(di Christian Diociaiuti) È vero, è solo un punto. Ma il tocco reatino a Teramo con l’arrivo ad interim di Lorenzo Pezzotti e la magra di risultati da tanto, troppo tempo, ha riacceso un briciolo di entusiasmo sul Rieti. La situazione è seria, ma recuperabile: Sicula e Teramo sono a 3 e quattro punti e l’uscita anche dalla zona calda non è cosa impossibile. Ma la situazione sportiva, è innegabile, risente di un’incertezza in seno al club che va sanata. Perché se Pezzotti – dopo le dimissioni di Maraini – è a tempo, è anche vero che un nuovo allenatore (ed eventuali rescissioni e ingaggi, almeno fino a a tutto dicembre, di svincolati) non arriverà prima del momento in cui Curci non dirà a tutti: “Ho venduto“.
Già, la chiave di lettura sta proprio lì. E non è tutto rose e fiori e facile da dipanare. Oggi inizia la più classica delle settimane decisive. Anzi, pare si avvicini un martedì che Curci si sarebbe dato come dead line per svoltare la sorte della sua società, quella che da tempo vuole vendere o per la quale cerca almeno un nuovo socio, così da ammortizzare costi, onori e oneri, ma anche scelte e programmazione. La situazione dice che ci sono sul tavolo dell’imprenditore reatino due offerte. Una è quella veicolata dall’intermediario Cristiano Leonardi di cui abbiamo detto nei giorni scorsi (leggi); un’altra pare raccolga imprenditori del Lazio sud e della Campania, pronti ad investire qui.
Arrivato a questo ballottaggio – e quanto meno sotto pressione – non è chiaro quale proposta piaccia più a Curci. È un 50 e 50, un sali e scendi quotidiano. Lì dove c’è un vantaggio, poi c’è uno svantaggio e viceversa. Leonardi ha formalizzato l’offerta della cordata che si è rivolta all’intermediario conosciuto in Umbria giovedì scorso; questa cordata vorrebbe una risposta al più presto e permetterebbe a Curci un’uscita di scena quasi totale. Non un ultimatum, ma siamo lì.
Dall’altra parte, la cordata con vari soggetti del centrosud, sembra invece più paziente, ma avrebbe chiesto una garanzia: la permanenza di Curci in minoranza con una quota “di garanzia” attorno al 30%. Curci ha fatto capire di non avere pretese pazzesche, ma di essere fortemente convinto a uscire di scena: “Ho speso, direte male, ma ho speso. E ora vendo” disse in conferenza stampa rispondendo ai tifosi. In questa situazione c’è anche un’altra variabile da valutare: il 16 ottobre c’è da pagare gli stipendi. Quasi 200mila euro da onorare per non incorrere in sanzioni e penalità. Non ci sono problemi per pagare, semmai è chi dovrà farlo. Se lo fa Curci, è un nuovo sacrificio, se lo fa una eventuale nuova proprietà, è già investimento appena arrivati.
La situazione societaria, dunque, sblocca quella sportiva. Ognuno dei due gruppi è pronto a portare un suo tecnico. Solo Capuano metterebbe d’accordo tutti, ma in questo momento il Mini One di Pescopagano ha scelto di dire no al “suo” Rieti (leggi). Non è escluso che una volta dipanati i dubbi, la proposta Capuano si rifarebbe sotto. Altrimenti sarà il “gruppo vincitore” a trovare una soluzione per la panchina. L’impressione è che Pezzotti debba traghettare ancora, pure col Monopoli domenica. Evchissà, magari, non sia in grado di fare bis di risultati positivi e mettere in difficoltà tutti: Curci, nuovi acquirenti e chi, sfiduciato, si è ritrovato il tecnico della Berretti in C, capace di leggere a modo la squadra e farla girare come deve.
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