Nel suo piccolo, il Consiglio Comunale di Cantalice, giovedì 16 ottobre, ha vissuto un momento storico, eleggendo il suo primo Presidente, il primo a non coincidere con la figura del Sindaco. La figura è stata istituita nella passata consiliatura e i consiglieri hanno votato, a larga maggioranza, Chiara Innocenzi. Una scelta in linea con l’elevato gradimento che l’elettorato cantaliciano le ha espresso nella scorsa tornata elettorale: ben 159 preferenze. È, inoltre, positiva, la valorizzazione di una giovane in un momento storico nel quale la fiducia nella politica è scarsa e la disaffezione sta provocando cali di “vocazioni” verso la cura della cosa pubblica.
“L’avremmo votata con piacere anche noi. L’avremmo votata se, la gestione della votazione da parte della maggioranza, nella figura del Sindaco-Presidente, non fosse stata alquanto discutibile – commentano i consiglieri di minoranza – Non ha tenuto a bada l’assessore esterno Patacchiola, al quale è stato permesso di replicare ai consiglieri di minoranza benché si discutesse un punto dell’odg che esulava dalle sue deleghe e lo si è addirittura premiato indicandolo quale uno dei due scrutatori. Ed è questa, unitamente al fatto che le modalità del voto a nostro avviso non ne garantiva la segretezza, la ragione principale della nostra astensione: non abbiamo ritenuto opportuno che il consigliere scrutatore di maggioranza non fosse un consigliere, ma appunto un membro della Giunta esterno al Consiglio”.
“Tenuto conto che i colleghi di maggioranza sbagliando nella forma l’hanno fatta giusta – proseguono – la breve esperienza maturata in Consiglio Comunale e l’osservazione dai banchi di fronte ci hanno insegnato a non dare per scontato un bis altrettanto favorevole, pertanto ci asterremo dal fare ricorsi che possano rimettere in discussione l’esito della votazione e rivolgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro alla Presidente Innocenzi. Non abbiamo dubbi che saprà gestire i lavori del Consiglio con più equilibrio di chi l’ha preceduta, alla quale va riconosciuto il merito di non avergli reso il compito troppo difficile”.
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