotilia alla festa delle sorgenti, Castel Sant’Angelo è un comune che appassionerà chi desidera una visita rilassante e anche chi da questa visita vuole imparare qualcosa di nuovo.
DOVE SI TROVA? – A 15 km da Rieti, con un’altimetria che va dai 404 metri s.l.m. ai 1586 metri s.l.m., si trova, sulla vecchia via del Sale, il comune di Castel Sant’Angelo. Il territorio comunale si estende per 30 km2, dominando tutta la vallata circostante del Velino, in cui sorgono numerosi siti archeologici circondati dall’incontaminata natura. Il Sindaco Luigi Taddei ce ne fa un panorama: “Castel Sant’Angelo ha il borgo antico che è dell’anno 1000 e dà il nome al comune, con la sua la torre del mille e soprattutto con cinta muraria ancora abbastanza ben conservata ma che ovviamente ha risentito dell’attacco dei tempi. Nel comune esistono pertinenze archeologiche di grandissimo valore come ad esempio la villa di Tito che ad oggi si sta rimettendo in lustro con la collaborazione di studenti universitari di archeologia. Sul territorio comunale c’è il lago di Paterno che è stato da sempre visitato e che ancora oggi è molto frequentato dalle persone che amano nuotare. Nel nostro territorio c’è anche Cotilia con i bagni termali, frequentati anche dalla famiglia dei Flavi e in auge da oltre 2000 anni. Nel nostro territorio insistono inoltre le sorgenti del Peschiera, che mandano l’acqua a Roma. Per motivi di sicurezza le sorgenti non sono visitabili all’interno, ma anche solo dall’esterno se ne può capire l’importanza e la grandezza. Abbiamo pertinenze di tipo anche ambientale molto importanti che vanno dal Terminillo fino al lungo Velino”.
QUANDO NASCE? – Le notizie riguardanti l’origine di Castel Sant’Angelo sono ad oggi ancora incerte, sebbene a testimoniare che il territorio fosse già frequentato in epoca romana, ci sono le Terme di Vespasiano che risalgono al I secolo d.C. Giuseppe Equizi ne fa risalire la nascita al 1200 circa anche se il nome del comune si trova anche in archivi precedenti e in documenti che risalgono al IX-X secolo. Quel che si può dare per certo è il fatto che nel 1309 il castello di Castel Sant’Angelo fu uno dei castelli che contribuì alla fondazione di Cittaducale, a cui ne fu conseguentemente legato per lungo tempo. Nel 1486 i Castellani subirono l’assalto delle soldatesche de l’Aquila che, dopo aver saccheggiato e distrutto Rocca di Fondi, il Borghetto, ville Ponte e Mozza, avevano cercato di espugnare il Castello senza riuscirci e per questo furono costretti a ingaggiar battaglia in campo aperto contro i Castellani, i Civitonici e gente di Cantalice. Nel giro di 10 anni, nel 1496, gli abitanti di Castel Sant’Angelo, Cittaducale, Pendenza e Campo Caldeo (l’attuale Canetra), sconfissero le truppe di Virgilio Orsini che combatteva per il re di Francia, mostrando fedeltà invece al regno di Napoli. Nel 1500 Castel Sant’Angelo fu soggetto alla famiglia Mareri. Fece parte del regno di Napoli e dopo l’unità d’Italia appartenne alla provincia del secondo Abruzzo ulteriore; nel 1927, seguendo ancora una volta le sorti politiche di Cittaducale fu annessa alla provincia di Rieti. Alla fine del secolo XIV e nel XV secolo dovette aggiungersi al nucleo primiero il paese attuale il quale fu chiuso in un secondo cerchio di mura. La prima parte del toponimo deriva dalla voce latina “castellum” ritenuta il diminutivo di “castrum” (fortezza). La specificazione riflette il culto per Sant’Angelo.
COSA VEDERE? – Castel Sant’Angelo presenta diversi monumenti e luoghi d’interesse che sono senza dubbio imperdibili per chi decidesse di visitarne il territorio. Questi si snodano tra monumenti religiosi e siti archeologici di rilevante importanza. Innanzitutto, sono ancora visibili sulla parte più alta della città i ruderi del castello: l’alto mastio, aperto su di un solo lato da una porta e da una finestra, la cinta muraria con feritoie arciere fortemente strombate e bocche da fuoco destinate ai cannoni. Si conservano anche parte di una torre angolare e uno degli spigoli della cinta. Il territorio conserva, inoltre, alcuni tratti dell’antica via del sale. Uno dei tratti più lunghi e meglio conservati è visibile in un laghetto artificiale dedicato alla pesca sportiva. Vi sono poi i ruderi del cosiddetto “Peschio del Principe” che doveva essere, nell’epoca del suo splendore, una struttura fortificata utilizzata per il controllo sulla valle sottostante. Ancora, di grande valore archeologico è la Villa di Tito, sopra il pittoresco lago di Paterno, si notano i resti di una struttura imponente, comunemente conosciute come Terme di Tito. A prima vista questa struttura potrebbe sembrare il resto di qualche acquedotto romano ma senza archi. In realtà, nel corso del tempo, questi resti sono stati identificati di volta in volta con: l’antica Cutilia (città di origine preromana); La Villa di Tito; ma anche con le Terme di Tito, in quest’ultimo caso a ragione delle canalizzazioni presenti nelle murature. In definitiva, possiamo affermare che non sia con certezza chiara la natura di questo manufatto, anche se sembra possibile ipotizzare che le strutture fossero pertinenti ad una imponente villa rustica con annesso impianto termale, di certo una villa di queste dimensioni ed importanza non poteva che essere proprietà di un esponente di una importante famiglia, molto probabilmente proprio quella dei Flavi. I monumenti religiosi di particolare importanza sul territorio comunale sono tre: primo fra tutti la chiesa di Santa Maria della Porta, si tratta dell’antica parrocchia del paese, situata nel borgo medievale, l’edificio sorge a ridosso dell’antica porta principale. Dall’esterno essa si presenta come un classico edificio medioevale, all’interno è strutturata a tre navate suddivise da archetti a volte affrescati a cielo stellato e sulle pareti laterali sono disposti quattro altari. Di particolare interesse sono il fonte battesimale in pietra scolpita, l’altare maggiore decorato da colonne in marmo policromo e la nicchia centrale, devo è conservata una statua della Madonna con Bambino sormontata da angeli in festa. La chiesa custodisce le preziose reliquie di San Biagio, patrono della parrocchia e del paese. Di particolare importanza è poi la chiesa di San Biagio, che in origine fungeva da chiesa del cimitero. La caratteristica principale di questa chiesa è l’elegante portale risalente al 1564, nel cui timpano è rappresentato il Dio Padre benedicente tra due cherubini, mentre nei pennacchi dell’arco l’Annunciazione. Consacrata nel 1879 a San Biagio è dotata di un’architettura romanica che presenta una navata centrale e due navate laterali dove sono disposti sei altari dedicati ai Santi venerati in paese. Infine, la chiesa di San Giovanni Battista posta nella piazza di Paterno: presenta l’incisione “TEMPLUM DIVI IOANNIS MDLVIII”, posta sull’architrave del portale. All’interno della chiesa sono conservate opere d’arte tra cui importanti affreschi cinquecenteschi, come “La Madonna del Rosario”, “La Vergine con il Bambino benedicente” e “l’Adorazione dei Pastori”. Nel 2001 sono stati eseguiti dei restauri nella chiesa nel corso dei quali è emersa la presenza di un affresco sottostante a quello della “Madonna del Rosario”.
QUALI SONO I PROSSIMI APPUNTAMENTI? – Nella prima settimana di agosto si svolge l’evento “Le vecchie Cantine di Ponte”, si tratta di un incontro enogastronomico che risale tutto Castel Sant’Angelo dal basso verso l’alto, si svolge a partire dalla prima serata fino a tarda notte. La settimana successiva la storica “Festa de a Pupazza” con lo storico Ballo della Pupazza, si tratta di una tradizione abruzzese che il territorio ha ereditato dalla sua permanenza sotto L’Aquila. La Pupazza irrompe all’improvviso nella piazza affollata attraverso una strada buia e secondaria e danzando tra la gente. Poi inizia a divertire, a danzare al ritmo della saltarella accompagnata dell’organetto, ad inchinarsi davanti agli spettatori, a compiere giravolte e piroette e ad ammiccare accattivandosi la simpatia degli astanti. Infine, la Pupazza, che nell’immaginario collettivo è una strega, deve morire incendiata sul rogo. Una volta il fantoccio si bruciava realmente in un grande falò dopo che il pubblico l’aveva spintonata, ingiuriata, presa a calci. In alcuni paesi la Pupazza è ancora incendiata completamente, ma più frequentemente oggi lo spettacolo, che ha la stessa valenza metaforica del passato, si consuma con l’accensione dei fuochi pirotecnici che avvolgono il fantoccio. Bruciare la Pupazza ha il significato di distruggere il male poiché il fuoco ha una funzione purificatrice. Infine a settembre, nella frazione di Canetra si svolge la “Festa della Madonna della Stella” cui segue la degustazione delle Sagne della Nonna, il tutto accompagnato da musica e balli. Nell’Aprile 2019 Castel Sant’Angelo ha inaugurato anche un nuovo evento che si spera abbia una lunga durata, si tratta della “Festa delle sorgenti”, con l’intento di far conoscere e promuovere le ricchezze e al contempo preservare le fonti d’acqua, si compone di varie passeggiate che si immergono nella natura incontaminata, da quella tra i siti archeologici di villa Tito, fino alla passeggiata a cavallo o con i propri amici a quattro zampe.
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